Ci sono due modi per cambiare la nostra vita: uno è cambiare il nostro modo di vivere, la realtà che ci circonda; l'altro è intervenire su quel magico, microscopico, interruttore bioelettrico nascosto nei meandri della nostra mente, che cambia la realtà in un clic.


giovedì 22 marzo 2012

SCRITTURA


E' un po' che non scrivo. Credo di aver detto tanto, posso approfondire quello che ho scritto in passato, ma non dire di più. Non sarebbe utile, a me, a nessuno, non c'è estensione, solo profondità.

Se riuscissi a mettere in pratica sempre ciò che scrivo e vedo con tanta chiarezza, che ho scritto finora, vivrei una vita felice, basterebbe quello. Ecco perché non scrivo più, c'è già troppo.

Il bello è che ho tanti post già pronti, sull'economia, lo spirito, il tempo, tutto, adoro mettermi alla tastiera, ma poi mi dico che c'è molta maggiore bellezza in una storia di poche righe o in un respiro ben fatto, nella carezza di un bambino, nello strusciare di un gatto sulla tua gamba. E allora mi fermo, comprendo che c'è già troppo da vivere, assaporare, ammirare: è tutto già qui, tutto perfetto, dire altro vorrebbe dire rovinare tutto.

Sto seguendo alcuni progetti, diciamo letterari. In realtà do una mano ad un'amica per una tesi di laurea e ci stiamo documentando e scrivendo, il 90% di ciò che scrivo verrà gettato, il 10% spero sia utile, spero mi permettano di scrivere come amo fare, in modo che ciò che si scrive venga letto, e in un attimo. Ho letto alcune tesi di laurea, sono davvero illeggibili, nessuno passerà mai del tempo a sfogliarle se non ha davvero interesse ai dati, e lo farà con una tazza di caffè a lato per non addormentarsi.

Sono frustrato dallo stato in cui versa in Italia la scrittura, c'è gente che non ha niente da dire e scrive e vende il vuoto e ragazzi con tutto da dire, pronti a sfidare il mondo, costretti a compilare l'equivalente dell'elenco telefonico. Non avremo mai una scrittura anglosassone, forse meno precisa ma piacevole da leggere. E' come cercare di gareggiare con le palle di cannone legate ai piedi, troppo seri, troppo attenti al moscerino lasciamo passare l'avvoltoio.

I ragazzi non sanno scrivere, o meglio conoscono tutto della correttezza della grammatica e niente dell'interessare chi legge. Non sono seducenti. E la seduzione è ciò che permette di continuare a leggere, senza, si smette. La seduzione è gioco, la scrittura è gioco. I ragazzi faticano. Imparano libri su libri mentre lavorano e poi si perdono quando gli togli il libro, quando il progetto deve essere loro dall'inizio alla fine, non sanno più come fare, cosa fare. Se non gli dici cosa fare si bloccano, o al contrario cercano di imprimere l'universo intero sulla pagina e non finiscono mai.

E' colpa della scuola? Chissà? Com'è possibile che produciamo programmi televisivi copiati nel mondo e letteratura così... Non è corretto dire così perché ci sono scrittori bravissimi che vendono molto bene, ma i giovani a chi si ispirano quando buttano su carta, da quale matrice proviene un modello così noioso? E, quando sono creativi, divertenti, spontanei, nelle accademie gli è permesso sfuggire al grigio conformismo, oppure è possibile solo in politica e in TV?

Appena terminerò questo progetto inizio la stesura di un romanzo. Ehmmm... per la verità ne ho scritti molti negli anni, ma poi li butto. A me piace scriverli ma non rileggerli. Non avrei alcuna convenienza a farlo, non è un lavoro, non guadagnerei niente, e li considero sempre un esperimento, qualcosa da conquistare e da buttare. Per me è così. Un tesoro non è un tesoro se poi sei legato a lui. Il tesoro è quando scrivo, non quando ho finito. Finito, riletto, forse non mi piace, chissà. Ma se continuo a scrivere allora c'è sempre freschezza, e io sono sempre libero.

