Ci sono due modi per cambiare la nostra vita: uno è cambiare il nostro modo di vivere, la realtà che ci circonda; l'altro è intervenire su quel magico, microscopico, interruttore bioelettrico nascosto nei meandri della nostra mente, che cambia la realtà in un clic.


giovedì 24 febbraio 2011

L'IMBROGLIO - PARTE PRIMA




Cervello è contenuto nel mio corpo. Non è separato, non è collegato, non potrebbe. Si trova già dentro il corpo, ne fa parte. Per essere collegato dovrebbe trovarsi fuori o comunque distaccato. Cervello è corpo, corpo è cervello. Non ha alcuna autonomia. È nel corpo e senza il corpo non può esistere, morirebbe. Non esiste mente senza corpo. Nella realtà non sono mai stati divisi. Sono uno. Non collegati. Uno.

Cervello è organo come cuore e reni, con funzione diversa. Non produce battiti, non depura il sangue. Produce pensieri. Mi hanno insegnato che cuore e reni compiono sempre le stesse attività. Cervello è diverso, controlla tutto, gestisce tutto, produce una moltitudine di pensieri diversi, mai ripetitivi.


“Tatto è l'abilità di dire ad un uomo che ha una mente aperta quando ha invece un buco in testa.”

Anonimo


Hanno insegnato che pensiero è atto creativo. Che mente è sintesi di cervello unito alla totalità dei pensieri, sentimenti, cultura, esperienze. Mente genera pensieri. Autonomi, spontanei, originali, forse unici, diversi in ogni caso da altri pensieri, di altre menti. Tanti pensieri diversi di cui sono artefice. Mente crea pensieri.

Ho creduto. Ho pensato che i pensieri sono miei, creati, originari. Allora ho cercato di generarli secondo volere. Ma i pensieri che nascevano non erano quelli desiderati. Desideravo gioia e nasceva dolore, felicità e appariva frustrazione, amore e ottenevo delusione. Ho deciso di distruggere alcuni pensieri: paura, sofferenza, ansia, invidia. Non è stato possibile. Sono rimasti lì nonostante io, creatore di pensieri, volessi liberarmene, allontanarli.

Che strane cose mi hanno insegnato. Il Creatore impotente. Hanno detto che sono il creatore, ma non controllo mente. Hanno detto che mente sfugge. Che esiste , il pilota dentro di me, che vorrebbe ottenere il controllo ma deve lottare con pensieri, sentimenti, cultura, esperienze, che ostacolano le sue direttive. Hanno detto che mente si ribella a che dovrebbe controllarla, non ubbidisce.

Già avevo capito la presa in giro: in realtà non sapevano niente e inventavano. Cercavano di razionalizzare l'illusione, spiegando il nulla. Chi spiega i fenomeni diventa autorevole, acquista potere. Non importa se i fenomeni non sono reali. L'illusione è tanto forte che pochi si preoccupano della verità, colgono, affrontano le contraddizioni. Nel frattempo i maestri acquistano potere, consolidano l'illusione.


"Una menzogna è menzogna se espressa con timidezza, rimane menzogna se espressa cento volte, diviene verità se ripetuta mille volte."

Benito Mussolini


I miei pensieri non erano poi così diversi tra loro. Anzi si somigliavano. Un evento scatenava un tipo di pensiero. Altri eventi avevano effetti contrari. Riproducevo l'evento e si riproduceva il pensiero. Ero felice davanti ad un ghiotto e fumante piatto di spaghetti; arrabbiato con l'automobilista arrogante; triste quando incompreso; umiliato dal rifiuto;  incuriosito dalle novità; estasiato davanti ad un sorriso. Non importa quante volte ripetessi l'esperienza, il risultato era straordinariamente simile, lo stesso tipo di evento generava lo stesso tipo di pensiero.

Se davvero la mia mente era creativa doveva avere un regime limitato. Bastava riprodurre l'evento e si originava lo stesso pensiero, l’emozione. Così andavo in vacanza per riposare e coltivare pensieri di relax e curiosità; amavo per far fluire emozioni di benessere e comunione; evitavo le discussioni per non far esplodere pensieri di violenza o rancore. Sapevo di reagire in un certo modo di fronte a certi eventi, allora agivo di conseguenza.

