Vi invito a leggere il bel post pubblicato a questo indirizzo prima di proseguire, dal titolo "Il minimalismo è roba da ricchi?":
http://www.landroideminimalista.com/2011/03/il-minimalismo-e-roba-da-ricchi.html
Possiamo chiamarlo minimalismo, downshifting, o con qualche altra sigla che va per la maggiore, l'importante è il senso dell'intervento, molto interessante.
Poi ho inviato un commento che ho deciso di pubblicare anche qui, eccolo:
"Ciao, splendido post.
Se permetti vorrei intervenire, anche se un po' in ritardo :-)
Do' un'interpretazione ristretta di minimalismo, tanto per dialogare:
Il minimalismo è sicuramente un fatto elitario, è diffuso solo in quel 20% della popolazione mondiale che si pappa il 90% delle risorse, la parte più ricca insomma. Per essere minimalisti occorre necessariamente essere ricchi, dove essere ricchi può essere semplicemente la fortuna di nascere in un opulento paese dell'occidente in cui si mangia tre volte al giorno. Non la percepiamo come "ricchezza" a causa della nostra forma mentis, ma come definire una situazione in cui si è più ricchi dei restanti 4,8 miliardi di persone?
In questa enclave, in questo "cru" di ricchezza, anche se non percepita, nasce il fenomeno, Che poi riguarda solo una minoranza di persone, diciamo, toh, esageriamo, 5 su cento? Le crème de la crème, il 5% del 20%.
Sì, è snobismo elitario, ma non viene percepito come tale, così come non osiamo definire "ricca", con i nostri parametri, una persona con un tetto sopra la testa che non ha problemi alimentari. Allora possiamo fermarci a considerare solo quell'eden ricchissimo che conta il "miglior" 20% della popolazione mondiale. E' comodo ma non produttivo, se si segue questo principio, che poi è quanto si fa ogni giorno, non ha senso parlare di "minimalismo", ma di "perfetto adeguamento ad una mentalità corrente che guarda solo la ricchezza e finge di interessarsi ad altro". Finge di parlare di altro. E sguazza nell'opulenza. Se il "minimalismo" guarda solo la ricchezza, solo il “nostro mondo” (ricco come prima definito) non ha ragione di esistere, ed è ciò che abitualmente succede.
Allora come definire il movimento con le caratteristiche di cui parli, cos'è?
Semplice, è un istinto naturale o un costrutto mentale, psicologico. E' naturale se fai delle cose senza chiederti se siano minimaliste o no, senza sforzo; in caso diverso è un costrutto psicologico che richiede uno sforzo per essere mantenuto. Si dimostra facilmente: se non attui questo sforzo il costrutto psicologico collassa, smette di esistere e torni ad essere "te stesso" che fai quello che ti aggrada e non è detto che si abbia voglia di limitarsi.
Attenzione, non bisogna confondere la precarietà, povertà con il minimalismo, così come un matrimonio imposto non è un matrimonio d'amore. Il risultato è lo stesso (minor spesa o matrimonio), ma è chiaro l'abisso che li separa e li rende inconciliabili.
Se uno mangia carne, e quindi alimenta un industria che produce 1/4 del totale dell'effetto serra esistente, danni incalcolabili all'ambiente con l'allevamento intensivo, depauperamento delle risorse idriche, alimentari, è definibile "minimalista"? (Basti pensare che un animale si beve da solo 200 litri di acqua al giorno!!). Allora è minimalista? Oppure un vegetariano con l'IPhone, e la Maserati alla fine si scopre che è lui il minimalista inconsapevole.
I minimalisti adorano viaggiare? Qual è il consumo di carburante pro-capite per chi viaggia in aereo? Io ho fatto il conto una volta, ho scoperto che se uno prende l'aereo per svago, tutto è tranne che minimalista, in termini di consumo della risorsa tecnologica più preziosa (petrolio), semplicemente non può esserlo. Posso anche svaligiare i negozi per le feste, se faccio vacanze a km zero, sono io il minimalista, anche se non penso troppo a come esserlo. Chi viaggia per svago in aereo no, per semplici vincoli tecnologici.
Mi piace la Sanità Pubblica? Attenzione, come si fa ad essere "minimalisti" quando si mantiene la più grande macchina distruggi risorse economiche delle nazioni, che è la Sanità Pubblica per l'appunto. Il settore pubblico è per sua natura ipertrofico, gestire milioni di esenzioni non è come arrivare alla cassa e pagare, è molto più complicato. Quindi non posso essere "minimalista" se apprezzo la gratuità delle cure, devo per forza essere "complessista", ove la complessità e la ridondanza assicurano equità.
Sono solo alcuni dei tanti paradossi non risolvibili, mi fermo qui, spero di aver saputo rendere il tutto.
