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“Se stasera il popolo americano venisse a sapere come funziona esattamente il sistema monetario e bancario, prima di domattina scoppierebbe la rivoluzione”.
Abramo Lincoln
All’università scoprii che l’Unione Europea aveva eccedenza di qualunque bene rispetto al consumo. (Facevano allora eccezione gli oli di semi, importati dagli USA, oggi c’è eccedenza anche di quelli).
Mi chiesi: “se abbiamo eccedenza di tutto, incluso il lavoro umano, perché non abbiamo tutto”? Si vuol far credere che la risposta sia complessa, invece è molto semplice: la scarsità relativa viene generata per esigenze di controllo sociale.
Il mezzo più efficace, e per certi versi “indolore” è il sistema monetario: i beni sono abbondanti, tanto da essere buttati per mancata vendita; ma per comprarli è necessario il denaro; se crei un sistema monetario e introduci una “scarsa” quantità di denaro, il gioco è fatto. Devi rivolgerti per qualunque cosa al “monopolista”, l’unico che “crea” denaro. Che non è lo Stato. E’ il sistema bancario.
Beni sovrabbondanti a cui non puoi accedere, se non rivolgendoti all’unica divinità che può procurarli: il sistema che “crea” denaro, ma anche prestiti, finanziamenti, moneta liquida, banconote, tratta i debiti delle nazioni… (Federal Reserve, Banca Centrale Europea, Banca D’Italia, Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, Banca sotto casa…).
“Pochi comprenderanno questo sistema, coloro che lo comprenderanno saranno occupati nello sfruttarlo, il pubblico forse non capirà mai che il sistema è contrario ai suoi interessi”.
Sherman Rothschild, banchiere
Geniale, ma non mi dilungo (se volete possiamo approfondire nei commenti). Il denaro è il “freno” alla possibilità di usufruire di beni già disponibili, inserito nel Sistema per tenere la gente dipendente dal Sistema stesso. Un elaborato schema schiavistico.
Intendiamoci, risolvere il problema del denaro non risolve il problema dello sfruttamento dell’uomo. Se non riesci con le buone alzi il tiro: se non controlli tramite il denaro lo fai con altri mezzi, inclusa la forza. Quindi credere di poter uscire da un sistema di sfruttamento tramite una riforma è pura illusione. Anche una “rivoluzione” lo è. Ci saranno, ci sono sempre state, classi dominanti e dominate. E gente armata nel mezzo. (Però il denaro funziona egregiamente e, finora, nella nostra società, è stato la leva principale di controllo).
Per me, ciò che conta è rendersi conto della realtà e viverla con i suoi limiti, accettandoli.
In ogni tempo ci sono state Comunità prospere nonostante le difficoltà della vita. Questo finché hanno seguito e rispettato la loro natura, la loro etica, sviluppata in secoli di convivenza. I loro valori. Non si possono fare miracoli di fronte ad un mondo che cambia, ma spesso la “fine” arriva quando si accettano valori che non ci sono mai appartenuti. Quella è la vera rivolta: rifiutare ciò che non ci appartiene, anche quando appare così bello. ("Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza...".…). Se cedi l’equilibrio è terminato, la felicità ormai un miraggio.
La conoscenza è necessaria. Non per cambiare il mondo, ma per accettarlo, viverlo senza esserne noi vissuti. Come si è fatto per milioni di anni in fondo, in condizioni di povertà maggiori di adesso. E per darci la forza di rifiutarne le illusioni.
«Autorizzato ad emettere moneta, e a controllare il sistema monetario di un paese, non mi preoccupo di certo di chi fa le leggi».
Mayer Amschel Rothschild
(Sembra un po’ pessimista come pezzo, ma se mi seguite nei prossimi post, vedrete che non è così, da qualche parte dovevo pur iniziare, ciao!)
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“Se stasera il popolo americano venisse a sapere come funziona esattamente il sistema monetario e bancario, prima di domattina scoppierebbe la rivoluzione”.
Abramo Lincoln
All’università scoprii che l’Unione Europea aveva eccedenza di qualunque bene rispetto al consumo. (Facevano allora eccezione gli oli di semi, importati dagli USA, oggi c’è eccedenza anche di quelli).
