Ci sono due modi per cambiare la nostra vita: uno è cambiare il nostro modo di vivere, la realtà che ci circonda; l'altro è intervenire su quel magico, microscopico, interruttore bioelettrico nascosto nei meandri della nostra mente, che cambia la realtà in un clic.


lunedì 30 aprile 2012

BLOG?


Molti dei blog che seguivo hanno rallentato le loro "pubblicazioni", mi sono chiesto perché, ho trovato risposta, non era difficile. Ho pensato di scriverci su un (lungo) post, poi ho trovato questo articolo, di I AM,  dal titolo "Quando non si ha più nulla da dire":

http://essereniente.blogspot.it/2012/04/quando-non-si-ha-piu-nulla-da-dire.html

Vi invito a leggerlo prima di proseguire, è molto bello. Ho inserito un commento che riporto di seguito. 


"Io da quando ho deciso di scrivere meno è finita che scrivo di più.

Non è importante "svegliare le coscienze", cambiare le cose, vedere che qualcosa cambia, questo avviene in un visione tremendamente superficiale, qualcosa di cui hanno coscienza anche i polli che scorazzano (scorazzavano!) in cortile.

Ciò che è importante, se si scende un attimo più in profondità nell'intimo e nelle capacità umane, è essere consapevoli, sempre, sia di ciò che succede ma soprattutto di non essere in grado di cambiare le cose, e quindi sapere e accettare. Sapere come se non si sapesse. Conoscere come se non si conoscesse, e così facendo non morire per la conoscenza.


"Chi accresce il proprio sapere accresce il proprio dolore" - libro dell'Ecclesiaste.


Se si arriva a questo passaggio fondamentale, conoscenza e consapevolezza di non potere, accettazione, si riesce ad affrontare la vita, che è appunto "non potere" se non nelle quisquiglie, non si può (ringiovanire, non morire, non invecchiare, essere ricchi come creso, sposare la donna più bella del mondo, soddisfare tutti i desideri...). Se accetti questo, allora puoi vivere in pace e...

Continuare, continuare quando tutti si abbattono per disperazione, perché non vedono niente. La vita non è una corsa, è una maratona, non importa quanto vai piano, l'importante è non fermarsi.

E non preoccuparsi se le cose non vanno come dovrebbero andare, come vorremmo noi, questa vita è solo un passaggio, uno scherzo dicono i buddisti, non si deve pensare di fare grandi cose qui, altrimenti non ci si diverte.

Ciao!!!"


Il tema della rarefazione della scrittura in rete, sul proprio sito, è molto interessante, svela molto, sarebbe opportuno ritornarci. Sarebbe opportuno chiarire cos'è un blog, risposta nient'affatto scontata, e soprattutto cosa non è.


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sabato 28 aprile 2012

Quando...



Quando non so più cosa fare, quando non so più come fare, a me basta questo per ritrovare tutta la mia lucidità, la calma, la fiducia, la certezza:


Signore, non si inorgoglisce il mio cuore
e non si leva con superbia il mio sguardo;

non vado in cerca di cose grandi,
superiori alle mie forze.

Io sono tranquillo e sereno
come bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è l'anima mia.

Speri Israele nel Signore,
ora e sempre.


(Salmo 130) 



Fare questo, solo questo; pensare a questo, a questo solo.

Non c'è niente che possa turbarmi, nessuna incertezza, quando entro nelle meravigliose onde di questo salmo, che cullano il mio spirito e lo rasserenano, riscoprendo la gioia in questa vita, la sicurezza.

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giovedì 19 aprile 2012

PAREGGIO DI BILANCIO?

Posto un interessante discussione a cui ho preso parte:


http://nottebuiasenzaluna.wordpress.com/2012/04/18/la-grande-bugia-sulle-tasse/


Se qualcuno è interessato all'aspiratasche statale...


Ciao

domenica 15 aprile 2012

BLOG CONSUMISTA

Spesso leggo sui blog che dovremmo consumare di meno, avere di meno, perdere meno tempo, etc...