Governanti, sociologi, politici, religiosi, conoscono bene il meccanismo, infallibile: evocare gli appositi stimoli e suscitare il tipo di reazione, risposta, consona al proprio piano.


“Non sono le cose in se stesse a preoccupare, ma le opinioni che ci facciamo di esse.”

Epitteto


Se voglio provare gioia non riesco a crearla tramite mente, devo passare attraverso l’esperienza che procuri gioia, attraverso i cinque sensi: il sole sulla pelle, la carezza di una mano, la voce dell'amata, l'uscita dal lavoro, il primo sorso di birra, il contatto con l’acqua del mare, la visione del tramonto, la cifra maggiore in busta paga. Provo ad evocare pensieri positivi, affinché mente reagisca con sentimenti, pensieri di calma, tranquillità, speranza.

Ma non sarà stata mente a creare i pensieri. Mi sarò solo messo in condizione di stimolare i sensi, la sensibilità, così da far provare a mente questi pensieri, sentimento, emozioni.


Non c'è alcuna creazione in tutto ciò. Stimolo mente affinché reagisca in un certo modo.


Se non voglio provare dolore non posso impedirmelo. Posso solo agire in modo da attenuarne gli effetti: posso decidere di non svolgere attività pericolose, non legarmi affettivamente, prendere analgesici, droghe, stare attento mentre attraverso la strada, non pensare alla mia inevitabile morte o pensarci coltivando la speranza di una seconda occasione. Ma non sfuggirò al dolore evitando di crearlo. Anche se io non lo creo il dolore sarà lì. Posso solo agire in modo tale che la mia reazione agli stimoli esterni sia quella di non provare dolore o sopportarne gli effetti.

Forse credo di produrre idee, pensieri originali, ma in realtà sono reazione ad eventi esterni da parte di una delle componenti del mio corpo, cervello, che insieme a mente e a tutto ciò che essa rappresenta reagisce ad una sfida che stimola i miei sensi.


Non ho trovato in me un solo pensiero che fosse creazione e non reazione.


Non ho conosciuto nessuno che non abbia agito su se stesso tramite reazione. Tutti stimolano i propri sensi al fine di giungere all'effetto. Nessuno crea dal nulla il pensiero di amore, evocandolo a piacimento; nessuno è padrone di ansia e se ne libera a volontà; qualcuno medita tutta la vita, cercando la reazione di mente: la scomparsa di paura, libertà dalla sofferenza.


La mente creativa era un inganno. La mente è reattiva.


Non c'è modo di creare un pensiero dal nulla. Posso solo reagire agli stimoli, cercare di orientare il pensiero scaturente, come un castoro che costruisce la diga per sfruttarne le acque.


La mente non crea i pensieri che vorrebbe. Li subisce.


Se mente decide di non avere più pensieri non ne avrà più? Se decide quale tipo di pensieri creare, creerà davvero quelli e solo quelli? Esistono pensieri autonomi? Oppure ogni singolo pensiero non è altro che la reazione di un organo specifico, cervello, ad un evento esterno o interno al mio corpo, veicolato dai cinque sensi? Ogni reazione non sconta forse il fardello di mente: pensieri, sentimenti, cultura, esperienze, limiti?

Se non avessi stimoli di alcun tipo, veicolati dai sensi, mente continuerebbe a produrre pensieri? Se sono Creatore dovrebbe farlo. Però mi rendo conto che in realtà cerco stimoli adeguati in modo che mente possa reagire elargendo un certo tipo di pensieri.


“Non sempre vogliamo ciò che ci piace, o ci piace ciò che vogliamo.”

Daniel Nettle


Se avvicino la fiamma alla mia mano, essa si tirerà indietro. Se respiro la polvere starnutirò per espellerla. Io non penso che ci sia stato in questo un atto creativo, ma reattivo, difensivo. Però se sottopongo a stimolo la parte del mio corpo nella scatola cranica, essa produrrà un pensiero. Non crederò che quello sia un prodotto reattivo, ma creativo. Perché?

