L'uomo decise di far pubblicare gli scritti che a quel tempo non erano disponibili nella sua lingua. Dovevano essere stampati con blocchi di legno, settemila copie, un'impresa enorme.
Si mise in viaggio per raccogliere fondi. Alcuni gli diedero un centinaio di monete d'oro, per il resto solo piccole somme. Ringraziò tutti con uguale gratitudine. Dieci anni dopo aveva abbastanza denaro per iniziare l'impresa.
Ma il fiume straripò, l'alluvione portò carestia, l'uomo spese i fondi raccolti per salvare la gente dalla fame.
Ricominciò la colletta e dopo anni rimise insieme i fondi necessari.
Ma il paese venne colpito da un'epidemia, l'uomo diede via di nuovo quello che aveva raccolto per aiutare la sua gente.
Ricominciò la colletta e dopo altri vent'anni realizzò il suo desiderio. I blocchi di legno per la stampa, serviti per la prima edizione, sono oggi esposti nel monastero Obaku di Kyoto.
I giapponesi raccontano ai loro figli che Tetsugen ha fatto tre raccolte di sutra, le prime due, invisibili, sono superiori all'ultima.
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Che bello!
RispondiEliminaLo metto subito sul mio Ifigenia in Aulide ( http://ifigeniainaulide.wordpress.com/ ), dove raccolgo queste storie.
Ciao.
Fai pure, ciao.
RispondiEliminaConcordo con Diemme, anche se arrivata all'epidemia mi sono detta: spero che i suoi concittadini lo fermino, quell'uomo, perchè con una terza questua potrebbe portare ancora più sfiga... ;)
RispondiEliminaBeh, di certo se era al giorno d'oggi nel nostro paese, non c'era problema: con la mentalità imperante invece di dare tutto per aiutare i propri simili si sarebbe speculato sul terremoto e sul dolore altrui. Aspettando il prossimo terremoto e fregandosi le mani, il quale puntualmente è arrivato in questi giorni. Spero che fermino gli appaltatori di oggi, e tipi come Tetsugen non ne nascono più.
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