Ci sono due modi per cambiare la nostra vita: uno è cambiare il nostro modo di vivere, la realtà che ci circonda; l'altro è intervenire su quel magico, microscopico, interruttore bioelettrico nascosto nei meandri della nostra mente, che cambia la realtà in un clic.


domenica 6 maggio 2012

SUI LIBRI


Pubblico una mia (lunghissima) risposta al post di Carolina di “Sotto i Fiori di Lilla”, lo trovate qui, da leggere prima di proseguire:

http://www.sottoifioridililla.com/2012/04/librinnovando-day-after-e-il-live.html


“Ciao, bellissimo post.

Premetto però che è un'istantanea di una situazione, ma nel mercato librario non ci sono istantanee perché nel nostro paese ci sono medie molto strane sull'editoria, quindi non è possibile realizzare una foto che abbracci tutto il panorama.

Mi spiego meglio:

L'italiano legge poco, in media. In realtà legge niente. Però c'è una percentuale di "buoni lettori" che alza la media. Quindi parliamo di tutto il mercato, o solo di coloro che acquistano i libri?


Ma poi i libri acquistati li leggono?


Argomento credo interessante perché la potenza di fuoco del marketing è tale che ho visto spesso libri mai letti, nuovissimi, in bella mostra. Ho visto donne al centro commerciale mettere in borsa mentre passano il super-erotico-pruriginoso-libro di una diciottenne che ha fatto scandalo ed è stata ospitata a un sacco di trasmissioni, dopo le 21.30, così la fascia oraria protetta è salvaguardata.

Donne che mettono in borsa il libro situato vicino alle casse come la mia nipotina infila in bocca i kinder mentre passa, uguale. Magari la mia nipotina sputa mezzo kinder, magari l'efficiente donna ben vestita sputa mezzo libro. Però era lì in testata di gondola (linguaggio tecnico da centro commerciale-marketing oriented) che un altro po' ti cadeva addosso e il movimento del polso prendo e infilo nel carrello era d'obbligo.

I più grandi lettori spesso sono pendolari che si annoiano sul mezzo pubblico, alcune mie amiche leggono tantissimo per strada, però la spesa è ingente e si ricorre o al prestito di amici o alla biblioteca, altrimenti diventa una tassa. Parlo di chi legge davvero, ovviamente, tanto, in questo caso ci si procura ciò che è disponibile, prima di ciò che si è scelto. Se l'amica o la biblioteca hanno un testo e non un altro, si prende quello.


Se non si costringono bambini, ragazzi, studenti a leggere-comprare quintali di libri, l'editoria è morta.


Adesso non ricordo dove, ma ho letto una stima secondo cui il 50% del mercato librario non è "libero" ma "forzato": devi leggere perché l'istituzione (qualunque sia) lo richiede. Si potrà forse scegliere il mezzo su cui leggere, libro, lettore e-book o fotocopia, acquisto o prestito, ma è comunque una forzatura che poco ha a che fare con un mercato "libero" e una "libera scelta". Io mi sono laureato in Economia, alle elementari avevo un sussidiario e un libro di grammatica. I bambini di oggi sono curvi sotto il peso dei tanti, troppi, libri.


Se si sospendono i contributi e le agevolazioni all'editoria il mercato editoriale è morto.

Più che preoccuparsi di copie vendute i giornali fanno politica per esercitare la giusta pressione, assicurarsi il corretto flusso di finanziamenti pubblici.


Questo per dire come, prima di parlare della scelta di modalità e del prezzo di lettura, occorre capire se si è davvero liberi di scegliere qualcosa e che cosa. O se sono scelte finte. Perché se è così, non c'è adesione, non c'è passione, non interessa nessuno, ci facciamo trascinare dalla moda, dal "mercato" che non è un mercato dei libri, ma puro marketing applicato al libro, come viene applicato al detersivo e quindi uno prende ciò che "lava più bianco" perché la pubblicità è più convincente.


Qual'è il prezzo corretto di un e.book?


