Ci sono due modi per cambiare la nostra vita: uno è cambiare il nostro modo di vivere, la realtà che ci circonda; l'altro è intervenire su quel magico, microscopico, interruttore bioelettrico nascosto nei meandri della nostra mente, che cambia la realtà in un clic.


domenica 27 novembre 2011

IL SACCO





"Cos'è la felicità?" chiese il viandante all'uomo sempre felice.

L'uomo portava un pesante sacco di carbone sulla spalla, lo depose a terra e così, liberatosi, sorrise.


"E come farò ad essere felice?"

L'uomo rimise il sacco in spalla e, senza smettere di sorridere, prosegui leggero per la sua strada.


Non è mollare il sacco che mi rende felice, è l'essere felice che non fa pesare il sacco. 

Se rifiuto il sacco, non sarò mai felice.

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13 commenti:

  1. Il sacco delle nostre Emozioni...del nostro Vissuto...acquisito nel Tempo...il sacco dei nostri affanni...che ci sembreranno leggeri se concentriamo le nostre attenzioni verso il prossimo...il sacco che sta fuori...perchè l'Anima sia libera d'esprimersi...
    sereno finire del giorno...
    Stelle a vegliare il Tuo riposo..
    dandelìon

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  2. # Dandelion:

    "il sacco che sta fuori...perchè l'Anima sia libera d'esprimersi"

    è davvero un bel pensiero :-)

    Ciao.

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  3. Sempre profondo..ben detto...ben fatto...un abbraccio.

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  4. # Anna:

    Un abbraccio anche a te.

    Pensavo a te mentre scrivevo del Sacco, sei la persona che conosco che meglio può capirlo in questo momento.

    Un grande in bocca al lupo.

    Ciao.

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  5. Questa è verità, i nostri sacchi pesano meno se l'anima è leggera, se il cuore canta. Un saluto caro Exo.

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  6. Sei stata più sintetica di me Tizi :-)

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  7. Si può anche provare a rifiutare il sacco ... ma è possibile?
    Bellissimo quel gattino, non credo abbia problemi di sacchi lui ...

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  8. # Emanuela:

    Non è possibile rifiutare il sacco. Così come il proprio corpo, la mente, gli accadimenti della vita. Il rifiuto è la morte. Infatti molti oppongono quest'ultima forma di disperata resistenza.

    Grazie alle mie doti sciamaniche ero sicuro che la foto ti sarebbe piaciuta, ma non sapevo se me l'avresti detta. Per l'altro mio post "che fortuna" l'avevi fatto, e ci speravo :-)

    E' un gattino che ride, chissà? Devo sbrigare alcune cose in casa, e per adesso mi sto dedicando a due ore al giorno a "fare niente", quattro nel week, ma è più difficile. Passato questo periodo, e appena arriva la prossima cucciolata, forse a febbraio, spero di essere pronto.

    Ciao :-)

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  9. Chi dice che il gattino non abbia il suo sacco? Ho avuto a che fare con gattino che avevano un sacco di pulci.

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  10. ohhhhhhhhhhhh un post in cui mi sento totalmente a mio agio. Felicità è una parola che devi pronunciare col sorriso: e come non potresti con quella -a finale e pure accentata che sembra ricordarti che sì, sei proprio felice? Io mi sento quell'uomo col sacco. Non importa quanto pesi (e pesa, eh!). Mi rammarica solo non riuscire a dire quanto sia più semplice essere felici che tristi: non potrò mai dimenticare i volti dei bambini thailandesi di un piccolo villaggio del profondo nord alla vista delle caramelle. Erano scalzi, erano sporchi, vivevano in capanne spartane: ma erano felici. Uno più piccolo è caduto, mentre mi correva incontro. Suo fratello, o un amico non saprei, pur sapendo che tornando indietro per aiutarlo avrebbe perso la distribuzione delle caramelle, non ha esitato. Ha tirato su il piccolo e se lo è caricato in spalla. E non vuoi essere felice? P.S. ovviamente il dolore fa parte della nostra vita, ma senza, come potremmo apprezzare la gioia? Io ho perso mia nonna pochi mesi fa. La mia seconda mamma. La roccia. La mia roccia. Eppure sorrido perché lei mi ha insegnato a rialzarmi, sempre e comunque. P.P.S. i tuoi commenti non sono mai tediosi (l'ho letto in un tuo commento nel post precedente) P.P.P.S. ho abusato della tua pazienza, lo so!

