Scoprirono che la bella e giovane figlia era incinta e, montati su tutte le furie, vollero sapere il nome del padre. La ragazza non voleva confessare, ma quando non ne poté più, finì col rivelare che il padre era l'uomo tranquillo e gentile che abitava di fronte.
I genitori furibondi andarono dal vicino mentre lavorava. «Ah sì?» rispose lui.
Quando il bambino nacque, lo portarono all'uomo. Ormai aveva perso la reputazione, e non gliene importava. Si occupò del bambino con grande sollecitudine, si procurava il latte e tutto ciò che occorreva.
Dopo un anno la ragazza non resistette più e disse ai genitori la verità: il padre del bambino era un giovane che lavorava al mercato.
La madre e il padre della ragazza andarono subito dall'uomo a chiedergli perdono, a porgergli le loro scuse e a riprendersi il bambino.
L'uomo non fece obiezioni. Nel cedere il bambino, tutto quel che disse fu: «Ah sì?».
Se so rispondere “ah si?” a ciò che accade, avrò trovato pace.
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Senti Exo, un giorno mi spiegherai la via della tua saggezza.
RispondiEliminaConsiderare questa vita l'antipasto di qualcosa di immenso.
RispondiEliminaUn bel viaggio quindi, in cui devo solo... viaggiare, godermelo, imparare, e non dimenticare che la meta è un'altra, non è qui.
Fatto questo, il resto viene da sé.
Ciao.
Sì, questo tuo pensiero profondo, l' ho sempre intuito. Quella meta, fine ultimo che dà un senso al nonsenso, sottende i tuoi post e i tuoi commenti. Io questo senso lo cerco da una vita, ma non riesco a farlo mio ... è una sterile tensione, che vacilla al minimo alito di vento
RispondiEliminaLeggendoti mi ritorna l' eterna domanda: ma è un dono o il frutto di una ricerca continua?
E' una domanda che porgo a me stessa, non intendo farti un interrogatorio :)
Buona domenica!
"Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituito perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga"
RispondiEliminaGiovanni 15,16
L'importante è adempiere a quello per cui sono stato scelto, qualunque cosa sia, piccola o grande, nota o ignota, l'importante è adempiere al compito.
Solo lì mi sentirò tranquillo, "a casa", realizzato, saprò che chi mi ha scelto è orgoglioso di me. E' importante sapere che chi mi ha scelto è orgoglioso di me, molto importante. Non c'è alcun altro riconoscimento che possa avere valore se manca questo, non mi appagherà niente, avrò cmq fallito.
Dimenticavo: è importante adempiere a ciò che è stato scelto per me, non a ciò che ho scelto io. Spero che questo risponda alla tua domanda: "è un dono o è il frutto di una ricerca continua"? E' prima di tutto comprendere che sarai chiamato a rinunciare ai tuoi sogni per il sogno di un Altro. Se superi, accetti, questa fase, la differenza tra scelta e ricerca scompare, perchè entri in armonia. Non c'è più differenza tra "ciò che scegli" e "ciò che è". Scegli "ciò che è". O, per giocare un po' con le parole (ma non tanto), scegli "Colui che è".
Grazie infinite ... Imprimerò nella mente ... e nel cuore
RispondiEliminaLa settimana passata io sono riuscita a dire "ah si?" ... ma dentro mi rodeva tantissimo ... non credo sia valido così ...
RispondiEliminaCi devo lavorare ancora un pchino ...
Buona settimana
# Emanuela:
RispondiEliminaEh, ma dopo un po' di allenamento non solo funziona (non ci pensi più e scorre via) ma è la controparte a farsi venire il mal di stomaco :-)
Gli "ah si?" che dico di solito li dico quando sono distratta. Non mi piace come risposta, perché vuol dire che non ho partecipato alla discussione con interesse e chiudo con un banale "ah si?".
RispondiElimina"Se so rispondere “ah si?” a ciò che accade, avrò trovato pace" non credo! Dipende!
