Ci sono due modi per cambiare la nostra vita: uno è cambiare il nostro modo di vivere, la realtà che ci circonda; l'altro è intervenire su quel magico, microscopico, interruttore bioelettrico nascosto nei meandri della nostra mente, che cambia la realtà in un clic.


sabato 11 febbraio 2012

25 minuti - parte prima


Molti blog, di crescita, pieni di speranze, idee, verità accennate, erano davvero tanti, nel tempo sono spariti. Ho visto gli autori perdere fiducia, scrivere meno, cambiare registro alle loro speranze, migrare verso temi forse maturi ma lentamente così poco distanti da quella grigia realtà che prima criticavano. Sono stati riassorbiti da una zona d'ombra da cui avevano voluto allontanarsi. Riassorbiti dopo un'esperienza di luce, o di oscurità, adesso sono consapevoli del grigio e anche delle false luci che si accendono illudendo che tutto sia possibile. Forse sono tornati in quella realtà spirituale da cui chiedevano solo di poter uscire. 

Ho visto molti blog chiudere. Mi chiedo se sia giusto così, forse lo è: un'esperienza, uno scambio, misurare le proprie forze, comprendere la propria realtà, parlandone, e infine parlare di meno e tornare ad uno stato di azione che prima sembrava insensato. Forse si è scoperta la luce anche in quel grigiore e questo basta a rendere sensata una vita intera. 

Di alcuni ho perso le tracce, altri hanno detto quello che dovevano e, accortisi che era tutto lì, sono divenuti ottimi ascoltatori. Altri hanno provato, non tornerebbero indietro dalla loro esperienza di "uscita" dalla monocolore realtà di prima, ma confessano che l'uscita "non è poi sta' gran cosa".


E' solo che prima non accettavano la loro situazione e adesso hanno accettato la nuova.


"Chissà - dicono - se avessimo accettato la situazione precedente, come adesso accettiamo la presente, forse non avremmo avuto bisogno di cambiare. Comunque ormai siamo qui e non torneremo indietro". 


E' tutto qui, nella maggior parte dei casi.


Parlo, naturalmente di chi gestiva un blog amatoriale, di ricerca, di svago, senza farne un'attività professionale come fonte di reddito, i casi sono diversi: i primi possono smettere quando sentono di doverlo fare; per i secondi è un lavoro e non puoi staccare quando vuoi, come per qualunque lavoro  del resto. 

Ho visto l'arroganza dei sogni stemprarsi di fronte alla realtà. già dopo le prime batoste; ho visto l'energia nervosa che esplodeva, rabbiosa, negli scritti e nelle discussioni, stemprarsi davanti alle difficoltà. Qualche volta ho letto di passi indietro, ammissione di essersi sbagliati, solo qualcuna. 

Spesso i blog si ripiegano su sé stessi, iniziano discussioni infinite ma quando è così, comprendo che c'è qualcosa che "non funziona", come ho scritto qui: 


http://exodusclic.blogspot.com/2011/07/cammino-sullacqua-parte-seconda.html 


Anche un fallimento e la chiusura di un blog possono significare che qualcosa "ha funzionato", si è preso atto, si è passato ad altro, si è andati avanti. Ma non c'è niente di peggio che restare fissi su di un punto, magari parlando per mesi, anni, della stessa cosa, senza sperimentare né il fallimento né il successo, solo l'immobilità di un discorso inceppato. E sterile. Non porta frutto. Occupa la mente di sogni inutili, vuoti, rimangono sogni. , illusioni mortificanti.

Mi sono chiesto se c'è un qualcosa di "giusto" da fare, come comportarsi, probabilmente no, la strada è personale, ma la realizzazione di una persona, umana, professionale, spirituale, materiale, ecco, quella è visibile. Occorrono occhi allenati, i più fingono, ma la luce negli occhi di una persona appagata, quella luce che sprigiona quando nessuno la guarda, quando non può fingere perché non ha più un pubblico davanti a cui recitare, quando non sta raccontando la propria vita ma la sta solo vivendo, con uno spione come me a lato che la scruta per comprendere, non visto, se quella persona è davvero realizzata, quella luce si riconosce sempre.


