Ci sono due modi per cambiare la nostra vita: uno è cambiare il nostro modo di vivere, la realtà che ci circonda; l'altro è intervenire su quel magico, microscopico, interruttore bioelettrico nascosto nei meandri della nostra mente, che cambia la realtà in un clic.


lunedì 27 febbraio 2012

VIAGGI


Prima di proseguire leggete questo post:


Il presente articolo nasce come commento, ma Ehmmm... come spesso mi capita è uscito un po' lungo (:-)) e ho deciso di pubblicarlo qui. Eccolo:


Ciao, 

"Durante la nostra vita non facciamo altro che accumulare beni materiali e immateriali di qualsiasi natura, perciò la nostra ricchezza aumenta".


In questi giorni riflettevo che è impossibile fare altro. 

Noi viviamo in un mondo materiale, che percepiamo attraverso i cinque sensi. Nient'altro. Togli i cinque sensi e siamo morti a tutti gli effetti, non abbiamo più contatto con noi stessi e il mondo esterno. Ora, quello che chiamiamo "spirituale", non è altro che "materiale", solo di una forma più "fine", meno grossolana, ma è materiale. Noi non abbiamo alcuna conoscenza dell'immateriale. Anche forme di pensiero, di elevazione che possiamo sperimentare, non sono altro che una diversa forma di materiale. 

Nei testi originari della genesi, che noi traduciamo un po' approssimativamente, la creazione inizia con "in principio Dio creò il cielo e la terra". Ovvero, inizia tutto con la creazione della materia, nuovo stadio di qualcosa che già esiste, Dio preesiste alla materia.

Adesso è un discorso un po' lungo, magari ne scriverò diffusamente in seguito, però, è tutto lì: la materia. Noi viviamo di materia, non ne conosciamo i limiti, la scambiamo per qualcos'altro. Respirare, odorare, amare, esultare, sentire la brezza sulla pelle, non sono altro che le reazioni dei nostri sensi a qualcosa di esterno. Materiale è l'evento che scatena il tutto, materiale è l'intermediazione dei nostri sensi, materiale è la nostra gioia, felicità, tristezza, angoscia, i sintomi sono tutti fisici e le cause biochimiche (biochimica del corpo). 


Non possiamo quindi fare altro che "arricchirci di materia".


Ma la materia per sua natura è grezza. Anche nella forma più sottile è grezza. Quindi è un falso problema cercare un'elevazione tramite forme più "pure" della stessa materia: niente felicità dovuta al denaro ma più felicità dovuta al rispetto dei valori, alla socialità, al sole, al mare, etc... 

Entrambe le forme hanno limiti cosi precisi ("materiali") che nell'uno e nell'altro caso il grado di soddisfazione viene presto raggiunto. Detto in altri termini: non è vero che il denaro fa la felicità, e non è vero che qualcosa di diverso possa portare felicità; se non si supera questo presunto dualismo tra beni "materiali" e non, per quanti sforzi facciamo nell'uno o nell'altro senso i risultati saranno spesso incerti e, alla lunga, equivalenti. 


E il tempo? E' materia? 


Beh, sul tempo io non credo neppure che sia una linea, un continuum, ma un insieme di dimensioni, di piani, infiniti piani su cui viaggia... un anima? Un anima che sceglie a quale tempo appartenere, se a quello della svolta a destra o a sinistra, o di andare diritto, in ogni momento quest'anima sceglie a quale dimensione appartenere, su quale piano spostarsi. 

Se il tempo fosse una linea non potrebbe scegliere. Se il tempo scorresse in modo 100, 99, 98... non potrebbe cambiare traiettoria. In realtà, a mio avviso, non c'è qualcosa che chiamiamo "tempo", ma infinite dimensioni, tante quanto la nostra limitata mente non può neppure immaginare, e in ogni momento, la nostra anima decide quale di queste dimensioni incrociare, e così facendo decide del suo destino. Anche eterno. 


Perché se il tempo non è una linea ma un insieme di dimensioni su cui viaggia un'anima, allora... 


Allora ciò che noi percepiamo come "fine", è solo la fine di uno stato dell'essere, di un certo tipo di corpo fisico. Ma il viaggio continua. E come? Allo stesso modo: si sposta su altri piani di dimensione, che neppure percepiamo. Il viaggio dell'anima, libero dal concetto di "tempo" che noi gli diamo, non ha motivo di terminare. Ha abbandonato una forma e continua ad incrociare altri piani, ma probabilmente è qui, condivide il nostro stesso spazio fisico ma non avendo percezione di ciò che avviene realmente intorno a noi, dati i nostri limitati sensi, non cogliamo niente delle enormi rivoluzioni che avvengono in questa meravigliosa "materia". Inferno e paradiso, potrebbero essere proprio qui, adesso, e un anima sta vivendo quegli stati, incrociando strati dimensionali, che non sono "tempo" in quanto questo è il nome che noi diamo al "viaggio" solo perché non sappiamo spiegarcelo altrimenti. 

Questo è un concetto molto presente nella fisica quantistica, ma in generale si dubita che il "tempo" possa essere considerato una retta, una clessidra che scorre. Vero è invece che la nostra percezione ci induce a crederlo. 

Ogni tanto qualcuno, qualche mente, per qualche motivo, "sconfina". E vede, sente, vive, stati che si trovano ("si troveranno") in un piano dimensionale diverso, un "tempo" diverso. Pensiamo di aver viaggiato nel tempo ma, credo, abbiamo solo incrociato una dimensione diversa, una delle tante, succede nel viaggio di un'anima. 


Un'anima che in fondo decide in quale dimensione vuole spostarsi, sceglie il suo paradiso o il proprio inferno. 


La salvezza è predestinata? Probabilmente sì. Esiste già una dimensione in cui siamo in quella che possiamo intendere come "salvezza". Ma siamo noi che scegliamo di "spostarci" verso quel piano dimensionale, piuttosto che verso un altro. così come attraversiamo vari strati dimensionali, tutti fissi, esistenti e sovrapposti, per avvicinarci ad uno "stato" che definiamo "tempo futuro", ma che in realtà è una dimensione che già esiste e che la nostra anima in viaggio deve raggiungere, allo stesso modo, ci muoviamo verso uno stato che già esiste, "salvezza", ma che dobbiamo voler incontrare, con le nostre scelte di ogni giorno. 

Siamo "salvi"? Sì. Perché quello stato di salvezza già esiste, qualunque significato vogliamo dargli, ma il viaggio verso di esso è necessario e, come per ogni viaggio, potremmo non arrivare, decidere di non voler giungere, a quello stato. In quel caso la "salvezza" esiste, ma non vi giungeremmo mai. 

Tornando alla materia e al tempo, se non ci liberiamo dalle limitate visioni che abbiamo coltivato finora, non faremo altro che ripercorrere le orme di tanti, troppi, che da millenni si pongono le stesse domande e arrivano allo stesso punto: da nessuna parte. 


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6 commenti:

  1. Ciao Exodus
    Te l'ho pubblicato ugualmente.
    Per quanto mi riguarda non c'e' un limite di lunghezza per i commenti :)

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  2. Leggendo il tuo post mi sentirei di riassumerlo in poche parole.

    Sono fortemente convinto che l'uomo attualmente utilizzi l'1% del suo potenziale,ma questo 1% e' un'astrazione poiche' il suo potenziale e' pressoche' infinito.

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  3. Toh... è il tema del prossimo post, in risposta al tuo commento precedente.

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  4. # Matteo:

    Quando succede comincio a preoccuparmi.

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