Ci sono due modi per cambiare la nostra vita: uno è cambiare il nostro modo di vivere, la realtà che ci circonda; l'altro è intervenire su quel magico, microscopico, interruttore bioelettrico nascosto nei meandri della nostra mente, che cambia la realtà in un clic.


lunedì 31 ottobre 2011

TEMPO






Solo poche parole sulla gestione del tempo: dimenticatevela!”

Timothy Ferris


Impossibile estendere il mio tempo non sarà comunque sufficiente. Lo so, conosco la realtà di ciò che è: inutile programmare, ottimizzare, tagliare, ridurre. Non voglio vivere recuperando le briciole, temendo l'imprevisto che le divora. Voglio essere libero e vivere nell'abbondanza, e questo non potrà mai avvenire se continuo a temere il trascorrere del tempo, il suo fluire spaventosamente rapido, a cercare di ingabbiarlo per piegarlo al mio volere.


D'altronde, quando ho tempo io lo spreco. Non è l'abbondanza o scarsità di tempo a fare la differenza.


Chi ha tempo lo spreca. Chi non ne ha, a volte, sa farlo fiorire. Perché importante è la profondità del tempo non la sua estensione. Dicono di liberare tempo per aggiungere nuovi lavori, obiettivi, realizzazioni, svaghi. Ciò che devo fare, voglio fare, è divertente fare, amo fare. Oppure, stanco, posso non fare nulla e semplicemente riposare.


Questo modello è follia, semplicemente non funziona.


Ho provato, guadagnato tempo, sono stato produttivo, efficiente, efficace. Mi sono fermato a chiedermi se ero soddisfatto del mio tempo. Sì. Poi se ero appagato e felice del mio tempo. No. Tutto quel tempo risparmiato, impiegato, realizzato, eppure non aveva senso perché non ero appagato. Proseguire su questa strada mi avrebbe reso ancor più produttivo, efficiente, efficace, soddisfatto del modo d'impiego, ma non avrei mai colmato il senso di vuoto che deriva dal non essere appagato, in pace, felice di quel momento. Sì, felice.


La soluzione non era lì, non era estendere il tempo. Più tempo per me non significava nulla.


Se non sono appagato il mio impiego del tempo è inutile. Inutile credere che lo sarà domani, impegnandomi di più, facendo di più, avanzando di più, ottenendo più tempo. La meta non è più avanti. E’ semplicemente che ho sbagliato binario. Non essendo appagato, la differenza tra sforzarmi per guadagnare tempo e non fare niente era davvero piccola, non valeva alcun sacrificio. Questa è l'estensione del tempo


E la profondità?


Profondità del tempo è ciò che realizza davvero l'abbondanza.

Profondità è piena accettazione del mio tempo, così com'è.


Profondità è consapevolezza di trovarmi nel posto in cui si devo stare, facendo quello che devo fare, nel tempo opportuno. Profondità è perfezione del tempo stesso. E questo indipendentemente dalla mia volontà, spesso recalcitrante.

Profondità non è tanto o poco, profondità è tutto in quel momento.

Profondità è quel momento in cui sperimento l'armonia delle cose e l'abbondanza. E dopo un po' di semplice pratica non è più un momento ma un tempo. Il mondo si ferma, il tempo rallenta, entro nello stato naturale di consapevolezza in cui vedo il movimento frenetico degli uomini, ma lo vedo svolgersi al rallentatore. Vedo i movimenti delle persone, rallentati, le energie in azione, che precedono ogni tipo di intento, gesto, parola, atteggiamento. Gli scatti nervosi, le rigidità, le posture, i sorrisi, il divertimento, la rabbia.

Non mi serve vedere l'azione, nel mio tempo io vedo le energie e vedo ciò che sarà, non mi serve aspettare il resto, vedo l'energia del corpo e so ciò che sarà, il movimento, l'esito.


Questa è la profondità del tempo. Non c'è bisogno di andare oltre, non è necessaria l'estensione.