Mi chiesi: “se abbiamo eccedenza di tutto, incluso il lavoro umano, perché non abbiamo tutto”? Si vuol far credere che la risposta sia complessa, invece è molto semplice: la scarsità relativa viene generata per esigenze di controllo sociale.
Il mezzo più efficace, e per certi versi “indolore” è il sistema monetario: i beni sono abbondanti, tanto da essere buttati per mancata vendita; ma per comprarli è necessario il denaro; se crei un sistema monetario e introduci una “scarsa” quantità di denaro, il gioco è fatto. Devi rivolgerti per qualunque cosa al “monopolista”, l’unico che “crea” denaro. Che non è lo Stato. E’ il sistema bancario.
Beni sovrabbondanti a cui non puoi accedere, se non rivolgendoti all’unica divinità che può procurarli: il sistema che “crea” denaro, ma anche prestiti, finanziamenti, moneta liquida, banconote, tratta i debiti delle nazioni… (Federal Reserve, Banca Centrale Europea, Banca D’Italia, Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, Banca sotto casa…).
“Pochi comprenderanno questo sistema, coloro che lo comprenderanno saranno occupati nello sfruttarlo, il pubblico forse non capirà mai che il sistema è contrario ai suoi interessi”.
Sherman Rothschild, banchiere
Geniale, ma non mi dilungo (se volete possiamo approfondire nei commenti). Il denaro è il “freno” alla possibilità di usufruire di beni già disponibili, inserito nel Sistema per tenere la gente dipendente dal Sistema stesso. Un elaborato schema schiavistico.
Intendiamoci, risolvere il problema del denaro non risolve il problema dello sfruttamento dell’uomo. Se non riesci con le buone alzi il tiro: se non controlli tramite il denaro lo fai con altri mezzi, inclusa la forza. Quindi credere di poter uscire da un sistema di sfruttamento tramite una riforma è pura illusione. Anche una “rivoluzione” lo è. Ci saranno, ci sono sempre state, classi dominanti e dominate. E gente armata nel mezzo. (Però il denaro funziona egregiamente e, finora, nella nostra società, è stato la leva principale di controllo).
Per me, ciò che conta è rendersi conto della realtà e viverla con i suoi limiti, accettandoli.
In ogni tempo ci sono state Comunità prospere nonostante le difficoltà della vita. Questo finché hanno seguito e rispettato la loro natura, la loro etica, sviluppata in secoli di convivenza. I loro valori. Non si possono fare miracoli di fronte ad un mondo che cambia, ma spesso la “fine” arriva quando si accettano valori che non ci sono mai appartenuti. Quella è la vera rivolta: rifiutare ciò che non ci appartiene, anche quando appare così bello. ("Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza...".…). Se cedi l’equilibrio è terminato, la felicità ormai un miraggio.
La conoscenza è necessaria. Non per cambiare il mondo, ma per accettarlo, viverlo senza esserne noi vissuti. Come si è fatto per milioni di anni in fondo, in condizioni di povertà maggiori di adesso. E per darci la forza di rifiutarne le illusioni.
«Autorizzato ad emettere moneta, e a controllare il sistema monetario di un paese, non mi preoccupo di certo di chi fa le leggi».
Mayer Amschel Rothschild
(Sembra un po’ pessimista come pezzo, ma se mi seguite nei prossimi post, vedrete che non è così, da qualche parte dovevo pur iniziare, ciao!)
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Se il punto di partenza sono i soldi, spero che il punto di arrivo sia come farne senza. O meglio, come imparare a vivere di ciò che conta. Ma senza anticipare nulla di ciò che vorrai dire nei prossimi post (che magari è tutto il contrario di ciò che penso), ti dico che trovo molto interessante la tua considerazine circa "il soldo".
RispondiEliminaDa bambina mi chiedevo perchè mai non si potesse utilizzare l'antica forma del baratto. Una cosa in cambio di un'altra. Nella mia infantile immaginazione, il mondo avrebbe ugualmente girato ed anzi, avrebbe girato meglio. Ognuno avrebbe lavorato mettendo a frutto le sue reali capacità/aspirazioni, mettendole a disposione di altri. E viceversa, in una eterna catena di scambi in cui anche il pianeta avrebbe avuto una sua parte, una parte equa e quindi non sfruttata dall'uomo. Tutto questo nel mondo degli adulti si chiama "utopia" o semplicemente "scemenza".