# Tiziana:
RispondiEliminaio lo credo perché lo sperimento. Però non è facile come sembra, servono anni di allenamento. E servono perché si ha sempre paura di offendere, di, come scrivi, "chiudere con un banale: ah sì?". Capisco che per te è importante comunque sembrare "interessata alla discussione" anche se magari non lo sei. E comprendo queste regole di vita sociale.
Comprendo che uno creda che sia importante essere interessati. Anche se impotente, cmq si vuol essere interessati, mostrare partecipazione, condividere, e in questi casi, usare "Ah sì" non ti fa realizzare tutte queste cose.
La cattiva notizia è un'altra: non si può avere la "partecipazione" nel modo in cui ho scritto prima e la pace. Sono cose inconciliabili. Messa giù così è dura ma non puoi avere tutto. Citando il Vangelo: "Del mondo ma non nel mondo". Dentro ma, in fondo, non interessato a questo mondo. Non interessato. Almeno non nel cristianesimo originario. "Ah sì?".
Qualche esempio:
"E' giusto pagare le tasse a Cesare?"
"Dai a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio"
Chiuso discorso.
Detto altrimenti: "Ho pagato un mucchio di tasse". "Ah sì?"
"E' un Governo di ladri". "Ah sì?"
"Non preoccupatevi per quello che mangerete né per quello che berrete"
Altro "Ah sì" micidiale.
Detto altrimenti: "Non arrivo a fine mese". "Ah sì?"
Etc... Etc...
Comprendo il tuo discorso, non posso darti torto, non posso dirti che sarai in pace dicendo "Ah sì" perché forse ti sentirai in colpa.
Io no, naturalmente. Io con "Ah sì" sono rinato. Mi rispetto di più, mi rispettano di più. Si eliminano tutti i rapporti inutili, rimangono quelli solidi, con il tempo e spazio guadagnati si creano nuovi rapporti. Ma è un'esperienza, non si può spiegare.
Però ti posso assicurare una cosa, semplice, verificabile, immediata: se fai ciò che hai indicato nel tuo commento non avrai pace. Magari ci saranno periodi di bonaccia, di quiete relativa, ma la pace no. Se prendi consapevolezza di questo, che la pace interiore non si ottiene con il tipo di interesse di cui parli, magari vorrai provare a dire anche tu "Ah sì" e vedere che succede. Potresti sorprenderti e piangere di gioia sentendoti libera. Eh, ma anche questa è una mia esperienza, non si può spiegare :-)
Povero bambino sballottolato come un pacco...scusa ma se si cambia prospettiva i fatti assumono sfaccettature multiple e questa non è una gran visuale.
RispondiEliminaP.S.
Il pesciolino attendeva tra gli scogli la morte dello squalo sfincato dalla fame.
# Mark:
RispondiEliminaHo fatto una tesi di laurea in cui ho scoperto che il 50% dei giovani che arrivavano alla visita medica in Francia durante la rivoluzione industriale erano menomati fisicamente, a causa del lavoro minorile. Per questo sono nate le leggi a protezione del lavoro minorile in Europa, per garantire un esercito efficiente.
(Per non parlare del tasso spaventoso di alcolismo e suicidi, ma quelli alla visita medica non arrivavano).
Hai ragione, se ampliamo la visuale, vediamo che il nostro mondo (ricco) che critichiamo è una meraviglia e pure ci lamentiamo!!!
Guarda, il pesciolino sarebbe morto di fame prima dello squalo.
uhm...uhm...io evidentemente devo ancora fare quel passo che a te è riuscito così bene. Io sono una passionale (nel senso di appassionata) che prende a cuore molte cose/persone/progetti/sentimenti e quindi mi riesce difficile avere quel tipo di "distacco"...un po' lo invidio e un po' no. Credo di avere ancora bisogno di essere "del mondo e nel mondo".