Per uno che non legge mai 10-15 € , tanto non legge mai o una volta l'anno. Può anche scegliere di non comprarlo. Per uno costretto dalla scuola a comprarlo, per la sua famiglia?

Per uno che ha dimestichezza con i sistemi informatici qualunque prezzo va bene, tanto non lo compra e se lo procura in rete. Per uno che ha la biblioteca sotto casa idem. Per uno che ha dimestichezza e conosce l'inglese o altre lingue, non lo compra neanche morto, lo legge in lingua originale, gratis, scaricabile in rete, basta un (ottimo) lettore e.book da 100 €, come il Kindle, e qualche conoscenza informatica.

Solo una nota sullo scaricare in rete e la cosiddetta “pirateria”. Una volta un intelligente imprenditore mi disse che se metti il telefono sotto le mani della segretaria non puoi sperare che non lo usi qualche volta per chiamare casa. E' un “abuso” in orario di lavoro, ma sarebbe folle non tollerarlo, gli hai messo il telefono in mano. E se hanno venduto un'auto che raggiunge i 200 in dodici secondi ma il limite di velocità è 90 km/h, non ci si può aspettare che non vi siano infrazioni al limite di velocità. Non ci si può aspettare che una persona non schiacci impercettibilmente il piede e superi i 90.

E se c'è la raccolta differenziata, per quanto uno si impegni, non ci si può aspettare che ad un certo punto, magari stufo, non butti la carta nel secco, le scorze della noce nell'umido e così via. E' un attimo. Non parliamo poi di tangenti, favori, piccoli e grandi abusi, piccoli e grandi privilegi, quando ti trovi in una condizione in cui non devi fare niente per ottenerli, neanche dire “si'”, devi solo accettarli. Allo stesso modo la tecnologia, la società, la burocrazia, le amicizie, ci mettono in condizione di ottenere delle cose senza praticamente fare niente.


Adesso parliamo di libri.


Per i classici, quelli il cui autore è deceduto da più di cinquant'anni non c'è problema in quanto è decaduto il diritto d'autore, quindi l'opera è liberamente fruibile. Un'eccezione deriva dalla cosiddetta “Legge Topolino”, introdotta per proteggere la Disney contro la scadenza dei propri marchi, che dovrebbe aver allungato la durata del diritto negli USA, non so in Europa. Però per questi libri con diritti decaduti, presenti in rete, non c'è problema se vogliono essere scaricati.

Per altri, protetti dal “diritto d'autore”, la quale probabilmente protegge le Case Editrici più che l'autore. Ora, come negli esempi di prima, la tecnologia, inarrestabile, fonte di lucri inimmaginabili, ha dato la possibilità agli utenti di scaricare un libro con un clic, e ritrovarselo sul computer di casa. E' il telefono che è lì per tutto, ma la segretaria non deve telefonare a casa; è l'auto che va a duecento all'ora ma la persona deve contrarre il muscolo per non schiacciare troppo il pedale, appena rilassa il piede la velocità s'impenna; per il “clic” che scarica il libro “proibito” è lo stesso. E' un “illecito amministrativo” (non penale), punibile con una multa, ma ti hanno messo nelle condizioni di schiacciare un tasto per ottenere quel libro che desideri. Ora, se una legislazione è così miope e stupida da non prevedere che in una situazione siffatta è più semplice premere il tasto “clic” che non premerlo, dopo una ricerca di meno di un minuto in rete, deve prima di tutto interrogarsi sulla propria intelligenza e sulla propria capacità di regolare in misura efficace le regole in una collettività umana. Perché in queste condizioni, quella legislazione è semplicemente impotente, stupida, e inutilmente punitiva.

Non si può chiedere una crescita tecnologica, peraltro indispensabile se non si vuol essere superati e messi di lato come inutili bradipi, e al tempo stesso non prendere in considerazione l'impossibilità di far rispettare certe regole del secolo scorso. Non si può mettere il telefono in mano alla segretaria, mentre non c'è nessuno, e impedirle di chiamare casa. Non è tecnologicamente possibile. Come non è possibile che dagli scarichi di casa esca solo acqua pulita, un po' di cloro, di candeggina, di veleni vari uscirà sempre. E la gente sprecherà l'acqua per farsi lo spazzolino, perché basta alzare l'asticella per farla scorrere. E' un attimo. Ciò che limita il click-procura libro" è la necessità di un supporto fisico. Ma poi quel libro scaricato verrà letto?