Segnalo qualcosa di abbastanza "tecnico" ma tanto per far comprendere quanto siamo lontani dalla consapevolezza di una necessaria austerità, quanto ci sfuggano i contorni di una vera sobrietà in senso lato.

Io ho un portatile di otto-nove anni, ho tolto Windows mettendo Linux. Potevo comprare un nuovo pc, era più facile, ma sono innamorato delle cose che ancora vanno e non butto mai niente che ancora funzioni. Bene. Sapete qual'è uno dei maggiori problemi nella navigazione, quello che ti costringe a cambiare il pc, oppure ad assicurarti più banda internet perché il tuo sistema non ce la fa più? Sono gli effetti grafici contenuti nelle pagine. Tutte quelle immagini, quei plugins, quegli effetti, le foto con cui si adornano i blog, tutti quei link magari con altre foto, altri contenuti, continui rimandi...

Sono quelle cose lì che rendono impossibile la navigazione, che costringono alla rottamazione del proprio hardware. Anche nel più "semplice" dei blog trovi tanti effetti artistici che la banda non basta più, il processore fatica, la ram viene consumata in un attimo. Ho sorriso visitando un sito in cui si parla di riciclo, talmente ricco di orpelli che non sono neppure riuscito ad accedervi.

A volte apro due pagine in simultanea per vedere se mi sto ingannando: una pagina fornita di effetti e una di qualche sito abbastanza minimalista, anche il mio blog rientra tra questi. Provate anche voi, lanciate in simultanea, non vi potete ingannare, misurate la velocità di apertura della Vs. pagina web rispetto ad un'altra con pochi fronzoli e saprete quanto è consumista o minimalista il vostro spazio.

Buona serata a tutti.

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sabato 14 aprile 2012

DECRESCITA 2


Segue da "DECRESCITA 1"


Lo Stato non vuole che tu consumi più o meno.

Lo Stato vuole che tu ti tolga dalle b...


Il maggior consumo, la crescita del PIL serve a finanziare le ingenti spese di sanità, l'istruzione, le pensioni, l'assistenza, i trasporti, la cassa integrazione... La sola Sanità è la spesa maggiore di una nazione moderna dotata di wellfare.

Se lo Stato, come fa adesso, taglia su questi servizi, non gliene frega un fico secco se tu spendi o non spendi. Solo coi tagli ha già pareggiato il bilancio, ed è quello il suo obiettivo attuale, non puntare sulla "crescita", ma sulla tua maggiore spesa. Vuole solo incassare di più di quanto non spenda e di quanto spenda di interessi sul debito.

Non vuole che tu consumi di più, quello si fa nelle fasi di "benessere" in cui le persone pensano di poter influenzare, di contare qualcosa. Adesso siamo in una fase diversa, anche se non spendi di più, il passaggio dell'IVA al 23% (ottobre 2012), l'introduzione dell'IMU, la rivalutazione dei coefficienti catastali, le accise sulla benzina, i tagli alle pensioni e alla sanità (per la verità si parla di crescita contenuta), le tasse, rendono superflua la volontà di consumo, quella non basta più!


Che tu decida di spendere o meno, non ha importanza.


O meglio ha importanza per sé stessi, fare ciò che si reputa meglio per sé stessi, ma oggi, in questa situazione e presumibilmente nel futuro prossimo, non ha e non avrà nessuna incidenza sul discorso economico, sociale, collettivo, non è più la decisione individuale di consumo al centro, non è più la "leva".

La spesa è privata, ma sulle tasse, imposte, accise sulla benzina, tagli, il controllo personale è minimo. E' ormai chiaro che la "decrescita" è in atto. Se il Paese tiene in piedi è per l'export, sostenuto dalla sua pregiata capacità industriale, la quale è (molto) ridimensionata rispetto al passato (è "decresciuta" spostando le produzioni all'estero e importiamo dalla Cina invece di produrre) ma ancora garantisce un forte contributo economico.

Si sa che le classi medie consumeranno comunque di meno (pagando di più), che lo vogliano o no.Non c'è alcuna novità oggi in questo, nessuno sforzo, è nell'ordine delle cose, per costrizione non per scelta.