Al semaforo l'automobilista da gas, so che alcuni secondi dopo partirà sgommando. Non c'è bisogno di vederlo sgommare, il tempo presente mi ha già rivelato ciò che sarà.

Lei ode rientrare il suo compagno e già ne riconosce l'umore; percepisce la felicità dei figli o la loro angoscia, non occorrono parole.

Entro in ufficio, osservo i corpi, i visi, le contratture, i gesti nervosi, mi dicono già tutto ciò che occorre sapere, tutto il tempo ulteriore passato a guardarli sarà inutile, so già tutto, so come è iniziata e come finirà la loro giornata. Le energie non fanno altro che anticipare l'azione.

Guardo cinque minuti di un dibattito e so ciò che succederà nei successivi novanta. Tutto scritto nei toni, atteggiamenti, nelle intenzioni, scolpito nella pietra dei loro ruoli, non c'è bisogno di seguire oltre, è tutto scritto.

So ciò che dirà il conduttore di quella rete, ciò che ripete da vent'anni. So ciò che dirà quell'altro. E quell'altro ancora. Non li guardo ma so ciò che hanno detto. Lo so perché devono.


Le maggiori differenze fra i vari canali televisivi riguardano tuttora le previsioni del tempo.

Woody Allen


So ciò che accadrà al mio Paese, perché i movimenti delle nazioni sono lenti ma inarrestabili, non si ferma una locomotiva in corsa, occorrono molti anni per rallentare o cambiare direzione. E per il mondo intero è lo stesso. So come evolverà la curva demografica, quanti pochi bambini per tanti anziani, quanto sarà vecchia la mia Società, quanti nuovi problemi; occorrono generazioni per invertire un processo.


Questa è la profondità del tempo. Non c'è bisogno di andare oltre, non è necessaria l'estensione.


La profondità del tempo mi rende libero, finisco subito ma non mi interessa finire, mi interessa abbandonarmi al tempo stesso, il tempo è mio amico, mi regala ciò che desidero.

Per realizzare ciò devo vivere il mio tempo, quello naturale dei boschi e delle colline, del mio respiro che non accelera e non diminuisce nello stato naturale, dell'animale che fiuta il vento e comprende che il predatore è vicino, e fugge. Se accetto il tempo accelerato in cui gli uomini hanno deciso di vivere, non riuscirò a fiutare il pericolo e la bestia mi prenderà. La bestia sarà l'irritazione, l'imprevisto, la rabbia, il nervosismo, il fraintendimento. 

O peggio, la perdita del mio tempo, disperso in ciò che non è. Che non è vero, non è necessario, non colma niente, non riempie niente, non appaga. Il mio tempo divorato dalla bestia che mi ha raggiunto. I miei sensi non erano all'erta, il predatore ha imposto il suo tempo sul mio, sono stato sconfitto.

Nelle arti marziali se l'avversario impone il suo ritmo sul mio, ho perso. Imponendo il suo ritmo ha soggiogato la mia volontà. Se mi costringe ad adeguarmi al suo ritmo ho perso. Se lo costringo ad adeguare il suo ritmo al mio, ho vinto. L'alterazione del tempo, la frenesia di questo mondo non riesce più ad imporsi sul mio tempo, il mio ritmo non viene sopraffatto.


Questa è la profondità del tempo. Non c'è bisogno di andare oltre, non è necessaria l'estensione.


Al contrario, è il mio tempo ad imporsi sul tempo fittizio: è un tempo pulito, chiaro, senza sporcizia, senza incrostazioni. E' un tempo saldo, sicuro, granitico, che segue la sua strada che coincide col tempo degli alberi e delle montagne, che cambiano la forma del mondo. E' un tempo profondo.


Continua...

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sabato 22 ottobre 2011

LIBERTA'


"Insegnami la via della liberazione."

"Chi ti ha incatenato?"

“Nessuno.”

"Allora sei già libero."


Sto sprecando tempo e vita in ricerche vane, pensando di non essere libero?

