Ci sono due modi per cambiare la nostra vita: uno è cambiare il nostro modo di vivere, la realtà che ci circonda; l'altro è intervenire su quel magico, microscopico, interruttore bioelettrico nascosto nei meandri della nostra mente, che cambia la realtà in un clic.


martedì 3 maggio 2011

NON-OBIETTIVI - PARTE PRIMA






“Il piano? Battere i francesi!”

Waterloo, l’ammiraglio Wellington mentre riposava sotto un albero,  al suo attendente che voleva illustrato il piano per l’imminente battaglia.


E’ iniziata qui, risposta ad un post di Patty di tutt’altro tema:

"Senti se ti piace questa idea:

Scrivi tre cose che hai deciso di fare (cosiddetti obiettivi, max 5, non di più). Me li comunichi. Io faccio lo stesso con te. Se ci riusciamo coinvolgiamo Alberto che sul suo sito ha addirittura un countdown con il tempo che gli rimane (per gli obiettivi, ovvio!).

Scopo: io ti sorveglio nella concreta applicazione dei tuoi obiettivi, tu fai lo stesso con me (e Alb se accetta). Non ti permetto di lasciare i punti centrali del tuo impegno, te li ricordo, ti chiedo a che punto sei. Passato il periodo facciamo il punto, dove siamo, se ne è valsa la pena, se vale la pena continuare a monitorarci o no (magari si scopre che è tutto inutile, che la vita è troppo imprevedibile, etc…).


In ogni caso abbiamo fatto chiarezza, visti quali sono i nostri limiti, se vale la pena spaccarci la testa sugli obiettivi, se ci sono risultati, o se conviene lasciarci andare alle cose.


Tutto da scoprire. Gioco onesto e non si bara."

Domanda: "Vale tutto, materiale e mentale, psicologico, spirituale?"

"Vale tutto. Però che sia misurabile, così possiamo vedere le variazioni. Fissa un periodo, non importa se lungo o corto. Puoi anche spezzettare un obiettivo in più parti (misurabili) ex: un tot il primo anno, un tot il secondo…


Escludi quegli “obiettivi” che raggiungeresti cmq anche senza fissarli, ad esempio:


·      Mettere di lato 6.000 € annui: se sei una persona che naturalmente spende poco, 500 € al mese li accantoni anche senza impegnarti, non va bene. Se invece sei spendacciona è un ottimo obiettivo;

·       Continuare ad ottenere un flusso costante di reddito: se sei una persona posata e con la testa sulle spalle, questo non è un grande obiettivo, in quanto non verrai licenziata. Se invece, come me, sei una testa calda che mette a rischio sempre tutto, è un ottimo obiettivo.

  
Lo scopo non è quello di creare un sistema che ti permetta di raggiungere i tuoi sogni.


Per quello è più sicuro sperare in un colpo di fortuna, ad esempio un lavoro ottenuto in un’altra banca con uffici sul mare, un’eredità…


Scopo sarà scoprire se:


·   Davvero siamo in grado di determinare da soli qualcosa delle nostre vite, se sappiamo impegnarci per un obiettivo, e se quest’impegno genera qualche frutto concreto o se basta uno starnuto della fortuna per spazzare via tutto. Insomma misurare se siamo noi che decidiamo o se siamo noi ad essere decisi;

·        Se traiamo più soddisfazione da questi obiettivi che ci siamo posti, o dalle altre cose che girano nella nostra vita. Ovvero se, alla fine, l’eventuale raggiungimento degli obiettivi vale gli sforzi impiegati. Se “il resto” genera una soddisfazione maggiore, dovremmo dedicarci ad apprezzare “il resto” piuttosto che perseguire obiettivi. Questo punto potremo misurarlo in un secondo momento;

·    Renderci conto se è davvero possibile fissare un obiettivo a lungo termine, o se la vita è talmente varia e imprevedibile da rendere ogni previsione solo velleitaria;


Aggiungi tu qualcosa se vuoi….


Io credo che il 90% delle nostre vite sia “manutenzione” e meno del 10% “investimento”.


Ovvero il 90-95% sono cose che dobbiamo fare, per la nostra sopravvivenza, l’ordine, la pulizia, la salute, la famiglia, i figli, il partner…Meno del 10%, forse il 5% è un investimento reale di tempo per il futuro. Gli obiettivi cui affidiamo tante speranze (“investimento”) sono in realtà una parte secondaria del nostro processo di felicità e successo. Il grosso si trova in quel 90-95% che dobbiamo fare (e che tanto disprezziamo): la routine.

Quindi non preoccuparti di fissare obiettivi che, alla fine, ti accorgi non sono la parte principale del tuo processo di felicità, è normale che sia così. Cerca cose utili, produttive, non è necessario che in esse ci sia il senso di tutta una vita…


Il senso è in quel  90-95% di “routine”.

  
OK, possiamo iniziare."


Alberto (www.scalalamarcia.com) ha proposto:


Un post sui nostri blog che riassuma i tre obiettivi con i commenti che terranno traccia delle azioni e dei solleciti che ci faremo vicendevolmente.


Ok, adesso dobbiamo iniziare. E’ tutto un po’ per aria ma le cose o si fanno subito o non si fanno. altro che fissare obiettivi! Sono curioso di vedere cosa ne verrà fuori. Vedere se addirittura sapremo trovare obiettivi così come li ho proposti.

Nel prossimo post esporrò i miei obiettivi, secondo le linee indicate. Se Albero e Patty fanno lo stesso, ognuno di noi avrà una pagina su cui confrontarci, scoprirci, tenere traccia nel tempo, controllarci e incoraggiarci a vicenda e, se funziona, finalmente scoprire se ha senso fissare obiettivi…


O se è meglio lasciarsi andare.