Gli obiettivi sono cambiati, non parliamo più di far "crescere" il Paese in un ipotetico futuro che potrebbe anche non esserci, parliamo di mantenere l'equilibrio dei pagamenti di anno in anno, forse di mese in mese, per evitare il fallimento (default).

E il fallimento non è una cosa bella, vuol dire che lo Stato non paga più i fornitori, le aziende chiudono e licenziano, si perdono i mezzi di sussistenza; non vengono versate le pensioni o vengono decurtate, lo stesso gli stipendi pubblici, si taglia la sanità, l'istruzione, i trasporti, i servizi, chi li vuole se li paga, col denaro. Il fallimento è l'orgia dei forti, l'accaparramento di tutte le ricchezze del paese, svendute per fare cassa, è miseria. 

Abbiamo sotto gli occhi l'esempio greco ma è il caso di un paese "ricco" immiserito, in realtà il mondo è pieno di paesi "poveri" che vorrebbero "consumare", e consumare cibo, assistenza sanitaria, istruzione, non computer o televisori. 

Sto scrivendo un lavoro sul sud del mondo i discorsi "ricchi" sulla decrescita non li sfiorerebbero neppure, non hanno mai conosciuto la "crescita" ma non per questo vivono meglio di quanto viviamo noi, solo che accettano una vita media di quarant'anni e la morte dei loro bambini in fasce, e gli "anziani" non chiedono diritti, ma si mettono di lato da soli aspettando la morte per non pesare sui loro figli. Cose impensabili in una società come la nostra, che addirittura pensa alla "decrescita".


Nel nostro paese non si parla più di crescita nel lungo periodo ma di tagli e tasse nel breve.


Non è momento di parlare di "decrescita" (del PIL), termine folle allo stato attuale, ma di equità, sicurezza, ambiente, diritti, rinnovamento, opportunità, tutte cose che nulla hanno a che fare con l'impoverimento (decrescita). E se tutto queste cose non funzionano, non vanno, beh, allora prepariamoci semplicemente, non a fare a meno di questo o quel consumo inutile, ma di tutti quei servizi che hanno permesso al nostro paese il periodo più florido della sua storia, il Rinascimento economico post bellico, la fine temporanea del bisogno, l'uscita dalla fame.


Lo Stato non vuole che tu spenda di più o di meno.

Vuole che tu smetta di prosciugargli le casse.


Non vuole che tu faccia questo o quello. Vuole che tu gli stia fuori dalle b...

Non diamoci troppa importanza parlando di "decrescita" come se ciò dipendesse da noi. Non dipende nulla da noi, quando il Potere ha deciso che tu sei un peso e non una risorsa, quando non gli importa nulla delle tue azioni, puoi fare quello che vuoi, quando vuoi, come vuoi, spendere o non spendere, l'unico consumo che gli interessa è questo: privarti dei "diritti" finora garantiti, farti consumare di meno, meno diritti.

Finché si continua a parlare di "consumi" e non di diritti (che sono quelli realmente minacciati) sono tutte chiacchiere da bar.

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Decrescita 1

Seguito allo spunto di Sting sulla pubblicato qui:

http://sting10.wordpress.com/2012/04/12/cose-la-realta-crescita-o-decrescita/#comment-45

ho scritto un commento che riporto, e un nuovo post che pubblicherò oggi o domani.



Ciao,

beh posso dire che della “decrescita” non si parla in quanto, semplicemente, in economia non esiste. E’ un concetto nato al di fuori, ma in concreto non c’è niente e non ci può essere. A meno che, non venga legato ad un altro concetto, che è la redistribuzione. Prima di “decrescere” occorrerebbe una società più equa, in cui la ricchezza globale (PIL) decresce, ma a me non manca niente in quanto c’è più equità nella distribuzione stessa. Ma se tale equità venisse raggiunta non staremmo neanche qui a parlare di decrescita. Ergo, è un concetto che rimane sulla carta dal punto di vista delle intenzioni (programmazione), ma nella pratica, essendo noi già in recessione, la “decrescita” è già in atto.