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domenica 16 ottobre 2011

AH SÌ?




Scoprirono che la bella e giovane figlia era incinta e, montati su tutte le furie, vollero sapere il nome del padre. La ragazza non voleva confessare, ma quando non ne poté più, finì col rivelare che il padre era l'uomo tranquillo e gentile che abitava di fronte.


I genitori furibondi andarono dal vicino mentre lavorava. «Ah sì?» rispose lui.

Quando il bambino nacque, lo portarono all'uomo. Ormai aveva perso la reputazione, e non gliene importava. Si occupò del bambino con grande sollecitudine, si procurava il latte e tutto ciò che occorreva.

Dopo un anno la ragazza non resistette più e disse ai genitori la verità: il padre del bambino era un giovane che lavorava al mercato.

La madre e il padre della ragazza andarono subito dall'uomo a chiedergli perdono, a porgergli le loro scuse e a riprendersi il bambino.

L'uomo non fece obiezioni. Nel cedere il bambino, tutto quel che disse fu: «Ah sì?».


Se so rispondere “ah si?” a ciò che accade, avrò trovato pace.

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martedì 11 ottobre 2011

VOTE FOR MONICA!



La bella ragazza nella foto è Monica di www.turistadimestiere.com, è un bel sito che Vi invito a consultare. E' fatto con passione, amore, è pieno di bellezza e di utili suggerimenti. Ed è gratis.

Fino al 15 ottobre Monica è in gara con altri blogger di viaggi e se il suo sito Vi piace come piace a me... seguite questo link e votatela subito!




Questa invece è la pagina del suo blog in cui si candida al concorso:




C'è una bella gara a chi la vota di più, dato che si può votare ogni giorno, cosa che stiamo facendo!

E' un bel sito, è utile, divertente, pieno di immagini e di colori, fa apparire il viaggio una cosa semplice, naturale, elementare, è per i bradipi come me ce ne vuole;

E' una persona divertente, squisita e gentile;

E soprattutto...

Somiglia tanto alla mia mamma da giovane, che è la donna più bella del mondo!  :-)


Quindi VOTE FOR MONICA! 

Intervenite costanti e numerosi! :-)

Vado a vedere se mi fanno ri-votare non si sa mai...

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domenica 9 ottobre 2011

DILEMMA




Alcuni giorni fa ho incontrato questo post, significativo, Vi invito a leggerlo per intendere meglio il mio piccolo intervento.




Ripropone un tema eterno, in sintesi: affrontare le cose o lasciarsele scivolare addosso? Volare alto  o farsi coinvolgere?

Dato il mio amore per i libri e le citazioni con più di mille anni (vuol dire che qualcosa di serio avevano da dire se sono ancora lì) riporto la frase attribuita a Confucio, uno che sapeva il fatto suo e che ha molte soluzioni che ieri come oggi funzionano. Se non viene ricordato è perché le sue soluzioni sono gratis, i guru moderni non guadagnerebbero niente con lui.

Ecco la frase:


Gli animali che corrono si possono prendere con la rete;

quelli che nuotano si possono prendere con la nassa;

quelli che volano si possono abbattere con le frecce;

ma il drago non so come fare ad afferrarlo:

si innalza nel cielo sui vapori e sul vento.

Oggi ho visto LaoTzu, è simile al drago!


Per Sylvie, l'autrice del post: adesso sai come non farti acchiappare: non correre, non nuotare, non volare, non farti coinvolgere dalle mille cose di questo mondo. Cerca di sorvolare le nubi in basso e non provarti mai a scendere, le cose da lassù si fanno lo stesso, si fanno meglio, e nessuna rete può catturarti!

Ciao!

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sabato 8 ottobre 2011

Una tazza di tè

L'uomo arrivò dal maestro per imparare.


Il mastro lo fece accomodare e preparò il tè.


L'uomo domandava al maestro, esponeva le conclusioni a cui era arrivato, chiedeva lumi su ciò che gli sfuggiva, parlava, dubitava, scherzava.


