Io sono vivo e voi siete morti.
P. K. Dick
Nei post precedenti abbiamo detto che la scissione Attore – Azione – Fine è un incubo continuo che spinge il cervello in uno stato di decisionalità infinita. L'unico modo per uscirne è riassorbire il processo in un'unica entità vitale. E questa si realizza nel caso di azione “pura”, senza la suddivisione tra attore e azione compiuta, o tra azione e ricerca di un motivo all'azione.
Ma può esistere una tale Azione, senza idee (pensiero) come origine?
Il pensiero ricorre all'esperienza nel processo decisionale, che guida l'azione. E un'azione basata sull'esperienza è limitante: fa costante riferimento al passato, è legata al passato. La stessa azione ne è ostacolata.
Un'azione che non sia frutto di un'idea può dirsi spontanea quando non è soggetta al controllo del processo di pensiero (che si fonda sull'esperienza, la memoria, il passato); ciò significa che l'azione indipendente dall'esperienza è possibile quando la mente non controlla l'azione stessa.
E' quello l'unico stato in cui c'è comprensione: quando la mente, che si fonda sull'esperienza, non guida l'azione. Quando il pensiero, che si fonda sull'esperienza, non forgia l'azione.
E che cos'è l'azione quando non c'è processo di pensiero? Può esistere?
Certamente una tale azione è possibile quando cessa l'idea; e l'idea cessa soltanto quando c'è amore. L'amore non è ricordo, non è esperienza, l'amore non è pensare alla persona che si ama perché in tal caso è semplicemente pensiero.
Non si può pensare all'ardore. Si può pensare alla persona che si ama o a cui si è devoti – partner, ideale, lavoro, sé stessi - ma il pensiero, il simbolo, non è quella realtà che è l'amore.
Quando c'è amore, c'è azione. E quell'azione è liberatoria. Essa non è il risultato di un processo mentale, e non c'è divario fra amore e azione come c'è invece fra idea e azione. L'idea è sempre vecchia, la sua ombra si proietta sul presente costringendoci perennemente a cercare di colmare il divario fra azione e idea. L'amore è sempre nuovo, spesso svincolato dalle forme, una creazione originaria sempre in movimento.
Quando c'è amore - che non è un processo mentale, non è ideazione, non è un'opinione, non è un'idea, non è ricordo, non è il risultato di un'esperienza o di una disciplina praticata - ebbene, quell'amore stesso è azione. E' questa l'unica cosa che porta alla liberazione. Fin quando esistono processi mentali, fin quando l'azione è forgiata da un'idea che è esperienza, non può esserci liberazione; e fin quando quel processo continua, ogni azione è inevitabilmente limitata.
Quando percepiamo la verità di tutto ciò, allora si realizza la qualità dell'amore, che non è un processo mentale e non può essere pensato.
Bisogna essere consapevoli di questo processo totale, di come nascono le idee, di come l'azione scaturisce da esse, e di come le idee controllano l'azione e perciò la limitano, dipendendo dalla sensazione.
Non importa quali siano le idee, politiche, sociali, esistenziali, buone o cattive. Fin tanto che ci aggrappiamo alle idee, siamo in uno stato in cui non può esserci esperienza alcuna.
Ci limitiamo a vivere nel regno del tempo: nel passato, che continua a produrre sensazioni o nel futuro, che è proiezione in avanti di sensazioni del passato. Soltanto quando la mente è libera dalle idee, ritroviamo noi stessi, nel presente. E la nostra azione diventa fluida, incisiva, naturale, come il neonato che così fragile eppure afferra così saldamente la tua mano. E' la sua azione: energica, pulita, efficiente. Non ha dispersione, non ha conflitto, egli è tutt'uno con la sua azione. Perfetta.
Ci limitiamo a vivere nel regno del tempo: nel passato, che continua a produrre sensazioni o nel futuro, che è proiezione in avanti di sensazioni del passato. Soltanto quando la mente è libera dalle idee, ritroviamo noi stessi, nel presente. E la nostra azione diventa fluida, incisiva, naturale, come il neonato che così fragile eppure afferra così saldamente la tua mano. E' la sua azione: energica, pulita, efficiente. Non ha dispersione, non ha conflitto, egli è tutt'uno con la sua azione. Perfetta.
Le cose fatte con amore unificano: l'attore è l'esperienza stessa, vuole esserlo. Il fine si perde, si agisce per amore. Non c'è un fine di Diventare (ottenere). Attore – Azione – Fine si fondono, confondono, riunificano. Ci restituiscono un equilibrio primordiale.
Amare non è un'esperienza, è l'uscita dall'esperienza, la fine della schiavitù.
Amare non ha bisogno di ricambio, è di per sé liberatorio. Il fine ultimo di molte grandi religioni è l'amore. In un modo o nell'altro si arriva sempre lì: l'unica salvezza possibile per la nostra mente.
Amare non ha bisogno di ricambio, è di per sé liberatorio. Il fine ultimo di molte grandi religioni è l'amore. In un modo o nell'altro si arriva sempre lì: l'unica salvezza possibile per la nostra mente.
Amare sé stessi, la propria vita (qualunque sia), la meraviglia della creazione, il proprio corpo, le proprie sofferenze, il proprio (infernale) lavoro, i propri fallimenti, è in ogni caso la miglior opzione. Il miglior investimento. E' l'unica cosa che possa funzionare. Attenzione, non vuol dire che sia facile, realizzabile o che sappiamo come fare. Vuol solo dire che è la migliore strategia. Tutto il resto non sortirà alcun effetto liberatorio. Senza amore, qualunque successo ci farà comunque ricadere nell'eterna sub-angoscia mentale, continua e logorante.
Ama, e fai ciò che vuoi.
Sant'Agostino
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