Il "soldo", purtroppo, è egoista ed accentratore. L'unico mezzo per liberarci dalla sua schiavitù imposta (ed accettata) passa attraverso noi stessi, ovvero attraverso la "lima di bisogni non necessari".
...Sto procedendo bene??
Ah, ah...
RispondiEliminaGiulia tu cerchi di capire se una cosa è giusta o sbagliata, corretta o non corretta... Chi ti dice che ciò che pensi tu non sia assolutamente giusto e quello che pensano gli altri (io incluso), in fondo, sbagliato? Potrebbe essere benissimo.
Mah... Purtroppo ho dedicato anni allo studio dell'economia e della moneta, per poi accorgermi che c'erano cose troppo più grandi di noi per poter incidere davvero. Anche tecnici dell'investimento mi confermano la stessa cosa: "Hai voglia di studiare bilanci, basta un movimento speculativo per far saltare tutto".
Il baratto come forma di scambi è stato utilizzato per migliaia di anni, per esempio le monete d'argento (quindi garantite dal metallo in esse contenute, non la cartaccia o i "bip" elettronici di oggi) sono state introdotte, ad esempio, nella penisola scandinava dopo l'anno 1100 D.c. circa. Poi venivano utilizzate non per le necessità correnti, ma solo per quel "sovrappiù", eccedenza che si preferiva cedere ad altri e negli scambi commerciali. Non nella "vita quotidiana" insomma. Non ce n'era bisogno.
Però oggi viviamo in un sistema diverso, troppo diverso. Il denaro ci sovrasta. Ci impedisce di muoverci. Si può cercare di farne a meno, ma solo entro certi limiti. Sarebbe utopia dire "possiamo farne a meno". Non ancora.
Ho vissuto a stretto contatto con una comunità religiosa cattolica che trattava il denaro come "spazzatura". Ovvero non lo demonizzava e neanche lo adorava, non si dava alla dannazione per guadagnarlo, e non si dispiaceva nel darlo via. La spazzatura non viene odiata, neanche amata, è quello che è e basta. Risultato: nada, nessuna differenza con le altre persone dal punto di vista della ricchezza/povertà, solo il loro atteggiamento mentale cambiava: vivevano più sereni.
Credo però che condividere la conoscenza sia utile per non cadere nelle illusioni. Puoi fare bene una cosa o farla male, puoi riuscire o fallire, dipende anche dalla fortuna che incontri nella vita. Quello che è certo però è che se non hai "conoscenza" e sei preda di "illusioni", comunque vada avrai già perso, perché non uscirà niente di buono per chi vive aspettative irreali. Non sarà mai come ti aspetti.
La consapevolezza permette invece non solo di scegliere bene, ma anche, spesso, di accettare le cose.
Nell'epoca Reaganiana che poi si è trascinata a lungo si diceva: "se non sei miliardario c'è in te qualcosa che non va". Altrimenti, come ti spieghi che "qualcuno ce l'ha fatta e tu no"? Illusione. Costruita ad arte per nascondere il cappio che si stringeva. (In realtà era un tipo diverso di cappio, semplicemente, non è che prima l'Umanità ne fosse esente). Occorreva far credere che la "colpa" del fallimento fosse della gente stessa. Che si spaccasse le meningi per cercare soluzioni che non esistevano; perché giochi contro il banco e non solo, anche i dadi sono truccati. Non puoi vincere. Semplicemente. Dal punto di vista matematico, un certo grado di povertà è insito nel sistema. Puoi solo cercare di non essere tu quello che casca dalla sedia. Credere nel sistema che ci hanno dato è accettare questo: "gli altri siano poveri, non noi". Però il gioco è congegnato così bene che nessuno si pone più domande.
L'uomo è un animale gaudente, finché va tutto liscio non c'è niente che lo smuove.