Il maestro servì il tè. Colmò la tazza dell'uomo e continuò a versare, ancora, ancora, ancora...


"Si versa! - esclamò l'uomo - Non ce n'entra più!"


"Già. E' come la tua testa: talmente piena che non c'entra più niente. Se prima non la svuoti come posso insegnarti alcunchè?"


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mercoledì 5 ottobre 2011

SQUILIBRIO PREVEDIBILE




Queste riflessioni nascono dal divertente post di Sesto Rasi, che Vi invito a leggere prima di continuare, altrimenti non si comprende il resto. L’articolo nasce come commento che volevo lasciare, però mi sono accorto che era troppo lungo e nella pagina non sarebbe entrato, ho la mano veloce :-).




Ecco l’originario commento:

“Io mi sono affaticato solo a leggere la tua quantità di attività. E ho bisogno di più di nove ore di sonno al giorno. Spesso mi concedo sieste tardo-pomeridiane di più di un'ora. Sarà che ho raggiunto i 41, ma non è che a trenta spaccassi il mondo.

La teoria dello squilibrio prevedibile, più tardi definita come sistema 80/20 di Pareto però è la rappresentazione di un fenomeno presente in natura, non di uno sforzo consapevole. Infatti l’autore studiò la distribuzione dei redditi in diverse epoche e ricavò che, in qualunque epoca studiata, la stragrande maggioranza delle risorse era detenuta da pochi gruppi di persone. Poi andò nel suo giardino e si accorse che pochi alberi fornivano la stragrande maggioranza dei frutti. Ecco il sistema definito poi 80/20.

Si accorse che in natura le distribuzioni non sono omogenee ma irregolari. E che tale irregolarità è prevedibile. Quindi, prima ancora che "un mezzo per raggiungere", lo studio di Pareto può essere utilizzato come una "profezia con basi scientifiche". Non è chiaro del perché in natura vi sia questo tipo di allocazione squilibrata.

Sul versante economico, ad esempio, è risaputo che l'Italia ha quattro-cinque regioni che producono PIL e tutte le altre che lo divorano. All'interno di tali regioni solo alcune aree sono altamente produttive. E che in queste regioni produttive lo squilibrio dei redditi è altissimo. La popolazione è concentrata in alcune zone con picchi spaventosi. La produzione agricola idem. E così via...

Nel tuo caso, data la giornata che descrivi, è interessante notare, sempre per il teorema letto in senso inverso in quanto è di una flessibilità sconcertante, che se tu riducessi (se ne avessi voglia) dell'80% il tuo volume di attività, perderesti al massimo il 20% del tuo piacere di vivere. Probabilmente molto meno. Sono numeri enormi ma è facile notare che da soli mangiare, dormire, muoversi in libertà, essere sani, avere rapporti affettivi gratificanti, pensare liberamente, rendono già più dell'80% del piacere di vivere, il restante per quanto possa sembrare importante copre a malapena il 20 residuo. Molto meno credo. Ci arrabattiamo per una briciola del totale di soddisfazione vitale considerandolo il centro del nostro mondo. Dovremmo invece puntare sull'80% per massimizzare il nostro risultato in termini di piacere di vivere. Così, una maggiore attenzione a:


Mangiare, dormire, muoversi in libertà, essere sani e avere rapporti affettivi gratificanti, pensare in libertà...


è l'investimento tecnicamente più produttivo in termini di felicità vitale.

L'attenzione a queste attività dovrebbe essere al centro di tutto perché... per quanto possiamo dedicarci ad altre attività, coltivare altri sogni, la "resa" sarà sempre inferiore al raccolto che otteniamo da queste semplici azioni principali.


Qualunque cosa facciamo, comunque lo facciamo, per quanto ci sforziamo, otterremo ben poco rispetto a ciò che può essere ottenuto da queste attività centrali.