Ma non si parla di serate al night, iphone o altro, la decrescita non è questo. Quella in atto è il taglio ai servizi essenziali. Oggi ho partecipato ad una riunione, sono stati esposti alcuni principi di politica sanitaria e la revisione del LEA, livello essenziale dei servizi sanitari offerti al cittadino. Ci sono tagli. Il PIL diminuirà. Le aziende sanitarie taglieranno il loro personale in quanto il personale diventa inutile quando, anche volendo, lo Stato non ti permette di raggiungere certi livelli di fatturato. E’ già decrescita. Accompagnata da disoccupazione e sanità a pagamento.

Non si può scegliere la decrescita. Si può fare solo in presenza di redistribuzione dei redditi dalle fasce ricche alle povere. Ma questo non c’è. Se la decrescita arriva ci saranno più tasse. Vedi IMU. Ma è decrescita questa. Del PIL.

La produzione italiana è già orientata all’export. Si da per scontato che gli italiani non hanno e non avranno i soldi per assorbirla. E molte aziende si trasferiscono all’estero. Producono nella repubblica Ceca. La Stock, storica azienda è stata appena venduta. Noi siamo nella decrescita. Ma non in quella che fa comodo a noi. Perchè se noi decresciamo, il nostro vicino vuole crescere eccome e può assorbire tutta la nostra produzione, tutte le opere che noi non vogliamo realizzare, è disposto a sporcare i suoi cieli, come noi, a respirare piombo, come noi, è disposto a tutto pur di ottenere tre pasti caldi al giorno. Non parliamo dell’assistenza sanitaria, ferie, pensioni, assegni maternità e congedi parentali. Per avere queste cose il vicino sarebbe disposto a infilare la testa nella ciminiera e sniffare ossidi tutto il giorno.

Noi consumiamo comunque perchè vogliamo presidi sanitari, farmaci, medici, strade, scuole, mezzi pubblici, acqua nei rubinetti, gas che circola nelle condutture, sicurezza, malattia pagata, pensioni, lì sono i costi, mastodontici, inarrestabili, non nell’Iphone o nei mobili IKEA. Ma nessuno vuole rinunciare né sarebbe giusto. Solo che per avere questo il PIL deve crescere. In alternativa i ricchi dovrebbero un po’ finanziare i poveri. Ma non credo che questo avverrà.

Teniamo la decrescita come concetto personale, l’unico ambito in cui abbia qualche ragione di essere e qualche speranza di successo, e subiamo la “decrescita” economica e sociale che inevitabilmente ci toglierà qualche opportunità e qualche prospettiva, senza per questo rendere, per sé stessa, la nostra vita migliore di ieri.

(Continua...)

martedì 10 aprile 2012

NON IMPORTA...



Non importa se vai piano, l’importante è non fermarsi.

Il pinguino

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domenica 8 aprile 2012

FELICITA'


 


Oggi sono sento davvero felice, quindi ripropongo il post che forse più rappresenta il mio stato d'animo odierno:


http://exodusclic.blogspot.it/2011/08/ridere.html


E AUGURO BUONA PASQUA A TUTTI!!!!

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giovedì 5 aprile 2012

TECNOLOGIA



Prima di continuare, leggere il post "Ritorno alla magia" di Elisa Barindelli, qui:

http://ilvuotonelcontenitore.wordpress.com/2012/04/03/ritorno-alla-magia/?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+IlVuotoNelContenitore+%28Il+vuoto+nel+contenitore%29



Ehmmm... Ho un'idea un po' diversa... molto diversa... completamente diversa... anzi no, è proprio un'altra cosa!!!

La materia in sé è limitata, è una forzatura di una forma energetica in una dimensione più "volgare" e limitata. Questi limiti sono percepibili in ogni aspetto: un corpo che invecchia, che deve fisicamente spostarsi invece di percorrere le distanze come energia, il degrado degli oggetti, la necessità di manutenzione, la necessità di oggetti che ci aiutino ad estendere il nostro corpo limitato e incapace di attendere da solo in modo efficiente ai bisogni naturali.