Perché credo che un organo del mio corpo debba agire/reagire diversamente da un altro, il cervello diversamente dal cuore? Perché credo che siano organi diversi, perché credo che la mente sia il pilota e il cuore il macchinario? E’ davvero così?

Credo che la funzione del pensiero sia diversa da quella delle gambe che corrono all’impazzata quando scorgo un pericolo? Da quella delle mani che cercano di afferrare l'oggetto che sta cadendo? Dal cuore che batte con ritmo lento e costante? Dai reni che in silenzio svolgono la loro opera, incessante?

Credo che gli organi siano corpo e la mente spirito, sopraelevato, immateriale? In realtà non c’è niente oltre il corpo. Il corpo è tutto ciò che ho. Non ho alcun modo di relazionarmi con la realtà se non col corpo. Non esiste alcun tipo di relazione che non passi dalla mia incarnazione, corpo. Senza il mio corpo, che comprende gli arti, i sensi, l’organo chiamato cervello, che contiene il bagaglio chiamato mente, io non sono niente. Non esisto.


“Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.”

Genesi 2,7


Hanno insegnato che il pensiero è autonomo. Che è creazione e non reazione. Se così fosse io, creatore, dominerei i miei pensieri. Li creerei secondo necessità, abbandonandoli esaurito il loro compito, ricreandoli se necessario. Eppure i pensieri sussistono nonostante mente cerchi di ignorarli, distruggerli. Non possono essere evocati, eliminati, ricreati senza problemi: subiscono lo strascico di conseguenze, rigidità, pregiudizi, angosce, impedimenti, tipici di chi in realtà non è creatore ma creatura, non dispone dei pensieri ma ne è disposto.

Se il pensiero è creazione, paura, ansia, preoccupazione, frustrazione, angoscia,  non possono esistere. Mente deciderà in modo semplice di non produrli. Ma se il pensiero è reazione, allora non se ne andranno. Finiranno per condizionare, qualche volta dominare, la parte di me che chiamo mente. La quale, impotente, non potrà liberarsi. Sarò illuso, impaurito, preoccupato, coverò pregiudizi, ansie, timori.

Il naso che continua a reagire starnutendo sollecitato dalla polvere; mente che continua a reagire producendo pensieri sollecitata dagli stimoli.


“Non chiedere mai la strada a colui che sa. Potresti non perderti.”

Simone Bernard-Dupré


Religioni, scienze psicologiche, leader carismatici, saggi, persone comuni, ricercano il controllo dei propri pensieri. Se pensiero fosse creazione sarebbe facile. Lo sforzo per controllare i pensieri dimostra che non c'è creazione, ma reazione. Si cerca di controllare ciò che è stato generato da una reazione di mente ad un evento veicolato dai sensi o dalla mente stessa.


Il pensiero è risposta, non creazione.


Pensiero è sopravvivenza di fronte ai pericoli del mondo materiale. Pensiero è dipendente, non autonomo, anche se si illude di esserlo. Si muove in reazione alle sfide che la realtà impone. Si stratifica in mente, creando il substrato della personalità


Allora mente non è nient'altro che un macchinario, un elaboratore che reagisce ad una serie di situazioni, informazioni, input, in un modo talmente complesso da sfuggire al controllo? Non sono creatore dei miei pensieri, ma semplicemente reattore rispetto a ciò accade intorno a me, dentro di me, illuso di poter in qualche modo essere il pilota di me stesso?


Se così fosse, sarei disposto  ad accettarlo?



Continua...


