Stasera è successa una cosa strana: ho guardato un programma sulla TV di un amico, dopo cinque anni, e l'ho trovato migliore dei contenuti in internet.
E' la TV che ha migliorato la sua qualità o internet che si è appiattito con il moltiplicarsi dei contenuti, è diventato un luogo "connettivo", di scambio, di chiacchiere, ma non più davvero "informativo"?
Sto seriamente pensando di riprendere a guardare certi programmi, e abbandonare la rete.
Oggi, al lavoro, una ragazza mi mostrava come si teneva in contatto con amici su facebook per sapere cosa stava succedendo nelle zone interessate dal sisma. "E' tutto qui?" pensavo, si usa la rete per qualcosa che qualunque radio giornale può dirti senza bisogno di tutto quel marchingegno? E' tutto qui quello che si sta creando, duplicare le informazioni degli altri media, aggiungendo una quantità folle di opinioni personali e chiacchiere? Davvero la rete è "quello che c'era prima" più le chiacchiere? Davvero ci sono cose nuove ma perse nel mare magnum degli scambi telematici. E quanto costa in termini di tempo andarsi a cercare una notizia nuova e vera nella folla di informazioni inutili?
Erano cinque anni. E una trasmissione che avrei disprezzato in altri tempi sembrava un gioiello rispetto a ciò che vedo di solito, guardo di solito. Viene davvero da interrogarsi, da chiedersi se siamo in grado, aziende ed utenti, di creare qualcosa di bello e nuovo, di migliore, oppure se conviene tornare ai sistemi collaudati.
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Forse non si tratta di essere un servizio migliore o peggiore, ma ciò che è più nelle nostre corde in momento e cosa lo è più in altri.
RispondiEliminaCredo che a volte, a parità di notizie, uno si voglia accomodare sul divano e sentirle in tv, altri le vogliano leggere sul giornale mentre fanno colazione al bar, altri magari mediati da un blog con la cui comunità possono interagire.
Le notizie sono sempre quelle, le persone pure, è solo il modo di approcciarsi che cambia, non solo a seconda del carattere, ma anche dello stato d'animo.
Notizia. Oggetto di comunicazione o diffusione, ritenuto di particolare IMPORTANZA ai fini dell'interpretazione di fatti contingenti o a proposito delle reazioni che può provocare nei singoli o nella collettività. Devoto-Oli
RispondiEliminai programmi in tv o i giornali vanno consumati come così come sono. lo spettatore ha dalla sua la critica , che puo' fare tra se' o con qualcuno con cui dialoga , verso il contenuto o la realizzazione del prodotto.
RispondiEliminain linea generale credo che tutti i prodotti debbano essere presi per quello che sono, sia nei mezzi tradizionali che nel mondo web. del tutto inutile infatti è il "commento" furbamente lasciato a disposizione dei lettori per dargli l'illusione dell'interazione ma utile solo per fare "traffico" misurabile.
il web permette di allargare l'orizzonte e le fonti sia per tipologia che per origine geografica e questo , mi sia concesso , è particolarmente interessante a chi ne ha strumenti capacità (esempio la conoscenza di una lingua) per capire.
nel web però sappiamo che aumentando il numero di informazioni aumenta ,in modo esponenziale, il problema dell'affidabilità e controllo della fonte. tutto diventa più difficile, ma il prezzo che si paga , secondo me vale poichè quello che si può attingere sarebbe impossibile da trovare tramite il sistema tradizionale di scambio o disponibilità delle informazioni.
mi accodo nell'osservare che ci sono programmi tv ben fatti e belli da guardare così come belle pagine e begli articoli di quotidiani.
questo però non mi fa rimpiangere assolutamente la gioventù nella quale per fare una ricerca avrei dovuto necessariamente recarmi in biblioteca.
certo che usare il favoloso strumento che è il web per dire dove sono e cosa sto facendo, mi fa interrogare sui veri interessi delle persone .
Sì, da bambino sognavo di fare una domanda ad un PC e che lui mi rispondesse. Oggi infilo una stringa su Gogol e ottengo una serie di risposte. Non ce ne accorgiamo ma queste cose un tempo sarebbero state impensabili. Eppure l'uomo è scontento lo stesso. Le meraviglie della tecnologia non cambiano il suo essere, il suo sentire, da tutto per scontato a lungo andare.
EliminaSì, per la TV e il web la questione qualità è fondamentale. Certo, avere una squadra di professionisti che confeziona un prodotto per la TV fa risaltare la differenza rispetto ad una serie di utenti che in fondo si dilettano del web. Credo che l'unico valore aggiunto davvero competitivo per queste persone sia l'"onestà", ovvero portare temi interessanti ma al tempo stesso "onesti", "veri". Appena questo viene a mancare, oppure si cerca di "allungare" temi o notizie già riportate, vengono fuori tutti i limiti del mezzo.