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  11. # Turista che Strepita:

    affatto, adoro i commenti lunghi, mi piace leggere :-)

    La mia roccia, la donna che mi ha allevato, la mia nonna, l'uomo che vorrei essere, è invalida da anni, ha bisogno di aiuto per tutto, anche per alimentarsi e andare in bagno, ma la tempra è ancora forte. Quando se ne andrà avrò perso il mio pilastro e andrò un po' di più alla deriva in questo strano mondo incomprensibile.

    Mi dice sempre che il suo momento di massimo gioia è stata la mia nascita e quella, sette anni dopo di un mio cugino. Aveva perso un bambino infante e dopo ha tre bambine. Ero il primo maschietto dopo tanta attesa, suo nipote, si rallegrava, era felice.

    Però non ha mai saputo valorizzare la sua felicità, mai farla durare. Per un motivo semplice: lei guardava indietro, al suo passato, alla terra che aveva lasciato, la Sicilia, e non quella in cui stavamo vivendo, Parigi. Come la moglie di Lot che guardando indietro venne trasformata in una statua di sale. Invece di portare il suo saco, pensava al sacco lasciato in un remoto e assolato paese dell'isola, e ne fece la sua ossessione.

    Occorre portare il proprio sacco, oggi, ma gettare via il passato altrimenti non si potrà portare entrambi... ma sto anticipando il prossimo post, non va bene!

    "Mi rammarica solo non riuscire a dire quanto sia più semplice essere felici che tristi": lì ci risiamo, dimentichi che il tuo "destrodominante" ti porta a vedere delle strutture molto semplici e logiche nelle cose, ma non a tutti è dato di interpretare e penetrare con tanta chiarezza un concetto che per te è sì semplice e naturale, ma soprattutto "vivo in ogni momento della tua giornata". Sì, ne parlano tutti, in realtà pochi hanno davvero questa ovvia percezione e tu non puoi dargliela, semplicemente perchè altri non possono viverla come fai tu, non sono attrezzati. Come ti dicevo, le persone dotate di questa sensibilità sono 10-15% massimo della popolazione mondiale e a mio avviso la maggior parte sono "corrette" non si lasciano andare alla stupefacente fluidità di pensiero di cui sono dotati. Quelle "sane" però è facile riconoscerle: sorridono sempre e tutti si chiedono "ma cos'avranno poi tanto da ridere questi che vivono in un mondo tutto loro?". Beh, è normale, sono gruppi che vedono "film" diversi: uno vede una tragedia che sembra non lasciarli mai, quasi un horror, altri una commedia dalle sfumature ricche ed irresistibili. E questo, indipendentemente da ciò che capita nella vita, che è cablato come te continua a sorridere e a pensare che sia naturale essere felici.

    La', sono lanciato, mi fermo qui, ne riparlo in una serie di post che voglio scrivere sulla "solitudine" di chi vede il mondo in rosa!

    Ma come fai a scrivere tutti quei post tutti così interessanti? Hai un ritmo davvero forsennato, e una qualità delle immagini strepitosa. Getti lì delle perle che in altri siti, per dire un decimo delle cose che ci metti tu, sembra che stiano scoprendo chissà quali verità sulle bellezze del mondo, bah, è proprio vero che il mondo è tutto marketing!

    Rimani te stessa, non potrebbe essere diversamente, ma come ti ho scritto in passato: attenta al biscotto che si spezza, poi è difficile rimetterlo insieme, non si torna più come prima. Mia nonna e mia mamma hanno rotto il biscotto.

    Ciao, buona serata! :-)

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  12. # Carolina:

    Wow, sto ospitando una vera scrittrice, sono onorato!!! :-)

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