RispondiElimina# Turista a Londra:
RispondiEliminaMa non si tratta di "distacco", anzi è "pieno inserimento".
L'esempio che amo fare è quello dello specchio, che riflette il momento presente. Una persona passa, lo specchio riflette l'immagine, arriva un'altra persona, lo specchio riflette la nuova immagine.
Tu sei a roma, ammiri Roma, il giorno dopo sei a Londra, vivi Londra senza penare a Roma.
Sei a Londra, non pensi che il giorno prima hai avuto una litigata furibonda con tuo marito, ti godi Londra.
Quello che "scivola di dosso" non è l'adesso ma l'ieri. PErchè se c'è l'ieri presente, non può esserci spazio nella mente (cosciente) per l'adesso. La testa è da un'altra parte. Non si è "qui ed ora". Il "distacco" è solo nei confronti di un passato che già non esiste più.
Appassionarsi, entusiasmarsi del momento presente è la cosa più bella della vita. Il problema è quando ti appassioni del momento passato (che non esiste più). E spesso del momento futuro (che potrebbe non arrivare mai).
"Ah sì", non è distacco, anzi presuppone azione, muoversi, fare, cercare il latte al bambino. Diventa distacco quando devi lasciare il piccolo ai suoi veri genitori, il passato in cui l'hai allevato così difficile da lasciare, è lì che "Ah sì?" diventa importante. non è "apatia", ma piena accettazione di "ciò che è".
Diciamo che è un viaggio che per essere goduto richiede la piena presenza di spirito. Scompare il ricordo di altri viaggi, altre situazioni, dei problemi lasciati a casa, si vive solo l'attimo presente. Il resto è solo "Ah sì?".
:-)
Io invece non voglio essere "del mondo": ha la cattiva abitudine di divorare i suoi figli, è come un padrone che alla fine "non paga". E dato che sono abituato "ad essere pagato", non ho nessuna intenzione di sprofondare in quelle sabbie mobili, le lascio volentieri agli altri!
C'è un bel salmo (il 126)che dice, in sintesi: i progetti riescono solo agli amici di Dio, a colui il quale egli dice di sì. Se dice di no, niente da fare. Se sei amico di Dio, le cose te le regala nel sonno. E' un po' dura ma, arrivato ai 41, mi rendo conto che è tutto vero.
ah ecco. Letta così ha tutto un altro senso. Allora io faccio ufficialmente parte degli Ah si??? Io vivo l'attimo. Ho fame del presente. Voglio viverlo, consumarlo fino all'ultima frazione di secondo. Difficilmente mi guardo indietro. Non so vivere nel passato. L'unico mio problema è il ricordo. Io non dimentico nulla. Che è diverso dal vivere di ricordi, intendiamoci. Ma non scordo niente. E se dopo 10 anni succede un fatto, io riporto a galla tutto quello che in qualche modo può essere legato a quel fatto. E questo non è un bene. Potrebbe farmi espellere dagli "Ah sì???". Proverò a "correggere" questo modo di essere, ma non completamente. Ricordare chi mi è stato amico, anche dopo 30 anni, non è un male. P.S. ma sei un giovincello!!! ;)
RispondiElimina# Turista di passione:
RispondiEliminaAhem...
allora non somigli alla mia mamma solo fisicamente...
Tu ricordi tutto, probabilmente ricordi anche le emozioni che hai provato in quel momento, le inezie, le minuzie, le insignificanze che agli altri sfuggono e probabilmente sei in grado di fare connessioni tra i vari accadimenti che agli altri sfuggono. E probabilmente a volte hai l'impressione di "pensare troppo". E a volte, forse, "di non essere di questo mondo". Forse mi sbaglio. Se non mi sbaglio e sei così, è normale, è probabile che tu sia una "destro-dominante". Questo è un bene, ma, se quello che dico su di te è corretto, solo il 10, max 15% della popolazione mondiale ha questa particolare fluidità di pensiero e non essendo comune, anzi raro, ci si convince piano piano che "forse non è un bene".