Cos'è allora minimalismo? E' quella cosa che ha senso solo se non ti chiedi cos'è, perché non esiste. O meglio è solo una classificazione di diversissimi comportamenti individuali che per semplicità rimettiamo in una categoria. Nasce da dentro, non richiede sforzo, se lo richiede è un costrutto.
Forse però potrebbe avere un senso, un bel senso. Potrebbe significare "essere sé stessi", e basta, senza aggiunta di altro. Ecco, lì si è proprio al minimo. E senza guardare ciò che fanno gli altri, senza giudicare le loro spese o il loro modello di consumo, disinteressarsene. Altro che minimo! :-) E in questo caso si è minimalisti anche quando si cambia cellulare ogni tre mesi e televisore ogni anno, anche quando si ama il lusso e l'opulenza. Ma si è sempre più leggeri di altri proprio perché si è "sé stessi e basta". Più minimo di così!
Ciao!!!"
Ciao Exodus!
RispondiEliminaTi seguo via RSS e non sai che sorpresa quando ho aperto il lettore di feed e ho trovato il tuo commento al mio post Ti confesso che mi sono emozionata a scoprire ti ha ispirato una bella riflessione come questa.
I paradossi che citi sono sensati e sono solo una piccola parte di tutti quelli che il "minimalismo" , inteso come corrente e come "regola generale", solleva. Io sinceramente ci penso per amore della speculazione, ma a dire il vero non li considero davvero rilevanti. Vivere da minimalisti è qualcosa che parte da dentro, e se uno non si sente nell'animo le proprie certezze in merito, probabilmente non è sulla strada giusta.
Quoto in pieno il tuo passaggio:
"Cos'è allora minimalismo? E' quella cosa che ha senso solo se non ti chiedi cos'è, perché non esiste. O meglio è solo una classificazione di diversissimi comportamenti individuali che per semplicità rimettiamo in una categoria. Nasce da dentro, non richiede sforzo, se lo richiede è un costrutto."
Non posso che concordare e farti i miei complimenti per come hai espresso e interpretato l'essenza della mia provocazione: il superfluo da eliminare non è la TV in sè, il viaggio o i mobili, bensì tutto quello che non è davvero nostro e ci è stato imposto dall'esterno.
Un saluto, ci leggiamo presto
Elisa
E'altrettanto vero allora che è costrutto anche chi pubblicizza questo suo modo di vivere? Sarebbe più autentico se lo tenesse per sé senza renderlo troppo di dominio pubblico?
RispondiEliminaIl motivo di chi diffonde la propria esperienza, in mille modi urbi et orbi, è che vuole renderne partecipi altri, perchè anche'essi possano godere della liberazione dalla schiavitù delle cose e dal sistema che ci avvolge....
Uno lo cosnosco e sinceramente ho notato con il tempo una serie di contraddizioni, ma magari sbaglio io. Che ne pensi? Ciao Renato
Ciao Elisa,
RispondiEliminainizio col dirti che io seguo il tuo sito, ma la tecnologia che forma la base dei tuoi ragionamenti, il suo impatto, mi è estranea e mi trovo a spulciare in archivio per trovare qualcosa a cui possa avvicinarmi anch'io. Tanto per dire, ho un cellulare che ha dieci anni, un vecchio PC che se non passo a Linux non ce la fa più, e non so inviare SMS senza impiegarci due ore per digitarli..
Poi io ho letto tutto il tuo post e anche le risposta ai commenti, condividendo tutto. Non ho però compreso perché continuavi a definirla "una provocazione". Non è una provocazione la tua, a mio avviso, semmai è una verità travestita da "provocazione". E mentre leggevo ho sgranato gli occhi perché ci vuole anche coraggio a dire che il re è nudo, quando i lettori che seguono un certo tipo di sito pensano spesso che il loro re è vestito ed è il re degli altri che è nudo. Ovvero che basti non avere la TV, comprare biologico e limitarsi alle cose "utili" per poter in fondo criticare chi non vuole attuare questi comportamenti di consumo o di vita. Davvero, ho trovato pochissimi siti che trattano questo argomento in grado di fare autocritica, anche intelligente, ma autocritica.
Certo, i siti che si interessano di temi come il minimalismo sono abbastanza pochi, ci sono dei portali, ma altro che minimalismo, sfornano trecento articoli al giorno!
Per me, che ho sempre amato studiare i sistemi complessi, è ovvio che l'impatto del comportamento individuale è minimo sulla Società, ed è ovvio che è enorme su sé stessi. L'inganno è nel pensare che cambiando sè stessi cambierà il mondo; ma attenzione, non perché gli altri non seguono il nostro esempio, nooooo... E' proprio che anche il nostro comportamento di consumo in realtà non incide in quanto conta il sistema intero e dovremmo essere disposti a rinunciare ad un sistema, con tutte le cose meravigliose che può offrire. Il comportamento individuale di consumo è quel "di più" che in realtà non ci serve, è superfluo, rinunciamo al superfluo.