Il supporto


Per il supporto: anche qui, ci sono "tradizionalisti" che vogliono la copertina vecchio stile, il profumo di carta e tutto? Oppure accettano i lettore e.book, oppure hanno la fotocopiatrice dell'ufficio a disposizione? Dipende. 



Il prezzo


Il prezzo giusto per un e.book per me è zero. Non li voglio se non gratis. Ci sono milioni, non esagero, milioni di libri gratis in giro, testi millenari, ultime uscite, c'è più domanda che offerta, perché devo pagare quando c'è un oceano di roba di qualità certificata che mi aspetta, che succede se non li leggo, muoio? Divento ignorante? Mi mancherà qualcosa? Diverrò povero per mancanza di cultura?

Che succederà se rifiuto di scucire un centesimo per quel libro? A meno che la pubblicità non mi freghi di nuovo, oppure non trovi davvero un libro diverso dagli altri in grado di cambiarmi la vita. Succede, una volta ogni cinque-dieci anni, ma poi basta, tutto qui.


Per: “la scuola e i benefici tratti dalle tecnologie digitali?”


E' l'ultimo dei problemi della scuola. E' morta. Se solo riuscisse a trasmettere il patrimonio umano, educativo, senza neppure pensare agli e.book, avrebbe assolto nel modo migliore il suo compito, ineccepibile. Ho insegnato in una scuola, corsi speciali di francese per studenti dotati, progetto dell'Unione Europea. Chiesi al preside il permesso di usare 21 personal computer nuovi che marcivano inutilizzati, con programmi di lingue appositi, non per insegnare qualcosa davvero, ma i ragazzi, 12-13 anni lo avevano chiesto, ed erano così bravi, ho promesso mi sarei interessato. Vado dal preside, gli chiedo di usare la "sala macchine".

"No"
"Perché no? I PC sono lì inutilizzati"
"L'altra volta se n'è rotto uno"
"Sono fatti per essere usati e rompersi, diventeranno cmq obsoleti nel giro di un anno"
"Deve esserci un docente che controlli che i ragazzi non portino danni alle macchine"
"Beh, mettiamoci un docente che controlli i ragazzi mentre io faccio lezione"
"No"
"Perché no, mancano i docenti?"
"No. E che devo chiedere ad un docente di fare lo straordinario. Ma per farlo devo trovare una posta in bilancio che per adesso non è prevista. Dovrei quindi apportare una modifica in bilancio."

Ora, se la scuola non è in grado di utilizzare ciò che ha, perché preoccuparsi di farle utilizzare ciò che non ha? Deve prima rispondere alle attese dei genitori in termini molto più semplici. L'e.book è un giocattolo. Ai miei tempi a fine anno vendevo i miei libri a metà prezzo ai ragazzi del corso successivo. Solo che cambiano impostazione al libro ogni anno costringendo all'acquisto del nuovo. Il racket del libro. E se poi la piovra si estende agli e.book?


L'autopubblicazione è un pro o un contro dell'editoria?


Beh, il business è di chi stampa il libro facendolo pagare, non dell'autore. Non è una casa editrice on line, è una tipografia on line. Un libro si vende per la promozione che se ne fa, lo dice uno che si è fatto fregare tre anni fa l'ultima volta, ho comprato un libro, cercandolo, causa martellante promozione radiofonica. Dentro non c'era "niente". Se hai il marketing vendi, altrimenti niente.