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44 commenti:

  1. Arrivo qui, dal blog del Perotti: leggo questo post e mi dico che cose interessanti, che profondità di pensiero, era un pezzo che non leggevo pensieri così profondi. Continuo a leggere, arrivo fino a novembre e nel frattempo prevale la noia nei confronti di elucubrazioni mentali fini a se stesse, di un'aridità spaventosa; ciò che si suole definire volgarmente -seghe mentali-. Disquisizioni puramente cerebrali di qualcosa che ha a che fare con le emozioni, il corpo e i cinque sensi: ma, soprattutto, la presunzione di voler desumere leggi universali e assolute di qualcosa che è puramente soggettivo; un vero controsenso. Non vedo cosa possa venirne, a definire l'amore a parole, visto che è una sensazione, sensibile e sensitiva: come si fa a descrivere qualcosa del genere con parole astratte? E' assurdo il solo pensarlo: sarebbe come volere descrivere un dolore intenso a qualcuno che non lo ha mai provato, il dolore di un'ustione, ad esempio; la soglia del dolore è diversa da individuo a individuo, come si può trasmettere a parole qualcosa che si prova fisicamente ed emotivamente? Lo si può fare solamente se si è provato qualcosa di simile, altrimenti è inutile persino parlarne. Non ho la pretesa che quanto è vero per me, valga per chiunque, né che costituisca, dunque, un parametro di valutazione per qualcun altro. Io so cosa mi dà piacere e cosa non me ne dà: conosco la tenerezza di un abbraccio sentito, la passione di un bacio, la dolcezza di una carezza; è come la soddisfazione di un bisogno semplice ed elementare, come mangiare quando hai fame, bere quando hai sete, una stretta calda e forte quando sei infreddolita, l'abbraccio nel letto gelato; è l'accudimento, come quando eri un neonato e qualcuno intuiva di cosa avevi bisogno e te lo dava senza che fossi in grado di chiederlo. Non ho bisogno di chiedermi cosa sia l'amore, lo so intuitivamente ed istintivamente e, per questo, non posso spiegartelo a parole: posso solo dirti che, quando c'è, ti dimentichi e ti ricordi che esisti al tempo stesso, non te ne importa del passato e del futuro, vivi l'attimo, ti ritrovi a sapere tutto e a non sapere niente contemporaneamente; e non ha nessuna importanza che l'altro provi le stesse cose, anche se sarebbe meglio, ovviamente. L'amore ti mette in uno stato confusionale, ti disorienta; è come essere abbagliati da una forte luce che offusca il lume della debole ed ingannevole ragione: tu ragioni troppo, per essere innamorato. Mi dispiace. Ti auguro di esserlo, un giorno: io, invece, mi auguro che non mi succeda più.

    Buona fortuna.

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  2. # silver Silvan

    Questa è una risposta che ho lasciato al commento del post precedente, stranamente troverai molte assonanze con ciò che hai scritto, Ciao!

    "Beh... è come trovare un filone d'oro: prima di arrivarci devi togliere tutta la terra attorno.

    E' come "il regno di Dio somiglia ad una perla più preziosa di altre, una volta trovatala vendi tutte le altre per acquistarla".
    E' un po' così perchè tutti parlano di amore che è ormai una merce cui nessuno fa caso. Io credo che sia l'energia dell'Universo. La creazione è un atto di amore. Non crei ciò che non ami. Crei ciò che vuoi amare. Per questo per me è così importante a tutti i livelli. Credo che tutto il creato si muova su di un piano di amore, è la vera energia motrice di tutti. La soluzione.

    Risposta??? Scherzi, l'ultimo post sarà una sorpresa, lascerà ancora più dubbi di quando si è partiti. Però almeno, come è successo a me, potrà dare mezzi nuovi per scoprire l'amore nella propria vita. So cos'è l'amore, ma non sono capace di spiegarlo a parole. posso sperare di indicare una via affinchè ognuno lo trovi. Così posso anche rileggere spesso e non perdere io la via."