Se vuoi un'altra volta ne riparliamo... :-)
Cmq tu non fai sforzi per ricordare. E' parte di te, ma quasi non lo controlli, il flusso di pensieri arriva e basta. Nessun controllo nè tentativo di controllo nè sforzo, tutto fluisce senza sforzo. E' nella tua mente e viene fuori all'occorrenza. Se non c'è sforzo va bene, sei parte degli "Ah sì?".
Il problema semmai è un altro: il flusso è troppo veloce per poter essere controllato, incasellato, immagazzinato. Pensieri, ricordi, memorie, intuizioni, alternative si aprono e sembra impossibile districarsi, abbracciarle tutte, selezionarne alcune e lasciar perdere le altre, anche perchè non se ne vanno e si interesecano tra di loro dando luogo a nuove magnifiche combinazioni. C'è troppa abbondanza di bellissimi pensieri. Si rischia di concludere molto meno di ciò che si potrebbe qualora non vi fosse questo magnifico flusso di bellezza, di vita che riemerge così nitida e sensuale. Si rischia di perdersi in un bicchiere d'acqua.
Se non sto dicendo cavolate su come funziona il tuo pensiero... beh, è un lungo discorso magari se sei interessata qualche volta ne parliamo :-)
Ciao!
Ogni tanto ripasso a leggere post e commenti. Io sto vivendo giornate in cui gli "Ah sì??" si dovrebbero sprecare, e ne sono consapevole, so perfettamente cosa intendi con quell' "Ah sì?". Eppure mi rendo conto che ho due pesi e due misure: se riguarda me un bel "Ah sì?" ci sta, e viene dal cuore (o dalla pancia ...) Ma se rigurarda i miei cuccioli mi accorgo che ringhio come una mamma lupa che difende i suoi cuccioli dallo sciacallo, e mostra i denti, e morde se necessario ... e quell' "Ah sì?" nn passa nemmeno per la testa. Due pesi e due misure?
RispondiElimina# Emanuela:
RispondiEliminaNo è solo paura.
La verità è che non si lavora sull'"ah sì", o sulla paura, si lavora sull'uomo nella sua integrità altrimenti un progresso in un campo viene subito vanificato dalla carenza in un altro. Ci vuole tempo, e fatica, e amore, e...
Nel tempio Shaolin, per essere ammessi, stavi giorni davanti alla porta del tempio al freddo e affamato, poi ti portavano da mangiare. Chi mangiava non poteva entrare. Credo la vita sia un po' così: hai molte cose da "mangiare", se le mangi non progredisci spiritualmente, ti distrai, saranno anche buone. "Molti i chiamati e pochi gli eletti". Chi decideva di entrare nel tempio sapeva che nient'altro nella vita avrebbe potuto saziarlo, per questo resistevano fino alla fine, fino ad essere ammessi.
LAvorare in un campo della propria esistenza senza curare gli altri è inutile. D'altronde è anche impossibile seguire tutti i campi contemporaneamente. Allora come si fa? E' molto semplice, anche se le parole volano e non sono la realtà, possono solo indicarla: si punta a ciò che sintetizza tutte le cose, che le include in sè. Se l'hai trovato, se dopo tanto cammino ne sei certa, mangi solo quello ed è come se mangiassi tutto, e progredisci in tutti i campi della tua vita fisica e spirituale. Ciò che scrivo non è semplice e non vuole esserlo, ma trovo già troppa letteratura (libri, giornali, siti, mentalità) che inganna le persone, me per primo, lasciando poi con un pugno di mosche in mano e tanto, tanto disillusi. Non me la sento di fare lo stesso, non dopo che ho visto quale vuoto terribile c'è dietro: un vita sprecata in cose inutili e che non funzionano... oppure, se vuoi, un gatto castrato e sempre chiuso in casa che non sa cos' è il mondo e l'amore. Se esce fuori e sopravvive non tornerà più. Io non torno più in quella gabbia.