Ciao Exodus, qualche mese fa mi stavo domandando più o meno la stessa cosa: internet è cambiata così tanto? Una volta trovavo sempre qualcosa di interessante... sono io che ho "metabolizzato" il mezzo e non essendo più una novità non ci perdo più di tanto tempo, o è il mezzo ad essersi impoverito? Poi sono tornata su un vecchio forum, che frequentavo anni fa, e mi sono data una mezza risposta: la diffusione così capillare in fasce (d'età) molto più basse rispetto a prima ha veramente impoverito le discussioni. Anni fa mi lasciavo prendere da interventi (soprattutto parlando di cinema e fotografia) di gente esperta, e scambiare opinioni era interessante e costruttivo. Adesso quegli stessi ambienti virtuali sono popolati da ragazzini che hanno ben poca nozione delle cose di cui parlano ma che intervengono continuamente professando verità a colpi di "mi ha detto un mio amico" e tutti i competenti, esasperati, hanno abbandonato le discussioni. E questo non solo per i forum. I siti notizia devono attirare consumatori, e quindi si danno alle notizie di gossip, i social network dettano legge e qualsiasi "notizia" viene diffusa senza il minimo controllo della fonte con l'unico scopo di essere i primi a diffonderla. Alla fine non ho internet a casa. E nemmeno la tv. Ma sto leggendo molto più di prima, e non mi dispiace affatto ;)
RispondiEliminaQuoto, quoto, quoto! "e tutti i competenti, esasperati, hanno abbandonato le discussioni". Più di un anno fa un esperto della prima ora di internet ha detto la stessa cosa sperando che internet tornasse "per pochi", stessi motivi che stiamo citando adesso. Io l'ho criticato perché la rete è "diffusiva" in quanto facilmente accessibile. Adesso riconosco che le sue argomentazioni erano valide, anche se non esaustive, non si può blindare la rete e attendersi che si espanda cmq.
EliminaCredo tuttavia che il trend continuerà e che: "tutti i competenti, esasperati, abbandoneranno le discussioni". Oppure formeranno club ristretti a cui accedere solo tramite iscrizione, come avviene in alcuni forum. Ma saranno pochi. La tendenza di internet seguirà quella di TV e giornali, con l'aggravante che qualunque depresso, arrabbiato, desideroso di un po' di scambio umano, vorrà dire la sua vanificando una possibile discussione.
Ho visto siti di informazione con centinaia e centinaia di commenti per singolo articolo o post. Io ho rinunciato a radio e TV (anche) per non sorbirmi più pubblicità inutile. Quelle centinaia di commenti sono molto peggio della pubblicità, non hanno la stessa perversa "bellezza", lo stesso professionismo. Come faccio a rinunciare alla TV e invece accettare questo chiacchiericcio troppo spesso inutile. Certo dipende anche dai siti, dai frequentatori, magari trovi botta e risposta entusiasmante a volte, poche persone ben informate che si scambiano informazioni a me del tutto ignote. PErò non sono i siti che vanno per la maggiore, quelli invece attirano ogni sorta di commentatori astiosi.
C'è poi un altro problema, a mio avviso ben più profondo: ci sono siti che aprono per un motivo, dicono quello che hanno da dire, ma una volta esaurito l'argomento rimangono aperti ma senza riuscire a dire più nulla di nuovo, rimasticano sempre lo stesso concetto. sono utili a nuovi utenti, ma non ai "vecchi" che ormai sanno tutto di quell'argomento, quel tema. A quel punto i "vecchi" rimangono solo per il piacere di incontrarsi, ma non c'è più alcuna "crescita", "novità". Diventa "connessione" pura. E magari toglie spazio e tempo ad altre ricerche.
Quoto in pieno. E' molto più facile abbassare gli standard e avere pubblico, che sopravvivere mantenendo la qualità.
RispondiEliminaA questo proposito mi viene in mente "Idiocracy", un film commedia di 5 o 6 anni fa, che presenta uno scenario in cui l'evoluzione ha favorito la fetta meno colta e intelligente della popolazione e due persone "medie" dei giorni nostri che per un esperimento scintifico si ritrovano nel futuro, scoprono di essere i più intelligenti del pianeta... Un filmetto con del potenziale che purtroppo non viene sfruttato quanto si sarebbe potuto.
E' un horror quel film! :-(
EliminaI miei colleghi al vertice della scala intellettuale... vado a bere qualcosa!
Io ho notato che negli ultimi 10 anni, i veri professionisti di valore nei vari settori (non solo TV , ma anche musica e cinema per esempio) sono andati progressivamente sparendo.