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  3. Ribadisco il concetto, lieta di sapere che l'hai provato, questo sentimento: non l'avrei mai detto, da quel che ho letto. Io non mi sono mai ustionata, né fratturata una gamba o un braccio, per dire: non so che dolore si prova e uno può descrivermelo all'infinito, ma la verità è che finché non ti formi i tuoi parametri personali relativi a quel dolore, non saprai definirlo, se non approssimativamente. Allora, mi chiedo: tutta quest'ansia di definizione, a che diavolo serve? Arriverai al punto di pensare che sei innamorato di Maria, perché quelle sensazioni che provi per lei non le hai mai provate prima per nessuna: a quel punto, qualsiasi sensazione provata successivamente, sarà rapportata a quanto hai provato per Maria; e se per Carlotta proverai qualcosa di ancora più coinvolgente, allora diventerà lei la nuova pietra miliare e così via. Ciò nonostante, rimangono sempre parametri puramente soggettivi che non possono valere per qualcun altro: o forse di Maria scoprirai che eri solo infatuato, non innamorato. Ci sarà chi avrà la pretesa di stabilire un confronto sulla base dei sacrifici, orribile parola, che sei disposto a fare per quel qualcuno, ma sono diatribe insulse, che lasciano il tempo che trovano. Io la faccio più semplice: quando sei innamorato di qualcuno, lo sai è basta e le definizioni non hanno senso. Sei innamorato perché lo pensi ed è vero perché lo credi; e questo basta e avanza. Punto.

    Ciao anche a te.

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  4. Beh, il tuo ragionamento fila: sei innamorata perchè lo sai, punto.

    E allo stesso, modo, seguendo il principio, hai ragione perchè lo sai, punto.

    La realtà è quella che vivi tu perchè la vivi tu, punto.

    La consapevolezza è tua perchè la vivi, punto.


    Lo scopo della mia ricerca è sempre stato quello di uscire da questa, che per me è illusione. Io non credo che ci siano cinque miliardi di realtà, punto. Anzi, credo che la verità sia solo una, di cui cogliamo solo sprazzi, in mezzo ad un mare di illusioni. La realtà di cui parli, in fondo, sono il prodotto di circa cinque kg di materia cerebrale di cui l'80% acqua e il 30% del solido è colesterolo. Ecco la fonte della tua realtà, come l'hai definita.

    Dall'altro lato, realtà oggettiva, non percepita, hai qualche milione di miliardi di energie, terra, vita, metalli, e quant'altro che girano intorno. Ora io comprendo che la tua realtà è ciò che riesci a percepire con quei cinque kg. Ma se fosse così, la quantità di realtà percepita è praticamente zero, rispetto a ciò che c'è davvero.

    In sintesi, se la realtà è quella che percepisco, punto, perchè ho solo quella, è un ottimo argomento, ma data la pochezza dei mezzi di cui disponiamo per conoscerla davvero, il cervello è costretto a fare di un 0,0001 % (per dire) di percezione reale, un 100% che sarà illusione, elaborazione, proiezione delle briciole che riesce a raccogliere e che assumono consistenza solo grazie a sforzi cerebrali (costruzione di valori, credenze non sperimentate, regole, etc...). Matrix per dirla in parole povere.

    Nella serie di post che ho in programma, c'è una parte che parla della "solitudine" all'interno di questo tipo di pensiero.

    Hai scritto che le mie sono "elucubrazioni mentali fini a se stesse". Lo considero un complimento, in effetti servono per aprire delle porte di dubbio secondo il metodo dei koan, ma non sono cosidette "costruttive", "produttive", o fine a chissà che cosa. Il fatto è che per me sono fini a se stesse perchè mi portano gioia e non desidero che siano altro. E' una porta percettiva per permettermi di guardare fuori. O dentro. O far sì che le cose coincidano, essere dentro e fuori contemporaneamente. Anche questa è un esperienza. Però è un lungo discorso........

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  5. Poco ma sicuro che tutto quanto è soggettivo è una proiezione: altrettanto vero che possano essere considerate alla stregua di illusioni; è anche vero, però, che questo genere di proiezioni e illusioni è parecchio simile, tra gli esseri umani, che si scambiano le relative impressioni al fine di definire ciò che provano. Non voglio dire che questo autorizzi, tuttavia, a codificare il tutto in un insieme di regolette a mo' di protocollo medico dove si descrivono i "sintomi" e se ne deduce che ... e magari il da farsi. Boh, mi sembra di una tristezza infinita. Comunque, se ti dà gioia, buon per te: ma so bene che a montare troppo la panna liquida, ci si ritrova col burro, cioè tutt'altro, diverso dalla panna. Contento te ...

