“Solo poche parole sulla gestione del tempo: dimenticatevela!”
Timothy Ferris
Impossibile estendere il mio tempo non sarà comunque sufficiente. Lo so, conosco la realtà di ciò che è: inutile programmare, ottimizzare, tagliare, ridurre. Non voglio vivere recuperando le briciole, temendo l'imprevisto che le divora. Voglio essere libero e vivere nell'abbondanza, e questo non potrà mai avvenire se continuo a temere il trascorrere del tempo, il suo fluire spaventosamente rapido, a cercare di ingabbiarlo per piegarlo al mio volere.
D'altronde, quando ho tempo io lo spreco. Non è l'abbondanza o scarsità di tempo a fare la differenza.
Chi ha tempo lo spreca. Chi non ne ha, a volte, sa farlo fiorire. Perché importante è la profondità del tempo non la sua estensione. Dicono di liberare tempo per aggiungere nuovi lavori, obiettivi, realizzazioni, svaghi. Ciò che devo fare, voglio fare, è divertente fare, amo fare. Oppure, stanco, posso non fare nulla e semplicemente riposare.
Questo modello è follia, semplicemente non funziona.
Ho provato, guadagnato tempo, sono stato produttivo, efficiente, efficace. Mi sono fermato a chiedermi se ero soddisfatto del mio tempo. Sì. Poi se ero appagato e felice del mio tempo. No. Tutto quel tempo risparmiato, impiegato, realizzato, eppure non aveva senso perché non ero appagato. Proseguire su questa strada mi avrebbe reso ancor più produttivo, efficiente, efficace, soddisfatto del modo d'impiego, ma non avrei mai colmato il senso di vuoto che deriva dal non essere appagato, in pace, felice di quel momento. Sì, felice.
La soluzione non era lì, non era estendere il tempo. Più tempo per me non significava nulla.
Se non sono appagato il mio impiego del tempo è inutile. Inutile credere che lo sarà domani, impegnandomi di più, facendo di più, avanzando di più, ottenendo più tempo. La meta non è più avanti. E’ semplicemente che ho sbagliato binario. Non essendo appagato, la differenza tra sforzarmi per guadagnare tempo e non fare niente era davvero piccola, non valeva alcun sacrificio. Questa è l'estensione del tempo
E la profondità?
Profondità del tempo è ciò che realizza davvero l'abbondanza.
Profondità è piena accettazione del mio tempo, così com'è.
Profondità è consapevolezza di trovarmi nel posto in cui si devo stare, facendo quello che devo fare, nel tempo opportuno. Profondità è perfezione del tempo stesso. E questo indipendentemente dalla mia volontà, spesso recalcitrante.
Profondità non è tanto o poco, profondità è tutto in quel momento.
Profondità è quel momento in cui sperimento l'armonia delle cose e l'abbondanza. E dopo un po' di semplice pratica non è più un momento ma un tempo. Il mondo si ferma, il tempo rallenta, entro nello stato naturale di consapevolezza in cui vedo il movimento frenetico degli uomini, ma lo vedo svolgersi al rallentatore. Vedo i movimenti delle persone, rallentati, le energie in azione, che precedono ogni tipo di intento, gesto, parola, atteggiamento. Gli scatti nervosi, le rigidità, le posture, i sorrisi, il divertimento, la rabbia.
Non mi serve vedere l'azione, nel mio tempo io vedo le energie e vedo ciò che sarà, non mi serve aspettare il resto, vedo l'energia del corpo e so ciò che sarà, il movimento, l'esito.
Questa è la profondità del tempo. Non c'è bisogno di andare oltre, non è necessaria l'estensione.
Al semaforo l'automobilista da gas, so che alcuni secondi dopo partirà sgommando. Non c'è bisogno di vederlo sgommare, il tempo presente mi ha già rivelato ciò che sarà.
Lei ode rientrare il suo compagno e già ne riconosce l'umore; percepisce la felicità dei figli o la loro angoscia, non occorrono parole.
Entro in ufficio, osservo i corpi, i visi, le contratture, i gesti nervosi, mi dicono già tutto ciò che occorre sapere, tutto il tempo ulteriore passato a guardarli sarà inutile, so già tutto, so come è iniziata e come finirà la loro giornata. Le energie non fanno altro che anticipare l'azione.
Guardo cinque minuti di un dibattito e so ciò che succederà nei successivi novanta. Tutto scritto nei toni, atteggiamenti, nelle intenzioni, scolpito nella pietra dei loro ruoli, non c'è bisogno di seguire oltre, è tutto scritto.
So ciò che dirà il conduttore di quella rete, ciò che ripete da vent'anni. So ciò che dirà quell'altro. E quell'altro ancora. Non li guardo ma so ciò che hanno detto. Lo so perché devono.
Le maggiori differenze fra i vari canali televisivi riguardano tuttora le previsioni del tempo.
Woody Allen
So ciò che accadrà al mio Paese, perché i movimenti delle nazioni sono lenti ma inarrestabili, non si ferma una locomotiva in corsa, occorrono molti anni per rallentare o cambiare direzione. E per il mondo intero è lo stesso. So come evolverà la curva demografica, quanti pochi bambini per tanti anziani, quanto sarà vecchia la mia Società, quanti nuovi problemi; occorrono generazioni per invertire un processo.
Questa è la profondità del tempo. Non c'è bisogno di andare oltre, non è necessaria l'estensione.
La profondità del tempo mi rende libero, finisco subito ma non mi interessa finire, mi interessa abbandonarmi al tempo stesso, il tempo è mio amico, mi regala ciò che desidero.
Per realizzare ciò devo vivere il mio tempo, quello naturale dei boschi e delle colline, del mio respiro che non accelera e non diminuisce nello stato naturale, dell'animale che fiuta il vento e comprende che il predatore è vicino, e fugge. Se accetto il tempo accelerato in cui gli uomini hanno deciso di vivere, non riuscirò a fiutare il pericolo e la bestia mi prenderà. La bestia sarà l'irritazione, l'imprevisto, la rabbia, il nervosismo, il fraintendimento.
O peggio, la perdita del mio tempo, disperso in ciò che non è. Che non è vero, non è necessario, non colma niente, non riempie niente, non appaga. Il mio tempo divorato dalla bestia che mi ha raggiunto. I miei sensi non erano all'erta, il predatore ha imposto il suo tempo sul mio, sono stato sconfitto.
Nelle arti marziali se l'avversario impone il suo ritmo sul mio, ho perso. Imponendo il suo ritmo ha soggiogato la mia volontà. Se mi costringe ad adeguarmi al suo ritmo ho perso. Se lo costringo ad adeguare il suo ritmo al mio, ho vinto. L'alterazione del tempo, la frenesia di questo mondo non riesce più ad imporsi sul mio tempo, il mio ritmo non viene sopraffatto.
Questa è la profondità del tempo. Non c'è bisogno di andare oltre, non è necessaria l'estensione.
Al contrario, è il mio tempo ad imporsi sul tempo fittizio: è un tempo pulito, chiaro, senza sporcizia, senza incrostazioni. E' un tempo saldo, sicuro, granitico, che segue la sua strada che coincide col tempo degli alberi e delle montagne, che cambiano la forma del mondo. E' un tempo profondo.
Continua...
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