La tecnologia è lo spazzolino che viene dato al carcerato affinché possa lavarsi i denti, la radio datagli perché si senta meno solo, l'ora d'aria per non farlo morire soffocato, la visita periodica per non farlo morire di solitudine. Ma rimane in prigione. Il suo stesso corpo è limitato. L'estenzione dei suoi sensi, la sua capacità di essere felice, limitata dalla quantità di endorfine che le ghiandole producono, di ricordare, di pensare, dipendenti dalla qaulità delle sue sinapsi neurologiche.

Ci affidiamo a macchine per ampliare le nostre potenzialità. Ma un piccolo errore e il computer si impalla e perdo il mio lavoro; il missile devia dalla traiettoria e colpisce una casa in festa; e mi muovo sempre on line senza sentire il calore di un corpo vicino al mio; parlo con tutti e il tempo passa, alla fine ho passato il mio tempo al PC o al telefono, e la mia vita limitata va via. Perché la tecnologia amplifica tutto ma io non ne colgo i frutti, non riesco a godere molto di più di quando la tecnologia non c'era. Forse vivo di più, forse sono più sano, ma la mia soddisfazione di vivere, oggi, adesso non varia di molto. Forse ieri avevo meno giorni per annoiarmi, e oggi ne ho di più.

Io non voglio guardare la tastiera del pc o il video, non voglio che il mio corpo sia grasso e a riposo, voglio che sia snello e in forma sollevando i pezzi delle auto. Ma ormai queste cose le fanno le macchine e io devo farmi venire le artrosi al tunnel metacarpale col mouse. Non è colpa della tecnologia, è la stessa realtà materiale ad essere limitata. Noi non fatichiamo, ma le donne sono ingobbite lo stesso dalla posizione al PC. Non faticano ma sono gobbe. Mia nonna lavorava tanto, troppo, ma non era gobba, era fiera e muscolosa. L'altra mia nonna ha 101 anni e mezzo, quindi la tecnologia non aggiungerebbe molto neppure a lei.

Ci sono concetti che si trasformano in azione alla velocità della luce, a fine giornata ho fatto mille cose e non ne ricordo neppure una. Sono sfrecciate via. Ieri ho portato giù dei cartoni dal mio ufficio, non spettava a me ma l'ho fatto con piacere, ho dovuto cambiarmi perché ero tutto sudato. Piano piano. Quello lo ricordo. 15 grossi cartoni. Lontano dal video. Sorrido.

Non è colpa della tecnologia, è solo che non è di più, è l'illusione del di più. O meglio è l'accumulo del di più, ma non la sua effettiva capacità di migliorarci, migliorarsi, essere più felici, avere più tempo. Avevo una cosa da fare, non ho potuto: il circuito informatico richiede una serie di step e di autorizzazioni, devo essere autorizzato da qualcuno che si trova in sud-africa e aziona un modulo per fornirmi una password per effettuare un corso on line. Anni fa lo stesso corso veniva realizzato distribuendo un opuscolo e poi rispondendo a cinque domande finali. Si leggeva e si rispondeva al test. Adesso ho passato un'ora in telefonate per comprendere chi deve darmi la password, che scade ogni tot, e domani, speriamo che qualcuno dall'altra parte del mondo mi invii la password.

La tecnologia è veloce, ma basta un 'intoppo in un anello della catena e salta tutta la filiera.

La tecnologia è veloce, e basta una frazione di secondo per scatenare un guerra globale, basta un dito su di un pulsante, basta che la centrale di Fukushima non riceva la manutenzione dovuta, che un operatore si addormenti a Cernobyl o sulla Exxon Valdez, o su un mostro di acciaio e lamiera che porta in giro una gioiosa comitiva di bambini: le macchine non si fermano, lavorano al posto nostro, vanno diritti verso il disastro se il bradipo umano non provvede a fermarle. 

La tecnologia: un mostro onnipotente, controllato da un umano assonnato, stressato, sottopagato, annoiato, distratto, divorziato, abbandonato, deriso, deluso, preoccupato, drogato, amareggiato, disperato.

La tecnologia è veloce, ogni minuto vengono scambiati milioni di titoli nelle borse on line portando i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Beh, sì, in questo si è pienamente riusciti, è magia: si riesce a sfilare soldi dai portafogli senza neppure il mago in sala.

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