    Il discorso che fai relativo alla consistenza delle meningi è condivisibile, ma potrei farti notare che se mi fiondo un martello sui piedi, provo dolore non godimento o sensazioni piacevoli: il dolore è un'illusione e una proiezione anch'esso, allora? Le terminazioni nervose a cosa servono dunque? A darci sensazioni illusorie? Scarsina come teoria.

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  6. Scusa l'intromissione...mi daresti qualche indicazione su quell'interruttore di cui accenni nella descrizione del blog? Ho proprio bisogno di un clic....

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  7. # Silver: se ti fiondi il martello e ti fai male è perchè il contatto del cervello col mondo avviene attraverso i cinque sensi. Il contatto è indiretto, mediato, non c'è alcuna percezione diretta. Se salta il senso del tatto non sentirai più dolore. Il pensiero (reattivo) verrà attivato per dirti: dolore = offesa al corpo = pericolo = sopravvivere, fare qualcosa.

    Quando c'è un ostacolo di trasmissione, come nella lebbra, i pezzi del corpo cadono. Eppure la martellata avviene ugualmente. Dov'è la differenza? Che nell'un caso sensi e cervello reagiscono (non creano) e il corpo si salva. Nel secondo caso non c'è reazione e il corpo muore. Sarà scarsina ma è di una semplicià disarmante.

    # Alchemilla:

    eh, eh, prima di attivare un clic occorre sapere che clic attivare, qual'è il suo nome? Se uno sbaglia ad attivare sono guai!

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  8. Bene, siamo in due. Bellissima pianta, l'alchemilla.

    Caro Exodus, tu non hai mai vissuto la fisicità di un dolore psichico: per un lutto di qualcuno che ti era molto caro, ad esempio. Sbaglio? Non mi aspetto una conferma, è una domanda retorica.

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  9. # Alchemilla:

    ecco, azioniamo un clic, ma qual'è la tua ricerca? Di felicità? Allora si può ricercare questa. Però questa ricerca sarà diversa, ad esempio dalla ricerca di un amore col partner. A volte convergono, a volte no, ma prima di compiere un azione credo occorra chiedersi se io voglio proprio i risultati di quel "clic". Detto in termini più poveri, e credimi so quello che dico, la mente ha una flessibilità tale che può portarti in qualunque direzione se tu decidi di intraprenderla, è un congegno di fattura incredibile e purtroppo poco conosciuta. Il problema è che la mente agisce molto bene su se stessa e non altrettanto bene sul mondo che la circonda. Ora, azionare il clic è facile. Ma tu vuoi azionare il clic o cambiare qualcosa del mondo che ti circonda, sono cose diverse.

    Se sei disposta ad accettare il mondo che ti circonda così com'è azionare il clic è facile.

    "Rinnovatevi rinnovando le vostre menti"

    San Paolo.

    Ma spesso non si vuole questo, si vuole cambiare le cose. Si è sinceramente convinti che se non cambiano le cose fuori di noi non cambierà in realtà niente. In realtà è il contrario: se cambi tutto fuori, è facile che non cambi davvero niente in quanto il centro non viene toccato.

    Spero di non essere stato troppo complicato.

    # Silver: ho subito dolori devastanti, ma non era per un lutto. Alla fine, anche in quel caso, ho visto che si trattava di un inganno della mente. O per dirla alla Benjamin Franklin:

    "Nella mia vita sono accadute un sacco di cose terribili, poche delle quali sono realmente successe".

    La mente imbroglia!

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  10. Forse ho capito che azionando un clic potrebbe accadere qualcosa che non avrei mai pensato potesse rendermi felice...E forse potrei non essere pronta per questo.
    Devo rifletterci un po'.

    In effetti temo che per la felicità sia cambiare il mondo. Se proprio devo dirlo il mio sogno più frequente è diventare presidente del Consiglio...

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  11. Il mio invece è di stargli alla larga: aveva tre buoni amici a capo di Libia, Tunisia, Egitto e hanno fatto una fine incredibile, peggio degli alleati italiani tra malattie, licenziamenti e batoste. E' chiaro che porta sfiga. Il prossimo è Putin.