Da “Il pianeta rosso”
Per questo occorre prima di tutto consapevolezza. Sai, per guarire più che una soluzione, occorre la verità. E la verità è spesso: "Non è stata colpa tua. Non potevi farci niente. Adesso riprenditi la tua vita...".
Exodus,
RispondiEliminanon cerco affatto il confine tra giusto ed ingiusto (il mio "...sto procedendo bene?" era assolutamente ironico) e tanto meno mi aspetto risposte. Sono qui semplicemente per scambio di opinioni e perchè reputo ciò che scrivi molto interessante.
Viene in mente anche a me, citazionista incallita, un aforisma (credo) del citatissimo amico Oscar: "Esiste una sola categoria di persone che pensa al denaro più dei ricchi: i poveri. I poveri davvero non riescono a pensare ad altro". Non la ricordo testualmente, ma il senso è quello!!
Essere ricchi è meglio che essere poveri ma solo da un punto di vista economico.
RispondiEliminaWoody Allen
Ciao Exodus, leggo che hai studiato il soldo. Visto che almeno un poco ne serve per vivere nell'attuale società, volevo chiederti se ne sei al corrente e cosa ne pensi de trading on line? Non avendo stipendi alti ed essendo sulla strada per fare prima di tutto "risparming" mi chiedevo se con le dovute cautele sia una strada percorribile.
RispondiEliminaUn saluto
Alberto
Live simply take it easy
Io me ne tengo lontano.
RispondiEliminaSì, anni fa ho studiato bene quando il trading stava nascendo, non esistevano neppure le ADSL veloci come adesso e già si parlava di monitorare i mercati e giocare su tutte le borse. C'è stato un piccolo boom.
"Anche un idiota può guadagnare quando il mercato è in crescita”.
Roberto Vacca
Parte Prima:
Un mio conoscente, ex manager è entrato nel sistema in modo "professionale", con una SIM (Società Intermediazione Immobiliare). E' stato lui a dirmi: "Puoi studiare i bilanci quanto vuoi, basta un movimento speculativo e chi detiene le leve del gioco pulisce il tavolo da tutte le fiche".
Detto in altri termini: o hai fortuna o influenzi tu il gioco. In questi casi vinci. In tutti gli altri perdi. Se sei in grado di sfruttare i trend e uscire in tempo può andarti bene, ma serve un mago più che un operatore.
Adesso un aneddoto (vero): non so quale giornale prestigioso Statunitense, all'inizio di ogni anno, prepara un tabellone per le freccette; In esso vengono inseriti i nomi delle Società quotate in borsa; si tirano le freccette. Sistematicamente, a fine anno, i risultati forniti dalle freccette (a caso), battono i Fondi. Questo perché i risultati dell'investimento "fai da te" sono "puliti", mentre con il risparmio gestito paghi fior di commissioni. In pratica sei tu che alimenti l'intero sistema col tuo denaro, non la fantomatica "crescita di mercato".
Ti consiglio due libri, per darti un'idea generale, li trovi anche in biblioteca:
"Il risparmio Tradito" di Beppe Scienza. Fondamentale prima di investire un soldo. Segui anche il sito www.beppescienza.it.
"Padre ricco, padre povero" di Robert T. Kiyosaki.
Quest'ultimo mi ha cambiato la vita, modificando il mio rapporto col denaro e insegnandomi molte cose, la prima a non essere fregato. E a quel tempo, ero già laureato in Economia, figurati. Da leggere assolutamente.
# Alberto:
RispondiEliminaParte Seconda:
Economia di “sussistenza” (indipendenza).