E' la luce di una persona che illumina sé stessa, e la maggior parte delle volte ne è inconsapevole.


Quanto è bella quella luce. E quanti sforzi si fanno per spegnerla. Vuole spegnerla chi vuole insegnarti a vivere; chi ti dice che non sei vivo; chi ti spiega perché non sei vivo; chi ti racconta cosa stai perdendo, chi ti racconta che nella tua vita "c'è qualcosa che non va". distruggendo il giardino di Eden in cui albeggiava il tuo sorriso, 

Ecco, ho visto sorrisi felici tramutarsi in ringhi rabbiosi, solo perché qualcuno ha convinto che la tua vita, così com'è, non va bene. Dopo un po' la felicità era scomparsa, adesso c'era lo "sforzo di vivere" per raggiungere un obiettivo improbabile, anche raggiunto, non restituirà quel sorriso. Quel peso caricato sulle spalle ha ucciso il riso. Non tornerà proseguendo su quella strada. Occorre tornare al giardino, a quello stato in cui ridevi da solo, quando nessuno ti guardava. Se non sei in grado di ridere da solo, di sentirti completo, non c'è niente che potrà colmare quel vuoto, qualunque obiettivo si raggiunga, e di qualunque tipo. 

Occorre tornare al giardino... ma come..? E cosa significa, cosa c'era nel giardino?

(Continua) 

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19 commenti:

  1. "Occorre tornare al giardino, a quello stato in cui ridevi da solo, quando nessuno ti guardava."

    Pensiero profondo ... Attendo il seguito. Buona domenica :)

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  2. Il mio istinto sadico quando mi scrivono cose così, Graziana, mi spinge a lascare tutto a metà!!! :-)

    In realtà credo chepubblicherò ben presto il seguito, se non esco anche oggi, qui fa troppo freddo!!!!

    Ciao!

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  3. Nel giardino c'era il "senso della vita", semplicemente un vero limbo. In quel giardino c'era la vera essenza dell'essere umano, libero da ogni sovrastruttura, non eri spiato, giudicato o deriso: avevi la possibilità di essere te stesso come uomo e come anima. Il tuo obiettivo era soltanto uno: essere felice.
    Per tornare al giardino occorre svestirsi di inutili drappi che ornano la nostra vita: ci appesantiscono, ci rendono inermi di fronte alle difficoltà, ci impediscono di riconoscerci e di correre verso la felicità e quindi verso la vita. Quella vera.
    Carla Castiglioni

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    1. Beh, sì... la domanda non è "cosa fare" ma, credo, "come farlo". E poi farlo, certo. :-)

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  4. Mi aspettavo una reazione di questo tipo :)) Credo di conoscerti almeno un pochino..

    Ma io continuo a rileggere quello che hai scritto, che già è tanta carne sul fuoco. Ciao!

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  5. questi post sono quelli che preferisco. Sarà perché MI parlano in maniera diretta. Mi è capitata, eccome!, gente che mi ha preso per un braccio e si è avviata verso l'uscita del giardino, ma finora sono rimasta nel mio eden a sorridere, chissà, anche quando non mi osserva nessuno. Quando ero piccola mi costruivo la tenda da campeggio in camera ed ero felice di portarci dentro le cose che mi sarebbero servite per la notte. Non mancavano mai libri e biscotti (i bucaneve, i miei preferiti!). Mi mettevo lì dentro e sognavo di essere in un parco. Ed ero davvero felice. Mio padre mi dice sempre che la mia fantasia mi proteggerà dalla noia. Penso che non abbia tutti i torti...

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  6. Turista Dopata:

    sei squalificata per eccesso di endorfine attive che provocano piacere, indipendentemente dal contesto. Se tutti fossero come te non sapremmo cosa scrivere.