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  12. Boh, i tuoi pensieri sono così freddi, nel tentativo di sottrarsi alle emozioni: nei post sull'amore, ripeti amatemi amatemi, ma mica so se sai di cosa parli. Non siamo fatti di cervello e strategie, ma soprattutto di impulsi: non baratterei mai la mia impulsività con l'autocontrollo. Su cosa, poi? Su una realtà che interpreto solo parzialmente e in modo fallace? E dopo, cosa ne avrei in cambio? L'imperturbabilità? E' appetibile a livello teorico, ma a livello pratico è tristissimo. Ci vuole poco ad ottenerla: ti accechi, ti metti due tappi nelle orecchie, ti ammutolisci e fai la vita del fungo. Non vedi, non parli e non senti e sei quasi del tutto imperturbabile. Boh, mi ricordi le sanguisughe energetiche che ti prosciugano le forze in estenuanti dibattiti che, alla fine, sono solo inconsistenti bolle d'aria e sapone; tanto belle e colorate, ma anche tanto fragili e inutili. Non è la mente, che imbroglia: sono le persone che imbrogliano. C'è una gran bella differenza e non è poco. ?Notte, sempre che tu dorma. Ho i miei dubbi, mi sai di nevrotico. Io dormo meravigliosamente e non sogno mai, il che significa che dormo benissimo.

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  13. Scusa la domanda: ma a te, guardare una donna nuda e un pezzo di manzo da roast-beef ti fa stesso effetto? No, perché tecnicamente è sempre carne.

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  14. # Silver, non è che andresti a farti un giretto altrove? Non ci crederai ma sei riuscita ad annoiarmi a morte.

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  15. Fantastico! Bellissimo questo dibattito!
    Condivido le parole di Exo, la mente non è creativa ma reattiva, non riesco a contestare quesa affermazione, mi è impossibile.
    "In realtà non c’è niente oltre il corpo. Il corpo è tutto ciò che ho." ... non ne sarei così sicura, o forse non ho capito bene cosa intendi, ma aspetto ... so che nei prossimi post la nebbia si alzerà.

    @ Alchemilla: secondo me è proprio così, azionando il clik potrebbe spalancarsi una porta sconvolgente ... e forse non saresti pronta, ma se non sarai pronta non guarderai oltre la porta, non la aprirai nemmeno ... ma il fatto che tu ne sia incuriosita, attratta ... magari ...
    Un abbraccio, anche se mi fa strano abbracciarti qua e non "a casa tua".

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  16. # Emanuela:

    non c'è niente al di fuori del corpo in quanto è la proiezione in una dimensione che conosciamo di un energia di cui ci componiamo.

    Per dirla in termini diversi: il corpo è lo spirito fatto carne.

    O utilizzando i termini originari biblici, che descrivono la creazione (tradotti come meglio si poteva per farli comprendere): "(Eloim) ne proiettò i contorni" ovvero mise in questa dimensione qualcosa che non lo era, e per farlo dovette per forza utilizzare la materialità, il corpo, perchè di materia è questa dimensione.

    Il corpo è lo spirito fatto carne.

    Lo stesso Gesù, risorto, assolutamente non volle rinunciare al suo corpo martoriato, anzi chiese del cibo.

    In generale però, se esiste uno spirito, esiste legato ad un corpo. La "disincarnazione" è qualcosa di terribile. Infatti la legione di demoni scacciata da Gesù, chiese di poter avere almeno il corpo di un maiale in cui incarnarsi.

    Nella teologia cattolica, tutte le anime aspettano un nuovo corpo, glorioso, risorto.

    Tutta l'attività spirituale a cosa serve se non a fare in modo che il CORPO, mente, stiano in pace, quiete, equilibrio. Se non ci fosse corspo, a cosa servirebbe la serenità, pace, tanto non ci sarebbe un cervello da stressare. Il corpo è energia ad un certa frequenza, resa visibile.

    La scissione corpo, spirito, è artificiosa. Il tentativo di molte religioni di liberarsi dal fardello del corpo per essere liberi è una fuga. E' negare ciò che è. Considera che un bambino che nasce, nasce all'interno di un corpo di una madre, la quale a sua volta è nata all'interno del corpo di una madre, e così via dalla creazione stessa. Il corpo li unisce, il corpo li genera, all'interno del corpo viene creata un anima, non fuori. il bambino non nasce fuori, ma nel corpo (a meno che i Frankenstein non cambino anche quello con di surrogati).

