Ci sono due modi per cambiare la nostra vita: uno è cambiare il nostro modo di vivere, la realtà che ci circonda; l'altro è intervenire su quel magico, microscopico, interruttore bioelettrico nascosto nei meandri della nostra mente, che cambia la realtà in un clic.


giovedì 22 luglio 2010

La casa dei sogni - prima parte




“Non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente.

Per cambiare qualcosa, costruisci un modello nuovo che renda la realtà obsoleta”.

Samuel Buckminster Fuller


Oggi inizio a parlare di case. Ma occorre partire dall’ideatore di un nuovo tipo di costruzione: Samuel Buckminster Fuller. Quest’uomo ha cambiato la mia visione della vita in generale. Suggerisco a chi non lo conoscesse di andare al link: http://it.wikipedia.org/wiki/Buckminster_Fuller.

Cito da detta fonte:

Inquieto, anticonformista, “fallito”:

“Nel 1927 a 32 anni, in bancarotta e disoccupato, a Chicago, vide sua figlia Alexandra morire di polmonite. La responsabilità lo spinse a bere e a contemplare il suicidio. All'ultimo momento decise di trasformare la sua vita in un esperimento, per scoprire cosa un singolo uomo può fare per cambiare il mondo e beneficiare l'umanità intera.

Fuller è famoso principalmente per le sue cupole geodetiche, che sono parte anche delle moderne stazioni radar, di edifici civili e tensostrutture. La loro costruzione si basa sull'estensione di alcuni principi base dei solidi semplici, come il tetraedro, l'ottaedro e solidi con numero di facce maggiore che possono considerarsi approssimazione della sfera.

Le strutture così concepite sono estremamente leggere e stabili. La cupola geodetica è stata brevettata nel 1954, ed è stata una parte fondamentale del processo creativo di Fuller teso all'esplorazione della natura per inventare nuove soluzioni di design.

Il grande merito di Fuller fu quello di spingere un'intera generazione di studenti e professionisti a pensare "fuori dagli schemi" e a mettere in dubbio le concezioni finora date per scontate.

Buckminster Fuller ispirò l'umanità e la spinse a dare uno sguardo omnicomprensivo al mondo finito in cui viviamo e alle possibilità infinite per migliorare gli standard di vita all'interno di esso. Volendo ridurre gli scarti, Fuller esplorò e propose il principio dell'"efemeralizzazione" — che in parole semplici significava "fare di più con meno". La ricchezza può essere aumentata riciclando le risorse in prodotti nuovi e di maggior valore, e i prodotti più sofisticati avrebbero richiesto minor materiale per la produzione. Nella realtà questo modello di sviluppo si è parzialmente avverato con la miniaturizzazione degli oggetti e degli strumenti.

Fuller fu uno dei primi a propagare una visione del mondo sistemica, ed esplorò i principi dell'efficienza energetica e dell'uso razionale dei materiali. Considerando il ciclo di lavorazione e utilizzo del petrolio dal punto di vista del "budget energetico planetario", derivante principalmente dalla quantità di raggi solari ricevuti dal pianeta, Fuller ha calcolato che ogni litro di petrolio consumato costa al pianeta oltre 300.000 dollari per essere prodotto. In particolare identificava il consumo per il trasporto di pendolari una perdita secca in confronto ai guadagni generati.

Era particolarmente interessato alla sostenibilità e al tema della sopravvivenza della razza umana con l'attuale sistema socio economico e, nonostante le critiche, era profondamente ottimista sulle prospettive dell'umanità, anche durante il periodo della Guerra Fredda.

Secondo Fuller, con l'evoluzione delle conoscenze avvenuta negli anni settanta e il crescente sfruttamento delle risorse naturali, si sarebbe passati da una economia competitiva ad un'economia cooperativa e la guerra non sarebbe stata necessaria. "L'egoismo", dichiarò, "non è necessario, e non è razionalizzabile... la guerra è obsoleta...".

Avendo assistito al principale periodo di progresso tecnologico dell'umanità, che permetteva di curare malattie un tempo letali e di viaggiare a prezzi ridotti, Fuller disse che l'umanità "è composta da 4 miliardi di miliardari".

Mi fermo qui, ma Vi invito ad approfondire la conoscenza della sua opera e la sua vita. La vita di un “fallito” che seppe risollevarsi senza per questo svendersi al mondo che lo circondava, anzi, ispirando nuove generazioni a seguire la propria strada, e non quella indicata dal mercato, dalle consuetudini, dall’omologazione umana.

Quello che più mi ha interessato della sua opera riguarda le cosiddette “strutture geodetiche”. Lui abitava in una di queste case. Tuttavia:

“Le strutture geodetiche non ebbero il successo previsto da Fuller nel mercato delle abitazioni, soprattutto a causa della difficoltà nell'adattarvi strutture pensate per case tradizionali (finestre, impianti elettrici, camini), e soprattutto per la non convenzionalità della forma”.

Da anni raccolgo informazioni per costruire una mia personale casa geodetica, realizzata con materiali non costosi o addirittura a costo zero. Ne parlerò nel prossimo post.





7 commenti:

  1. Bonjour Exodus,
    vivo nel sud della Francia e qui ci sono alcune case "geodisiche" come le chiami tu, come quelle nelle foto. Una l'ho anche visitata più volte, è di un mio amico. In effetti le spese per costruirla sono state abbastanza contenute per quanto riguarda i materiali, ma è un tipo di tecnologia che molti imprenditori ed artigiani non conoscono e poi per gli impiani diventa difficile. Anche se la struttura è poi talmente semplice (la "cupola") che con un po' di "bricolage" si risolve. L'illuminazione è spettacolare. Il mio amico poi "sposta" letteralmente le stanze a seconda della stagione per sfruttare al massimo luce e calore secondo le sue esigenze. La casa è sicuramente "antisismica", dato che in pratica è una struttura che non pesa niente, ma è assolutamente solida e sicura, è solo un po' strano per gente abituata al cemento armato e ai muri portanti. Riscaldarsi d'inverno costa pochissimo grazie alla sua stessa forma. Comunque un po' di manutenzione la richiede, esterni ed infissi devono essere ben impermeabilizzati. E' un'ottima scelta penso, però devi abituarti ed avere un po' di terra.
    Belle le foto. Au revoir. René

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  2. Bellissime da fuori, e da dentro???

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  3. La casa è assolutamente fantastica, anche l'idea del grande spazio interno da suddividere in locali, senza muri e porte tradizionali. Ma come già accennato in altra sede, il problema è forse quello di disporre di un terreno adatto alla realizzazione di un progetto come questo.

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  4. Che sogno, altro che il mono/bilocale in un condominio. Cmq non voglio sognare troppo. Però se non sogno cosa faccio, apro la finestra e mi butto?

    Baci. Tiziana.

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  5. Ma quanto verrebbe a costare la sola casa, senza le spese per il terreno voglio dire? E quanto tempo richiede la costruzione?

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  6. Non conoscevo questo architetto né il suo lavoro.
    L'articolo è molto interessante, mi dà desiderio di approfondire: grazie!
    Aracne

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  7. Ehi! Quando arriva la seconda parte?

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