    Attenta solo a non farti portare via dal giardino in un momento di debolezza, a volte è un attimo, e poi rientrare è difficile.

    La tua fantasia ti protegge dalla noia ma non dalla delusione, e non dalle illusioni. Sono questi sentimenti e le false credenze che fregano, distorcono, illudono, ingannano. E spesso chi le propina è in buona fede, solo che non ha le endorfine che fanno il rally, non può credere che la tua felicità sia vera, autentica, penseranno che tu sei un'illusa che vive in un mondo di favole. Nein, non farti fregare, è tutto vero! E' solo che gli altri non vedono le stesse cose che vedi tu, come io non odo il suono del fischietto per i cani, eppure c'è.

    E cmq, visto che tu eri in una tenda in camera e vedevi il mondo, non prendere più in giro il mio essere bradipo, chi ti dice che dal mio tappeto io non scruti l'universo??? :-)

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  7. Per S. Valentino ... ci pubblicheresti il seguito?
    Sono rimasta "appesa" ... col dubbio.
    Grazie e Buon S.Valentino
    Carla C.

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  8. Ahi! Non credo di farcela. Proverò, ma...

    Tra l'altro devo ancora terminare la serie di post "Ecofollie" sulle basi dell'Economia!

    Cerco di finire per sabato o domenica.

    Il fatto è che scrivo anche le mie cinque pagine quotidiane di diario al giorno, altrimenti la giornata non mi piace.

    Il seguito ce l'ho in testa, ma batterlo richiede tempo, e concentrazione, mi piace fare le cose con l'occhio e la mano di un artigiano, così non annoio le persone :-)

    Ciao!

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  9. "E' la luce di una persona che illumina sé stessa, e la maggior parte delle volte ne è inconsapevole." e spesso quella luce illumina anche tanto attorno a sè, nella vita, come nei blog, che in fondo sono uno spicchio di vita. Direi che oltre questa frase ci sia poco altro da dire: racchiude tutto.

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  10. @ Emanuela:

    sì, ho letto storie di uomini che hanno costruito un'intera vita attorno ad una singola frase. Esplorandola fino in fondo. Ecco perchè spesso la sete di conoscenza e di apprendimento non mi convince troppo, credo che non è tanto importante abbracciare tutto, quanto approfondire e vivere ciò che è davvero importante, disinteressandosi spesso del resto. Anzi, non credo ci si possa interessare a tutto, ma forse è solo un mio limite.

    Ieri, ad esempio, ho scoperto che nei baci perugina c'è un biglietto con una frase dentro, come nei biscotti della fortuna cinesi!

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    1. Vorresti dire che fino ad ora non avevi mai mangiato un Bacio Perugina??? O forse non avevi mai notato il bigliettino ... come avresti potuto non aver mai assaggiato una simile squisitezza ...

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    2. Credo di essere talmente ingordo da non accorgermi del biglietto. Cmq io regalo e mangio soprattutto Rocher, "baci" ne ho mangiati, ma forse ho solo dimenticato.

      Cmq ho trovato una poesia di Baudelaire ed era tradotta malissimo!!!

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  11. Questo post mi ha provocato un senso di goduria non controllata, il reparto istintivo che in qualche occasione prende il sopravvento si è elettrizzato. E' meglio che provveda al suo controllo o lo lascio sfogare ?

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  12. # Mark:

    è la primavera, lascia pure andare tutto!

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  13. tappeto??? Da quando in qua i bradipi vivono sul tappeto? Ti facevo attorcigliato a un ramo :P

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  14. # Turista:

    primo sono un bradipo moderno e non ho bisogno di arrampicarmi;

    secondo: ma trovi il modo di dire cattiverie pure da Amsterdam, o da altre parti del profondo nord Europa in cui ti trovi? Non è rimasta un po' di dolcezza in quel cuore maschiaccio e zingaro???

    A proposito, ricorda che il posto di una donna è il focolare, non andare in giro a perdere tempo!!!!!! :-)

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