Anche i libri di grande successo, quelli col "passaparola" devono comunque avere un minimo di entratura, una casa editrice anche piccola che ci creda, che lotti per te. L'autore da solo non può far nulla, tranne che far stampare on line ciò che prima stampava il tipografo sotto casa. Occorre che qualcuno creda in te, investa su di te. In alternativa devi essere Edgar Wallace e organizzare un gioco a premi, con regalo importante per chi individua per primo l'assassino. L'ha fatto sul serio, è divenuto ricco, ma era un imprenditore, avrebbe potuto vendere non solo libri ma qualunque cosa. Scrivere lì non c'entra, è un prodotto industriale. Consiglio il libro "Editori a perdere" di Myriam Bendai - Stampa Alternativa.


"Come cambierà il ruolo delle biblioteche e quali strade si potranno percorrere per rendere questi luoghi di cultura interessanti anche per coloro che li frequentano di rado? Come rendere le biblioteche parte di una community reale e virtuale?"


Dipende da quanto investe il Comune di residenza. Le biblioteche sono luoghi così ricchi di possibilità che non occorre porsi domande, ma andare in una biblioteca che "funziona" e guardarsi attorno. Potrei stare lì dentro tutto il giorno. Libri, riviste, DVD, audio, sale, wi-fi, ricerca informatizzata, personale cortese e preparato, interrogazioni e prenotazioni tramite internet, sistema bibliotecario connesso che se il libro non c'è te lo fanno arrivare in giornata da un'altra parte, non c'è limite già adesso. Soldi pubblici spesi (bene). Nel paesino in cui vivo invece, i soldi non ci sono e non si fa niente, quindi in quella biblioteca io non vado. La domanda corretta, a mio avviso è: quanti soldi si spendono e da chi è amministrata la biblioteca? Se ci sono soldi e persone i modelli sono inutili. Se mancano soldi e persone i modelli non servono lo stesso.

Termino con le domande sull'editore e lo scrittore: lo scrittore è sempre stato sfruttato. Anche i grandi. Ma allora c'erano pochi scrittori. Adesso ci sono più lavoratori nel mondo dell'editoria che lettori. Non scherzo. Non c'è solo il libro, ma anche la radio, TV, internet, videogiochi, I-phone, you-tube, non c'è tutto questo mercato, occorrerebbe anche una seria presa di coscienza da parte degli scrittori: comprendere che anche se vuoi svolgere quella professione, magari non c'è posto per te, non è colpa di nessuno ma è così.

Mio nonno era calzolaio, costruiva da zero le scarpe, poi arrivarono le scarpe industriali e dovette cambiare lavoro. Riparò scarpe per tutta la vita, ma per diletto. Per lo scrivere è lo stesso. Non basta saper scrivere, oggi molti sanno scrivere, in modo chiaro, comprensibile, immediato. Anzi, sanno scrivere meglio gli impiegati di alcune professioni a contatto diretto con un pubblico che gli scrittori, che sono a contatto diretto solo con la propria fama e gli ambienti del marketing. E poi, il primo libro, il secondo, al terzo già non hanno più idee, il repertorio si è esaurito, l'idea è stata sfruttata, e adesso? Ripetizioni. Ma ormai sei dentro, il meccanismo è oliato, e non saranno gli e.book a rinnovarlo.


Basta vedere la furente reazione delle librerie americane contro l'accordo Amazon-Dc comics:

http://www.licensingitalia.it/news/Librerie-USA-in-rivolta-contro-Amazon-e-DC-Comics.php


Non c'è torto o ragione, è un meccanismo industriale, non artistico, la logica è industriale e sfugge al controllo del fruitore, il lettore comune. Nei paesi del nord europa, speso presi a modello, come la Danimarca, uno stato efficiente, anche troppo, pianifica l'educazione con il numero chiuso.

Così non ti ritrovi con un esubero, ad esempio, di medici e una carenza di ingegneri. Così perde lo stato a cui mancano professioni e perde la persona che non trova lavoro o lo trova sottopagato. In Italia ci sono troppi scrittori e troppi lavorano nel mondo dell'editoria. Il mondo è cambiato. Dovrebbe essere prima di tutto una presa di coscienza personale, individuale, quello che fece mio nonno che rinunciò al lavoro che aveva iniziato ragazzo, da apprendista. Ma allora, forse, erano più flessibili di adesso. ”


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