Davvero interessante è che queste attività, per essere portate ad un livello più alto di resa vitale, non richiedono grossi investimenti. Mangiare meglio, dormire di più, muoversi, curarsi, intrattenere rapporti, anche con un animale domestico di cui prendersi cura, fermarsi a pensare, a pregare, non richiedono spropositi di tempo ma la consapevolezza di essere cose veramente importanti. Che è lì il centro, il focus. Che fuori da ciò, vi sono solo le briciole. Già il solo tempo trascorso per svago davanti ad internet, che non so quanto soddisfazione vitale possa dare ma di certo meno delle attività che ho citato prima, basterebbe a massimizzare la soddisfazione vitale negli altri campi."


Ringrazio Sesto Rasi per il post da cui ho tratto spunto (anche se non ho mai capito che 'azz di pseudonimo sia il suo!) aggiungo che il teorema di Pareto è molto più di questo, può rivelare delle realtà davvero incredibili, la più divertente delle quali, per me, in questo momento, è la semplice constatazione che essendo il piacere di coppia per l'80% concentrato nel 20% del tempo, alcune coppie storiche decidono di convivere solo nel week end. Da quel 20% di stare insieme ricavano l'80% delle soddisfazioni e poche rogne. Ma c'è molto altro (oh se c'è!) e posso invitarvi ad uno studio, o se vi va potremmo riparlarne.


Buona serata a tutti.

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martedì 4 ottobre 2011

CINQUE MIGLIA



Gudo era l'insegnante dell'imperatore, viaggiava solo come un mendicante girovago. Una sera in cammino verso Edo fu sorpreso da una burrasca in un piccolo villaggio. Bagnato fradicio, i sandali di paglia in pezzi, vide quattro paia di sandali sul davanzale di una casa colonica e decise di comprarne uno.


La donna che gli vendette i sandali, vedendolo inzuppato, lo invitò a passare la notte con loro. Gudo accettò con molti ringraziamenti. Lo presentarono ai figli della donna e a sua madre. Vedendone l'aria afflitta domandò se ci fosse qualcosa che non andava.

“Mio marito gioca d'azzardo ed è un beone. Quando gli capita di vincere si ubriaca e diventa manesco. Quando perde si fa prestare i soldi e si indebita. A volte, ubriaco fradicio, nemmeno rincasa. Cosa posso fare?”

“Ecco un po' di denaro. Procurami un gallone di vino buono e qualcosa da mangiare. Poi andate a dormire.”


A mezzanotte il marito rincasò ubriaco:

“Cosa c'è da mangiare?” gracchiò.
“Qualcosa ce l'ho io - rispose Gudo – Ecco, prendine pure.”

L'uomo tutto contento bevve subito il vino e si sdraiò sul pavimento. Gudo meditò accanto a lui.


La mattina dopo l'uomo si svegliò e vedendo Gudo in meditazione salto su e strabuzzò gli occhi.

“Chi sei?” chiese.
“Sono Gudo di Kyoto e sto andando a Edo.”

L'uomo provò un immensa vergogna e continuò a scusarsi con l'insegnante dell'imperatore.

Gudo sorrise: “In questa vita tutto è instabile. La vita è brevissima. Se continui a giocare e bere non farai nient'altro. E farai soffrire la tua famiglia.”

L'uomo rimase scosso, la sua coscienza come uscita da un sogno parve tornare in lui.

“Come posso ricompensarti per le tue parole? Lascia che ti accompagni e che ti porti il bagaglio per un pezzo di strada.”
“Come vuoi.”



“Torna pure indietro” disse Gudo dopo un po'.
Altre cinque migliapropose l'uomo.


“Ora puoi tornare indietro” disse Gudo.
Cinque miglia soltantochiese l'uomo.


“Adesso torna indietro” disse Gudo.
Cinque miglia ancorapregò l'uomo.


Mu-Nan, successore di Gudo, maestro di maestri, l'uomo che non tornò mai indietro.


Qualunque sia oggi la tua strada, non guardare indietro mai.

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