scusa ma...quando sei entrato nella mia testa??? Io non ricordo di aver aperto la porta...ma almeno, hai bussato educatamente??? :D Confermo e sottoscrivo tutto. Io non faccio nessuno sforzo a ricordare. Riemerge tutto in maniera cristallina, comprese le emozioni, come se le avessi provate un secondo prima...ed è vero pure che la mole di pensieri è talmente ingombrante che a volte mi sento sopraffatta da "tanto sentire". Avrei bisogno di una giornata di 72 ore per fare tutto quello che vorrei (e potrei) :( Parliamone sì: hai una ricetta per "sentirmi di questo mondo"??? P.S. mettimi in contatto con questo 15% di popolazione, please! :P
RispondiEliminaBeh, ho già scritto che somigli alla mia mamma (la donna più bella e più pazza del mondo :-))
RispondiEliminaNon mi stupirei se tu avessi o abbia avuto delle percezioni molto forti, dei sensi di deja-vu che però per te sono vere e proprie premonizioni, senso di essere già stato in un posto, aver già vissuto quello stato d'animo in quel posto, così vivide che non sai come comportarti, se immergerti in esse o sfuggirle...
Aehmmm stiamo andando oltre, però se le hai provate, soprattutto da ragazza, e nessuno ti ha dato retta, beh sappi che sei perfettamente normale, è solo che certi sensi (normalissimi) non essendo diffusi nella popolazione, si tende a negarne l'esistenza.
Per il resto... Se vuoi posso scrivertene per e-mail, fammi sapere, la mia è exodus2010@katamail.com.
A proposito: la porta (la tua testa) è sempre stata aperta, si vede dal tuo blog, da ciò che scrivi, è solo che tu vivi in un posto a cui può arrivare solo chi già conosce la strada. Ovvero: non basta aprire la porta, occorre anche che qualcuno "veda" ciò che c'è davvero dentro. Spesso si guarda ma non si può vedere.
Per la ricetta per sentirti un po' di più "di questo mondo": beh, è un po' più complicato di così :-). Ti piacerebbe davvero sentirti "di questo mondo"? Credi che ti sentiresti meno sola? Se hai tre occhi e vuoi vivere in un mondo che ne ha due devi strappartene uno. Sarai la stessa di prima con un occhio in meno. Sarai "di questo mondo" ma rispetto a prima avrai perso molto. E il 15% di "destro-dominanti": c' è una brutta notizia... la maggior parte di essi è stata "corretta". Non vivono più su quelle ali, sono scesi per non dare fastidio a chi gli stava intorno, per essere "come gli altri". E' difficile portare un mondo intero in sè, se questo mondo sei l'unico a vederlo, vorresti condividerlo, solo che per farlo devi strapparti l'occhio.
C' è poi un problema che ti accenno soltanto: se una persona "di questo mondo" incontra un'altra persona "di questo mondo", essi condividono questo mondo, bello o brutto che sia.
Ma se una persona che "porta il mondo in sè" incontra un'altra persona che "porta il mondo in sè", non è detto che condividano lo stesso mondo. Non sarà quello che la gente comunemente vede, e non sarà neppure il mondo che vive in uno dei due, sarà qualcosa di nuovo, sfolgorante e potenzialmente rischioso. Immagina un'altra persona che ha energie per una giornata di 72 ore e ti incontra... Si scatena un'energia che va oltre la giornata di 200 ore, e non è detto che queste energie non entrino subito in conflitto, in interferenza subitanea, è come sovraccaricare due grosse pile. non è detto che ciò accada, ma due gatti castrati vanno più d'accordo che due gatti selvatici.
Non è detto che incontrare il 15% residuo (di meno, molti sono corretti) sia per te un guadagno.
Eh sì, c'è tanto da dire, se ti va scrivimi, altrimenti goditi il mondo che è già in te e non cercare di essere "di questo mondo", non sei nata per quello :-)
Ciao!