Essere libero significa andare avanti, non ripetere sempre le stesse cose. C'è così poca gente che non ripete sempre le stesse cose, così pochi che vanno davvero avanti. Che dicono cose diverse da ieri, non avendole rinnegate, ma trascese. Tutti ripetono ciò che ieri ha funzionato, ma dov'è la bellezza in ciò, dov'è la grazia, la verità che vuole uscire, dov'è la vita che va avanti e scopre cose nuove?

Credo che scriverò di meno nel blog e molto di più per me stesso. Già adesso sono messo molto bene quanto a dita che picchiano sulla tastiera, ma mi accorgo sempre più quanta gioia mi dia quest'azione, quanto piacere, la soddisfazione, il senso di appartenenza, di realizzazione. Ciò che mi preoccupa semmai è la mia scarsa voglia di far leggere. Non che ritenga la cosa importante, ma potrebbe diventare come le serate del mio zio che si chiudeva in casa e assaggiava dell'ottimo bourbon accompagnato da un bel libro. E buon bourbon oggi e domani, si è divertito da matti, è stato benissimo in salute ma un giorno era finito il bourbon e si è accorto che sua moglie era una vecchia e i figli dei panciuti uomini di mezza età mentre lui si sorbiva il suo idillio.

Diamine, occorre pur sacrificarsi per quello che ci sta intorno, non si può essere tanto egoisti da divertirsi soltanto!


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6 commenti:

  1. Parto dalla fine: "Diamine, occorre pur sacrificarsi per quello che ci sta intorno, non si può essere tanto egoisti da divertirsi soltanto!"

    Perché?...dove sta scritto che bisogna fare per forza qualcosa d'altro?

    Io pure scrivo molto meno sul blog, scrivo per me ma non ho voglia di pubblicare! Forse perché temo che chi legge possa pensare che voglio insegnare qualcosa.. o perché temo di passare per saccente!
    Allora bando ai timori, mi tengo tutto che mi da meno frustrazione!
    Un abbraccione Exo!!
    :-)

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  2. A me piacerebbe leggerli quei "vecchi" romanzi, magari anche solo qualche stralcio ...

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  3. # Sara:

    Beh, siamo in sintonia, tra noi, col mondo chissà... :-)

    # Emanuela:

    una parte delle riflessioni che sto elaborando riguarda appunto se valga la pena far leggere, conoscere, ciò che scriviamo/pensiamo, oppure se faremmo meglio a divertirci in altro modo, consumando meno tempo, la rete ne occupa troppo.

    Ciao.

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  4. Exodus, ciao!
    Sarà serendipity, ma capito sul tuo post proprio quando mi accorgo che scrivere, per me è molto più importante di quel che pensassi. Sia la stesura, sia la condivisione, seppur limitata.
    Credevo non mi importasse più dedicare tempo a battere sui tasti, ma mi sbagliavo, ne ho sentito la mancanza dopo qualche giorno appena. Ne sono felice e anche no... più che altro perplessa.

    Quanto al tuo zio... non sarà l'ennesima dimostrazione che tutte quelle teorie del trovare il giusto equilibrio, la verità nel mezzo e via dicendo, alla fine son proprio vere e non solo paroline inutili?

    PS:
    A me piace un sacco leggerti, confesso che mi spiacerebbe se ti divertissi in completo isolamento letterario!
    Non ci lasciare!!!
    :)

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    Risposte
    1. # Elisa,

      sono contento che tu abbia creato un nuovo blog in italiano avendo lasciato "l'androide minimalista", che per me era un blog dal nome fantastico. Per i contenuti, seguivo solo quelli low tec, sai io vado ancora di penna e calamaio, ma mi piaceva tanto.

      Quello in inglese "Tao e Bit" per me è off limits, ci sono solo immagini e testi nella lingua di Tony Blair :-(

      Per il nuovo, 2il vuoto nel contenitore"... sei sotto sorveglianza! :-)

      Ciao!

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