Ci sono due modi per cambiare la nostra vita: uno è cambiare il nostro modo di vivere, la realtà che ci circonda; l'altro è intervenire su quel magico, microscopico, interruttore bioelettrico nascosto nei meandri della nostra mente, che cambia la realtà in un clic.


martedì 4 ottobre 2011

CINQUE MIGLIA



Gudo era l'insegnante dell'imperatore, viaggiava solo come un mendicante girovago. Una sera in cammino verso Edo fu sorpreso da una burrasca in un piccolo villaggio. Bagnato fradicio, i sandali di paglia in pezzi, vide quattro paia di sandali sul davanzale di una casa colonica e decise di comprarne uno.


La donna che gli vendette i sandali, vedendolo inzuppato, lo invitò a passare la notte con loro. Gudo accettò con molti ringraziamenti. Lo presentarono ai figli della donna e a sua madre. Vedendone l'aria afflitta domandò se ci fosse qualcosa che non andava.

“Mio marito gioca d'azzardo ed è un beone. Quando gli capita di vincere si ubriaca e diventa manesco. Quando perde si fa prestare i soldi e si indebita. A volte, ubriaco fradicio, nemmeno rincasa. Cosa posso fare?”

“Ecco un po' di denaro. Procurami un gallone di vino buono e qualcosa da mangiare. Poi andate a dormire.”


A mezzanotte il marito rincasò ubriaco:

“Cosa c'è da mangiare?” gracchiò.
“Qualcosa ce l'ho io - rispose Gudo – Ecco, prendine pure.”

L'uomo tutto contento bevve subito il vino e si sdraiò sul pavimento. Gudo meditò accanto a lui.


La mattina dopo l'uomo si svegliò e vedendo Gudo in meditazione salto su e strabuzzò gli occhi.

“Chi sei?” chiese.
“Sono Gudo di Kyoto e sto andando a Edo.”

L'uomo provò un immensa vergogna e continuò a scusarsi con l'insegnante dell'imperatore.

Gudo sorrise: “In questa vita tutto è instabile. La vita è brevissima. Se continui a giocare e bere non farai nient'altro. E farai soffrire la tua famiglia.”

L'uomo rimase scosso, la sua coscienza come uscita da un sogno parve tornare in lui.

“Come posso ricompensarti per le tue parole? Lascia che ti accompagni e che ti porti il bagaglio per un pezzo di strada.”
“Come vuoi.”



“Torna pure indietro” disse Gudo dopo un po'.
Altre cinque migliapropose l'uomo.


“Ora puoi tornare indietro” disse Gudo.
Cinque miglia soltantochiese l'uomo.


“Adesso torna indietro” disse Gudo.
Cinque miglia ancorapregò l'uomo.


Mu-Nan, successore di Gudo, maestro di maestri, l'uomo che non tornò mai indietro.


Qualunque sia oggi la tua strada, non guardare indietro mai.

7 commenti:

  1. però ha abbandonato la famiglia, la saggezza e il sapere valgono una vita senza affetti?

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  2. White Rose:

    Ho proprio intenzione di chiedere la stessa cosa a San Pietro mentre transito per entrare in paradiso: anche lui lasciò moglie, figli e suocera in casa...

    diamo un'occhiata a miliardi di anime conquistate dal cristianesimo in duemila anni e gli chiedo: "ma secondo te ne è valsa la pena?"

    Spero che abbia il senso dello humour, potrebbe iniziare a menarmi.

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  3. Dimenticavo:

    Mu-Nan, non credo che cercasse sapere o saggezza, anche perchè non doveva aver neppure del tutto smaltito la sbornia, credo semplicemente che avesse compreso quale doveva essere la sua strada e non si voltò più a guardarsi indietro, tutto qui.

    Ciao. :-)

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  4. Perchè non dovrei guardare indietro, di cosa dovrei aver paura?
    Sono un uomo, non aspiro a diventare maestro, ma allievo degli aglievi fino all'ultimo giorno.
    Anche in questo caso mi sembra di constatare che il ruolo di Gudo è più importante dell'essenza...se non fosse stato insegnante dell'imperatore avrebbe continuato a gozzovigliare?
    Mi rendo conto di esser pieno di sconcertanti dilemmi ;-)

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  5. # Mark:

    Beh, ti sei risposto da solo :-)

    Se guardi indietro ti porti dentro il dilemma (ciò che sarebbe potuto essere, l'illusione);

    però credo che un passo importante sia proprio questo, e non tutti, anzi pochi, ad un certo punto prendono questa decisione: basta dilemmi, mai più.

    Quando hai operato questa scelta, non guardi più indietro.

    Sei nottambulo anche tu, eh?

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  6. Beh, per Gudo non credo ci sia un'essenza, il buddismo zen presuppone un "vuoto" che possa essere riempito dall'esperienza presente, quindi non credo che ci sia una scissione tra apparenza e sostanza come operiamo noi.

    Il solo porsi il problema dell'essenza e apparenza rivela il conflitto, la scissione, forse Gudo non ce l'aveva o cmq la combatteva ogni giorno.

    Però per tutto il resto del mondo, sicuramente conta l'apparenza, la maestria sta nel non cadere nella stessa trappola (l'apparenza) in cui cadono tutti gli altri. Anche se per tutti tu sei "l'insegnante dell'imperatore", per sè stesso magari, Gudo era solo... niente...?

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  7. Gudo era solo... niente...
    Questa mi piace parecchio come il concetto del "vuoto"...:-)

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