Ci sono due modi per cambiare la nostra vita: uno è cambiare il nostro modo di vivere, la realtà che ci circonda; l'altro è intervenire su quel magico, microscopico, interruttore bioelettrico nascosto nei meandri della nostra mente, che cambia la realtà in un clic.


mercoledì 6 aprile 2011

Moh m'incazzo!




Pubblico qui un mio commento rilasciato su di un altro blog. Lo sento davvero mio. E' in risposta ad un eterno bisogno di "evasione verso una vita migliore, una possibile via di fuga..." che continua ad essere confidato alla rete di internet, come un messaggio in bottiglia, alla deriva... fino a diventare stucchevole.


Moh m'incazzo!


M'incazzo perchè ascolto sempre questo discorso e litigo e non ne posso più e non ne parlo più e chiudo con i blog di "libertà, decrescita, fuga dal lavoro e tutto il resto" perchè mi sembrano gestiti da persone che vivono sì nell'illusione (come il 99,99 % dell'umanità) ma sono anche... non lo dico.

M'incazzo ancora di più con chi propone soluzioni poetiche. Quelle da un milione di parole e niente sostanza. Poi ci sono i "pianificatori", quelli che ti dicono di scrivere gli obiettivi, visualizzarli ogni giorno, etc... A quelli sparo. Non sono contro il lavoro necessario per raggiungere nel tempo un obiettivo, anzi sono certo che sia l'unica cosa valida e "seria", duro lavoro. Il resto è fumo negli occhi e chiacchiere. Ma mi si arrovellano le budella quando per l'ennesima volta ci lamentiamo di questa nostra vita così triste in cui l'universo non sta cospirando per renderci felici.


E' questa la vita e noi siamo fortunati. 


Usciamo dall'illusione che sia stata preparata per noi una vita di agi, o quantomeno di minor rompiballe vicino, e che per qualche motivo ce la stiamo lasciando scappare! E' questa la vita. Solo entrando in QUESTA vita sarà possibile viverla, con tutte le sue miserie. L'alternativa non è una porta che si apre per miracolo, per sacrificio, per pianificazione, l'alternativa sono le rughe su di un viso che ti dicono che anche oggi non hai vissuto e di tempo non te ne rimane tanto.

Cerco faticosamente di scriverlo sul mio blog, ma evidentemente sono limitato e anche stanco (tra l'altro sto traslocando) e non riesco a dirlo in maniera efficace: è tutto qui. La vita è questa. Sarà ingiusta, degradante, limitata, ma è questa. Tra l'altro siamo tra i più fortunati del mondo. Quindi la maggioranza delle persone sul pianeta sono più tristi e infelici di noi, oppure c'è qualcosa che non va nel nostro cervello, nel nostro modo di vedere la vita.


E' tutta un'illusione, capite? 


E' un matrix che ha costruito nella nostra testa una realtà alternativa (che non esiste) che prenderà forma quando escluderemo questa realtà che viviamo, quando le sfuggiremo (questa realtà che invece esiste). Noi vogliamo cambiare ciò che esiste con ciò che non esiste. Cosa succederebbe se domani andassi in banca allo sportello dicendo: mi date 100 € (che esistono) adesso e subito, in cambio io ve ne darò 10.000 (che non esistono) un giorno tra non molto. Chi accetterebbe mai lo scambio? Eppure è lo scambio che facciamo con le nostre vite, nell'illusione. 

Ed è un fenomeno relativamente recente, almeno così di massa. Probabilmente nasce con l'illuminismo francese e il rifiuto di Dio. Quindi il rifiuto di un'altra vita e la concentrazione di tutte le proprie forze su di questa, presente. Vogliamo spremerla fino in fondo questa vita, e se non ci accontenta, se non è come avremmo sperato ecco che si trasforma in... un inferno. 

E la vita passa, e facciamo cose, e vorremmo liberarci, e ieri lo schiavo (sì, schiavo) sperava nella vita eterna, oggi spera nel suo meraviglioso progetto di libertà, un giorno. 


Ma non è possibile, ciò che abbiamo è l'oggi. 


Si deve lavorare sull'oggi. Non ci sarà mai libertà. Libertà non appartiene all'uomo, che soffre, si ammala, porta in giro un corpo che non gli piace, si innamora non corrisposto, si appassiona alla natura ma alla natura frega niente di lui e lo lascia decrepito o ne fa cibo per vermi, va al mare e annega, fa il windsurf e si rompe la spina dorsale, lo snowboard e si frattura gli arti, ma questa è la condizione umana, questa vita è prigione.

Vedete l'assurdità del nostro ragionamento, ce la prendiamo con le angherie del lavoro e non con Dio (la natura, il nostro stesso corpo?) che permette che noi invecchiamo, moriamo, soffriamo. 


Osservate come scegliamo l'avversario più debole. 


La Società moderna è l'avversario, disumana, disumanizzante, alienante. E' colpa sua. Però forse, invento, in famiglia non siamo stati davvero amati oppure semplicemente non siamo facili da amare. Però prendersela con la famiglia non è affatto facile, con noi stessi ancora meno, con la Società è più semplice, centriamo su di lei il nostro malessere. In una Società diversa staremmo meglio? O forse, comunque, non sapremmo sfuggire a noi stessi, a ciò che siamo, a ciò che non riusciremmo lo stesso ad ottenere...

Ce la prendiamo, non so, con la politica. Poi viene uno tsunami e causa ventimila morti. Ma non potendocela prendere con una forza così devastante, ci rivolgiamo contro chi, forse, un giorno, potrà lasciarci soli e senza un soldo. Comprendete? Ci siamo scelti i nostri avversari, quelli più debolucci, ma non è detto che siano loro la reale fonte del problema. 

Lascio con una frase che un giorno mi divertirò ad esplorare meglio. Sapete qual'è l'origine del "problema" che sentiamo, che ci poniamo? Sapete dove nasce? 


Il problema nasce dal fatto che noi crediamo di poter trovare una soluzione. 


Per questo non consideriamo più di tanto la morte un problema ma il lavoro, il traffico, lo stress, sì. Per questo accettiamo di non essere abbastanza alti, belli, giovani, ma non accettiamo di non poterci vestire decentemente o di rinunciare a viaggiare. Perché ove pensiamo di poter trovare soluzione, lì la nostra mente farà nascere un problema.


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