Noi vogliamo ordine, pulizia nelle strade, cibo, scuola, sanità, riscaldamento, acqua corrente, alloggi, certezza del diritto, controllo della criminalità, sicurezza nelle nostre case, beni accessibili trasportati tramite strade, ferrovie, aeroporti, traghetti, vogliamo le ferie al mare anche se siamo nati e abitiamo in montagna, vogliamo vedere tutta l'Italia, l'Egitto, il Messico, arrivare alle falde del Kilimangiaro perchè è un'esperienza unica... poi però sappiamo rinunciare all'Iphone...!
Dico Iphone perché sembra che c'è gente appena lo sente nominare gli viene un attacco di bile, mentre se gli dai una beretta 9 mm non fanno una piega, almeno quello non è un giocattolo tecnologico inutile, spara e basta.
A proposito, l'Italia è una grande produttrice di armi e mine antiuomo, quelle però non inquinano, diserbano proprio, e sono made in Italy. Altro paradosso.
Dicevo che è quel sistema che ho citato e di cui abbiamo bisogno che inquina. Quel sistema giuridico, assistenziale, sanitario, viario, scolastico, edilizio, che produce una tale complessità che occorre legiferare di continuo per districarne la matassa. Per semplificare basta raderlo al suolo. Ho in mente una serie di post sull'argomento, chissà quando, vorrei riuscire a raccontare cos'è un sistema e perché una volta impiantato è praticamente inamovibile.
(continua)
(seguito - vedi non so neanche come pubblicare un commento con più di tot. caratteri sul mio stesso blog!!! :-()
RispondiEliminaUna volta ho letto la storia di uno, un impiegato che beveva, tirava notte e di coca, andava a prostitute, mangiava male, ma dal di fuori la sua facciata era "normale". Stette male, andò dal medico, e si disse persuaso che il suo stato di malessere dipendeva dalle caramelle al mentolo che mangiava in buona quantità. Molti discussioni sviluppate nei siti di decrescita mi sembrano dello stesso tenore: si parla sempre delle caramelle al mentolo, del consumo individuale, delle scelte individuali. Poi però, le stesse famiglie, chiedono un'Università vicino casa, per permettere ai propri figli di studiare. Giustissimo. Ma l'impatto ambientale, civile, edilizio, urbano, economico di una simile opera, necessaria, vale un miliardo di scelte individuali. E guai a dire alla gente: facciamo una moratoria, per cinque anni nessuno di voi prende più l'aereo se non per lavoro, così approntiamo scorte di greggio per i tempi bui. Li i decrescisti viaggiatori si scatenano. Ma se si vuole qualcosa occorre anche pagarne il prezzo. A meno che non fai quello che fai con amore, perché ce l'hai nel cuore, senza un obiettivo troppo grande per te, e allora ogni atto trova senso, ogni contraddizione è sanata, ogni dubbio risolto.
C'era un medico militare che non capiva perché dovesse continuare ad esercitare la sua professione, dato che ogni giovane che salvava moriva poco dopo in una nuova battaglia. Perché continuare, era tutto inutile. Poi ritrovò sé stesso, e quando in lui sorgeva la domanda "Perché continui a salvarli?" rispondeva semplicemente:
"Perché sono un medico"
Beh, si potrebbe rispondere, onestamente, perché sono un minimalista. E tanto mi basta.
Elisa, mi piace molto il tuo sito, mi scrivi qualcosa a cui posso arrivare anch'io, di poco techno? Faccio parte di quelle tribù che quando il pc non funziona cominciano a dargli le botte sperando che si riprenda, come le vecchie TV!!
Ciao,a presto!!! :-)
EXO
# Renato:
RispondiEliminavai qui:
http://lamentementecostantemente.wordpress.com/2011/11/30/no-credit-card-no-party/
Ho letto il post suggerito, ho letto il commento, l'ho riletto quì sopra, e non ho molto da aggiungere, il tutto mi fa riflettere, ma ci vuol tempo per carburare.
RispondiEliminaIl tutto molto interessante. :-)
# MArk:
RispondiEliminase c'è una cosa che in questo momento non ho è la fretta! :-)
Exodus: avevo intuito perfettamente. Anche io in più occasioni sono rimasto di stucco e ho capito perchè sei sparito da quel blog. Manca gente come te, sono rimasti solo avventori distratti e, mi spice dirlo, un po' superficiali. Ho dovuto allontanarmene anche io, anche se in un primo momento mi era parso un luogo stimolante. Ciao Renato.
RispondiEliminaCiao Exodus sono passata per farti un saluto. A presto
RispondiEliminaYehaaaaaa! Ciao I am!!!!! Bentornata :-)
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