Cercherò di introdurre una metodologia statistica. Ovvero, sempre se abbiamo la pazienza di seguire il progetto, quella cosa che alla fine ti rivela che magari le cose, obiettivi o no, le faresti ugualmente.

Il progetto stesso è utile a comprendere: se non riesci a seguire una cosa, in fondo così semplice e che richiede così poco tempo, come speri di affrontare realmente progetti complessi? Magari ci accorgiamo che non siamo noi a decidere i progetti, ci illudiamo solo di farlo:


In realtà, le cose semplicemente accadono, ci coinvolgono, e non le lasciamo più andare.


Vediamo cosa esce fuori.


“ Se vuoi una vita felice, devi dedicarla ad uno scopo, non a delle persone o a delle cose.”

Albert Einstein


4 commenti:

  1. Azz...seguire tutto il percorso con i vari passaggi da un blog all'altro comporta impegno ;-)
    Come avevo avuto modo di scrivere, scegli il percorso più lungo per arrivare ad un scopo simile al mio. Visto che ti piacciono i punti...

    1)La felicità non è limitativa?
    2)Lo scopo e i desideri coincidono?
    3)Lo scopo e dentro o fuori di noi?
    2bis) Se desideri ed aspettative coincidono il percorso può esser condotto a proprio piacimento?
    1bis) Se io sono felice son arrivato alla fine del percorso?
    Tante domande per dare una sola risposta, che non sia un vaffa...;-)

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  2. Cia Mark,

    in realtà nel post è riportata la sintesi, però i due blog di cui scrivo sono uno molto divertente (Patty) e l'altro molto impegnato (Alberto).

    Mah, non so se il mio percorso sia lungo, forse sì, forse no, però è quello che mi si "adatta", il mio "vestito", l'unico che in questo momento posso portare.

    A proposito, se va in porto, perchè non ti unisci a noi? Hai compreso lo spirito di quello che proviamo a fare, potrebbe essere interessante. L'invito naturalmente è esteso anche ad altri eventuali lettori, ma avremo tempo...

    Le tue domande mi ricordano le mie, da bambino, quando ero al catechismo e non mi spiegavo la felicità eterna e il paradiso. Pensavo mi sarei annoiato. Poi ho sperimentato schegge di felicità e ho scoperto che era tutto. Non limitativa quindi. E' tutto. Non è che non c'è più niente, sei tu che poi non vuoi più niente. (Ri)trovi il tuo posto nell'armonia delle cose, comprendi la tua limitatezza, ma sei felice così, non c'è più niente da aggiungere nè nulla da togliere. E' perfetto così.

    Questa è la mia risposta (imperfetta) alle tue domande, magari un'altra persona avrà un sentire diverso.

    Desideri sono infiniti, futili, spesso vani, raramente forieri di vera vita. Lo scopo c'impieghi una vita per trovarlo. I desideri trovano te ad ogni secondo, quando passa una bella donna, un bell'uomo, una bella auto, una bella giornata in cui vorresti essere altrove... Sono la prigione della mente.

    Scopo dentro e fuori... E se le due cose coincidessero? Se dentro e fuori fossero una partizione che facciamo noi? Se fossimo tutt'uno ma ci sentiamo divisi, scissi da ciò che ci circonda?

    A proprio piacimento non succede nulla. Si dice nel sermone della montagna (vangelo secondo Matteo): non governiamo neanche un capello del nostro capo.

    Se sei felice non ha più domande da porre. In quel momento, hai solo risposte, hai risolto il conflitto. Non hai voglia di tornare in un mondo di infelicità. Il problema semmai è questo: "il nostro corpo, così com'è, è costruito per poter essere stabilmente felice?".

    Una sola risposta a tutte le tue domande è possibile, ma presuppone la fede (fiducia) in Dio. Se ce l'hai, hai risolto.

    Ciao!!

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  3. Obiettivi … questa parola mi dà un senso di soffocamento, di affanno, mi procura l’orticaria!


    Darmi un obiettivo mi sembra significhi non vivere il tempo (la vita) che sta tra adesso e il raggiungimento dell’obiettivo. Se sono proteso al raggiungimento di un obiettivo che è proiettato nel futuro, come posso vivere “qui e ora”? E soprattutto mi chiedo se ho il potere di modificare e pianificare il corso degli eventi della mia vita?

    Con queste mie riflessioni non voglio certo dire che sono a favore dell’appiattimento, tutt’altro …

    Interessante questo esperimento! Bella idea!

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  4. # Emanuela:

    Neanch'io amo gli obiettivi comunemente intesi, anche perchè, come ho scritto, per me ci muoviamo al 95% sulla base di un pilota automatico e delle costrizioni ambientali. Dove per costrizione intendo la vita stessa, intesa come bisogno continuo: respirare, procurarsi il cibo, cercare amore, non essere dove si vorrebbe essere, e tutto il resto che ogni giorno, ogni santo giorno, ci impegna.

    Se "l'esperimento" va in porto, ed è una sfida che ho lanciato a due persone che credono invece negli obiettivi (Alberto e Patty) credo di poter dimostrare, coi fatti e seguendo le evoluzioni di ciascuno di noi... Che io ho ragione e loro torto!!!! :-)

    O meglio che i fatti, che esistono, gli stessi fatti, poi sono soggetti ad interpretazione da parte di ciascuno di noi, e alla fine pur vivendo nella stessa realtà ognuno interpreterà la sua esperienza in un modo diverso, come accade sempre. Ovvero, uno vede il bicchiere mezzo pieno, l'altro mezzo vuoto, nei fatti, in effetti, il liquido è a metà bicchiere.

    Cmq, leggi prima i miei tre obiettivi, credo ti piaceranno ;-)

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