RispondiEliminaLe strategie di questi settori hanno puntato sul profitto a breve termine, sui feedback del pubblico.
E' chiaro che se tu vuoi far 'colpo' subito, basta che gli mostri tette e culi e dici parolacce.
Ma un conto e' far televisione, un conto e' fare auditel.
Un conto e' fare buona musica, un conto e' vendere milioni di dischi.
Non c'e' nulla di male nel vendere milioni di dischi, anzi. In passato quelli bravi vendevano anche milioni di dischi, ma questo avveniva con un duro lavoro negli anni.
Oggi non si e' disposti ad aspettare anni per avere successo proponendo un ottimo prodotto, ed i risultati sono sotto i nostri occhi.
Oggi paghiamo caro cose di scarso valore, non solo in termini di soldi, ma anche di divertimento, emozioni, spirito.
Siamo poveri dentro.
Quindi e' il fattore tempo (di cui mi sto interessando in queste settimane) ad essere entrato in gioco nelle nostre vite a tutti i livelli e strati sociali, ma si sa che la fretta e' il nostro peggior nemico.
Tornando alla TV, a me viene da pensare che chi ingaggiava gli artisti e' diventato sempre piu' cieco di fronte al valore dell'artista o del professionista e si e' concentrato esclusivamente sul profitto, non distinguendo piu' un bravo presentatore da un porco.
Parlai di questo tema in un mio vecchio post qualche anno fa quando mi accorsi del vuoto che c'era nella musica italiana.
Internet secondo me merita un discorso a parte.
Io non sono neppure certo delle rilevazioni auditel, credo che i "padroni dell'auditel" siano gli stessi padroni dei mezzi di comunicazione e gli fanno dire ciò che vogliono... Ahemm... essendo in Italia mi correggo: il padrone dell'auditel è il maggior padrone dei mezzi di telecomunicazione :-)
EliminaSting, se abbiamo così poco tempo, come mai ne sprechiamo tanto? :-) . In verità ho la risposta, ma mi occorrono almeno sette post concatenati per scriverla tutta!!!!!
Secondo me , come per tutte le cose, sprechiamo il tempo perche' crediamo di averne tantissimo a disposizione , ma questa non e' una certezza.
RispondiEliminaNon abbiamo percezione di noi stessi, consapevolezza di cio' che stiamo facendo.
Pensiamo sempre a mettere da parte , ad accumulare risparmi 'per un domani' , come se fosse certo che arriviamo tutti a 80 anni vivendo con la pensione che ci siamo costruiti negli anni in cui eravamo giovani.
Il fatto e' che viviamo immersi in una cultura che ci vuole piu' longevi possibile, perche' solo con una prospettiva di vita che cresce si possono imporre alle persone prodotti di cui non hanno bisogno, perche' tanto per le cose importanti 'c'e' tempo'.
In realta' il tempo non c'e' !
Potrei anche morire in questo istante e tutti i miei progetti vanno a farsi fottere.
Scrissi un post anche a proposito di questo.
Non credo che ci sia qualcuno cattivo che trama alle nostre spalle, cosi' come non credo alle teorie dei complotti.
Ripeto, e' questione di cultura, una cultura della crescita a tutti i costi, anche a costo di sacrificare il valore.
Quel valore che tu non hai potuto fare a meno di notare guardando un programma di cinque anni fa sulla tv del tuo amico.
Io credo, scusami, che noi diamo troppa importanza alla "cultura" per quanto concerne le nostre azioni. Credo che il bisogno sia ancora più fondamentale, istintivo, ad un livello che non essendo immediatamente percettibile, profondo, e noi diamo il merito o la colpa alla "cultura". La cultura scafisce soltanto ciò che siamo, non vediamo il livello profondo.
EliminaSto portando avanti un lavoro che spiega perché facciamo cose che ci fanno "perdere tempo", che dimostra che la "cultura" è la vernice che mettiamo sopra, ma non il fondamento della nostra azione di "perdere tempo". Non so se riuscirò mai a scriverlo perché è molto elaborato e richiede tempo, però il fondamento è questo: io faccio cose "inutili" perché mi piace farle, nell'atto di farle io provo un piacere. Che poi è una perdita nel lungo periodo, beh, lo è anche fumare, anche mangiare carne, zuccheri, dolci. Il centro è comprendere che quell'attività di "perdere tempo" mi porta piacere, come mangiare un bel dolce, non è inutile, nel breve mi appaga. Potrei non mangiare dolci, non "perdere tempo" in quell'attività inutile ma in questo caso... zero piacere, un piacere che non può essere sostiutio da altre attività "utili" perché a me piace... mangiare dolci!
Spero di poterci tornare, ciao.