Se posso suggerirti però, non guardare i soldi, è fuorviante, è come seguire le dita del mago, i sensi ti ingannano. Punta invece direttamente a quello che ti serve (e che speri di ottenere grazie al denaro). Mi spiego, il denaro serve per comprare case, benzina, cibo, vacanze, svago, etc... E nessuno si separa dal denaro. Però molta gente, tutti forse, hanno eccedenza di qualcosa che non sanno dove mettere. Magari finiscono col regalartela. Come succede a me. Alcuni brevi esempi:
• non compro il pane perché in mensa aziendale il pane lo buttano. Sacchettino, metto dentro, porto via. Non mi hanno dato i cinque euro settimanali per l'acquisto, ma è come se l'avessero fatto: ho puntato sul "bene", non sui mezzi per acquistarlo;
• il vicino è bravo in meccanica, c'è un buon rapporto, mi fa lui il tagliando (cambio olio, etc..) io compro solo il materiale;
• la vicina mi regala i vestiti che al figlio non piacciono. Posso assicurare che c'è roba di cui vado a genio;
• un altro vicino mi ha regalato le ventole che mi servivano per impiantarle nel mio portatile che è quasi andato a fuoco col caldo!;
• non ho il digitale terrestre né pago il canone TV, vedo tutto sul pc (peer to peer + podcast);
• non compro carne da venticinque anni (la mangio solo se me la offrono in mensa, feste, etc, sono tendenzialmente vegetariano);
• i libri me li regalano e poi io li regalo ad altri. Tanto più di una volta non li leggo;
• I mobili quando trasloco, spesso me li regala la gente, buoni mobili che ha ormai in cantina; le tende idem;
• il vicino mi ha regalato una bicicletta. O meglio, i miei due vicini, avendo desiderio che qualcuno condivida con loro il piacere di una gita al parco di Monza, si sono messi d'impegno e mi stanno assemblando una bici. Manca solo un copertone e abbiamo finito.
L'unica cosa che ho fatto io, è stato, nel tempo, regalare a mia volta cose che non usavo ma che a qualcuno forse servivano.
C'è troppo di tutto! La gente cerca i soldi, ma butta al tempo stesso quello che con i soldi ha acquistato. Intercetta il flusso. L'importante è focalizzare l'attenzione su ciò che ti serve, non sul mezzo ($$$). Non per risparmiare (anche), ma per acquisire quella forma mentis particolare che ti permette di finire il trimestre con lo stesso risparmio netto del tuo capo che magari è un Quadro aziendale.
Attenzione: non è una forma di “risparmio”, non si tratta di un “taglio”. Al contrario, è un flusso di beni che nessuno sa che farsene, vedi di intercettarlo.
• magari hai amici con i genitori che vivono in qualche località turistica...?
• Magari conosci qualcuno che va in ferie in Calabria in auto in quanto non sopporta l'aereo (paura!). Proporsi e dividere le spese!
Etc...
io faccio così:
vedo qualcosa, dico che è splendido, spesso la gente non ha bisogno di quel bene e lo regala in quanto vorrebbe liberarsene ma è trattenuta da un istinto primordiale di possesso, di “mancanza”. Però poi appena può, da' in beneficienza... oppure al sottoscritto che ha espresso la sua approvazione, che magari si rende disponibile volentieri a ricambiare, etc...
E’ un economia "di sussistenza" e funziona alla grande per assicurarsi un certo grado di libertà economica;
# Alberto:
RispondiEliminaParte Terza:
L’economia “di sussistenza” è più importante dell’economia “di arricchimento”. Infatti, come misurare la ricchezza? Per me:
"La ricchezza si misura dal numero di anni che puoi sopravvivere senza lavorare"
Samuel Buckminster Fuller
I risultati del ragionamento sono spettacolari: una economia che garantisca la “sussistenza”, senza troppi sforzi, mette al riparo molto di più di un Economia che ti arricchisca ma in cui le uscite sono tali da renderti povero non appena molli la presa.
Però, ho intenzione di creare un post di aforismi sul denaro, magari sarà più completo.
Lascio con questa chicca:
Il denaro è guadagnato da tutte quelle persone che con pazienza e meticolosa osservazione seguono quelli che lo perdono.
Benito Pérez Galdós
Ergo: non seguire la Borsa (se non sei un professionista remunerato), perché lì ci va gente che di solito il denaro lo perde, è che è pazientemente tenuta sotto controllo/condizionata da altri con mezzi e competenze molto maggiori. Sii il banco, non giocare contro il banco. E leggi i libri!
Ciao!
Ehi, che tetro che sei! Però forse hai ragione, io no ma i miei amici hanno perso un po' di soldi, ma tanto in borsa ci gioca chi i soldi ce l'ha, quindi niente crisi di pianto.
RispondiEliminaAono d'accordo con te, la gente non ha più buonsenso e vuole solo arricchirsi in fretta.
Ciao.
Non so se c'entra ma io ho un'esperienza simile di "scambio" con la mia vicina. Abito in una villetta e una gentile Signora mi tiene la bambina quando non riesco ad esserci. In cambio io le faccio la spesa, l'aiuto in piccole cose, le misuro la pressione, etc. Non mi pesa, anzi è una persona cortese e mai invadente.
RispondiEliminaBeh, al mese con quello che costano le baby sitter è un bel risparmio! In generale cmq lo scambio mi da tanta gioia.
Questa dell'Economia di sussistenza contrapposta a ll'economia di arricchimento è un idea interessante, magari riprendila mi piacerebbe parlare di come mantenere un livello di vita non dico alto, ma almeno che stia sempre sopra le tue esigenze reali, seppur di poco. Puoi vedere la mia mail, magari mi piacerebbe parlarne ancora. Ciao. Tiziana.
RispondiEliminaA me non regala niente nessuno altrocchè, però magari è colpa mia perchè... mi vergogno a chiedere. forse devo imparare, ciao.
RispondiEliminaMi piacerebbe continuare a parlarne, trovare soluzioni, devo chiarirmi un po' le idee ma cio che hai scritto è molto interessante.
RispondiEliminaRené
Allora le banche alla fine sono riuscite a fottersi il mondo intero alla fine. Che tristezza.
RispondiEliminaSei un pozzo di informazioni Exodus!!!!
RispondiEliminaVedo che il post è stato seguito nel frattempo.
Parte prima:
Premetto che la mia non è una ricerca al soldo facile bensì un tentativo di investire il poco che ho senza fare la parte del pollo.
Dico questo perché non mi sono mai interessato a investimenti o speculazioni. Il concetto di banca , per me, era quello di avere un servizio inerente al bancomat, carta di credito e appoggio per le transazioni dello stipendio. Da un seminario con vari temi , tra cui il trading, ho scoperto questa “eventuale risorsa”. Uno dei concetti che mi è rimasto in testa è che rivolgersi alle banche equivale a fottersi con le proprie mani! Altro concetto è che comprare un fondo nella speranza che salga, è un controsenso letterale. Da tutte le varie info che ho raccolto posso dire che non capisco come tanta gente creda che al consulente della banca interessi realmente far incrementare i risparmi dei correntisti, attraverso degli investimenti. Le banche guadagnano qualcosa come 4 miliardi di euro all’anno solo di commissioni per le transazioni. Che cavolo vuoi che gli interessi rischiare di investire per ricavare guadagni, quando è più semplice fare investire il conto correntista e guadagnare dalle commissioni applicate.
Direi che la via quindi potrebbe essere quella di fare da se sfruttando per esempio il mercato liquido del forex (valute). Li il guadagno è dato dalle oscillazioni che le monete hanno sia in positivo che in negativo, si tratta di micro oscillazioni ma si parla di rendimenti dell’11% in un anno. Mi riservo di provarci, anche se non mi appassiona molto, e visto che è gratuito aprire un conto virtuale e provare ad operare con un conto fittizio, perché no?
Ti ringrazio per le letture consigliate, ad oggi stò finendo le letture consigliate da Simone, sono all’elogio dell’ozio, ma subito dopo ho il mitico padre ricco padre povero di Kiyosaki.
Il concetto di economia di sussistenza è da esplorare e da rivalutare. Sono sempre stato abituato da piccolo a mettere vestiti che arrivavano da altri bambini e usare cose che altri dismettevano. Ho sempre considerato che la cosa funzionasse col tempo aimè, ho perso le buone abitudini. Nell’ottica del dicxhifting dovrò rispolverarle!!!! Ieri per esempio ho sistemato il bagno di casa per una copiosa perdita. Risultato 4,90 € di pezzo di ricambio, avessi chiamato l’idraulico non oso pensare!!!!
Grazie per il tuo contributo Exodus p.s. non ti dispiace se ti cito nel mio www.scalalamarcia.com con il discorso dell’economia di sussistenza?
Live simply take it easy
Alberto
Ciao Albe,
RispondiEliminamah, citami pure ma il contributo che posso dare non sarà grandissimo, anche se è vero che l'economia di sussistenza", a mio avviso, è l'unica risorsa disponibile per un semplice ragionamento matematico. Riporto l'estratto di una mail che ho scambiato con una persona per esprimere il concetto:
"Bene o male, si continua sempre a tornare sul fattore soldi o risparmio soldi. Ma a livello di sistema, la quantità di denaro immessa è costantemente inferiore rispetto al necessario (tenuto conto dell'inflazione e del "ritorno" alle banche sotto forma di interessi"). Ovvero: dal punto di vista matematico i soldi nel sistema non basteranno mai per tutti. Quindi a qualcuno mancheranno SEMPRE. Se ne ho io, è solo perchè un altro nè sarà privo (anche questa pura matematica, fattore redistributivo).
Non c'è quindi rivoluzione possibile se si parla di denaro in quanto la quantità immessa è volutamente insufficiente (in realtà ce n'è a bizzeffe, ma deve tornare tutto nei forzieri bancari come interesse, quindi è come se non ci fosse, la quota "disponibile" è insufficiente).
Ecco perchè, a mio aviso, se si parla di soldi è tutto già morto: il laccio attorno al collo è troppo stretto, si può abbaiare quanto si vuole, il pane nella ciotola collettiva è insufficiente. Figurati che la mancata immissione di liquidità sufficiente permette già di sapere che tot. imprese falliranno, per quel motivo, mancanza di liquidità, incapacità di far fronte al proprio impegno finanziario nel breve periodo, anche se dal punto di vista "economico" le cose vanno benissimo".
Occorre quindi pensare ad un'economia in cui la quota "denaro" sia relativa, solo una parte, in quanto cmq il denaro che entra nelle nostre tasche sarà sempre "relativo" (una parte, insufficiente). La "sufficienza" infatti oggi si ottiene col ricorso al debito o la rinuncia al bene stesso. Una "economia di sussistenza" dovrebbe prevedere la possibilità di accesso ad un bene tramite canali diversi dal denaro. Questo permetterebbe un cash flow in uscita ridotto e costantemente inferiore al cash flow in entrata, pure ridotto.
Come fare? Per la mia esperienza, l'unico modo è rispolverare le mani. Il fai da te. La conoscenza dei materiali. O la conoscenza di persone che sanno usare le mani. Lo scambio. Ancora meglio: il dono. Questo crea legami più forti dello stesso denaro.
Al mio portatile si è rotta la ventola. Non riparabile. Il tecnico del Centro Commerciale mi offre un portatile nuovo a basso prezzo, un affare. Un negozio idem. Un altro negozio gestito da uno smanettone la butta sullo scherzo: "cambio la ventola con una più grossa, faccio uscire un cavo dal PC e lo collego ad un alimentatore esterno". Lui scherzava, io no, a me l'idea è piaciuta. Ha risolto in cinque, dico cinque minuti. (dieci toh!). Risultato: il tecnico non è soddisfatto del lavoro che giudica "poco elegante aggiungere un secondo alimentatore". Io sono felicissimo di aver pagato 20,00 € in tutto per avere un portatile che funziona, anche se definirlo "portatile" con due alimentatori...! Ecco, questa è la base dell'economia di sussistenza:
saper usare le mani, avere idee, far sì che le due cose s'incontrino.
E poi la mia vicina mi ha appena regalato le zucche dell'orto che tanto altrimenti devo buttarle. Viviamo in una Socientà in cui c'è davvero troppo di tutto, impariamo a concentrare l'attenzione sui "beni" (che ci sono), non sui soldi (che, come già detto, non ci sono neanche dal punto di vista matematico).
Ciao!
Vuoi dire che non abbiamo speranze allora, la povertà sarà "matematicamente certa"?
RispondiEliminaPer Alberto: per me i migliori investimenti in questa fare di "crisi", non solo in Italia, ti assicuro (vivo in Francia), sono: 1) conoscere le lingue; 2) un buon corso di bricolage; 3) naturalmente un giardino per chi può permetterselo con alberi da frutto e orto. Salut
RispondiElimina