    A proposito, con me la nebbia di solito scende, non si alza!!! :-) Ciao!

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  17. Mmm.. Mazza che Post....
    Facciamo così Exo ti lancio una sfida, sai che ho la mia teoria. Se io fallisco, tu hai ragione. Se io ce la faccio, ho ragione io.

    Si è parlato di click di attivatori, sono importantissimi per fruire di un cambiamento efficace ma non sono così semplici da trovare.
    Mi viene in mente la storiella che mi hai accennato del monaco che guardava la pietra per anni.
    Meditare in se è per se non è che serva molto se non usi un metodo, al massimo funziona come analgesico.
    Live simply
    Alberto

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  18. # Alberto:

    Albero Sordi "Un americano a Roma":

    "Ah maccheroni, tu m'hai sfidato e io te magno!" E giù al posto dei corn flakes!

    Ma non possiamo metterla così, per vincere una sfida io tu dovresti fallire nei tuoi obiettivi? Giammai, anzi spero che riescano!

    Ho dato un occhiata al tuo post che parlava di fisica quantistica, anche se il video era di un'approssimazione anti-scientifica, ma potresti raggiungere tutti i tuoi obiettivi anche per un puro colpo di fortuna/caso, etc oppure al contrario aver ragione su tutto ma non raggiungere alcun obiettivo, sempre per un colpo di sfortuna, quindi il test non avrebbe significato;

    C'è un metodo scientifico per determinare la bontà dei sistemi da te proposti, ma sono osservazioni ventennali fatte su studenti universitari, e ancora è molto difficile separare l'impegno dai casi della vita. SErvono un sacco di soldi e poche università li hanno. E poi si dovrebbe prendere una sorta di "doppio cieco" ovvero due gruppi, uno che segue un tipo di pensiero, l'altro che non lo segue affatto, e vedere (avendo stabilito una serie di obiettivi) se ci sono differenze di conseguimento tra i due gruppi. Oppure se, alla fine, si equivalgono. Ma anche questo è molto difficile in quanto gli obiettivi fissati magari non interessano proprio ai partecipanti (ad un certo punto della loro vita) e quindi fanno di tutto per non raggiungerli, oppure avendoli raggiunti non provano alcuna felicità. Come si fa dire al protagonista di un bel film su Andreotti "è un po' più complicato di così".

    Meditare "non serve proprio a niente". Infatti il suo scopo non è che deve servire a qualcosa. Se cerchi di dargli uno scopo hai perso la meditazione. E' come vivere. Se per forza deve servire a qualcosa, passerai il tempo a chiederti a cosa serve invece di vivere. "E' un po' più complicato di così".

    Se io cesso di ragionare su questi fatti sono giunto al termine del pensiero e vivo. Se continuo a ragionarci, devo aspettare di finire il ciclo del pensiero prima di poter "vivere" veramente. Ovvero cerco una risposta. Servirà a qualcosa. Se serve a qualcosa, dovrò trovarla prima di poter... (inserire qual'è lo scopo della risposta da trovare!).

    segue...

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  19. Mio padre vince sistematicamente al lotto, piccole somme, ma vince con continuità. Lui dice che ha un metodo, lo chiama cabala. Credo abbia fatto la terza o quinta elementare più la scuola serale. Figurati se capisce di matematica. Eppure vince, piccole somme, con una regolarità per me anti-statistica, ogni 8-10 settimane, massimo 12. Allora dovrei pensare che il metodo funziona solo perchè lui vince? E' possibile che sia fortunato? E poi raggiungere un obiettivo, anche il tuo, non significa niente alla fine. In fisica quantistica, e ho provato a studiarne le basi e gli effetti, è un bordello, tenere le fila di tutti gli "obiettivi" ovvero avvenimenti della vita, "spostarsi" quantisticamente verso la dimensione consona richiede una capacità di elaborazione di "tenere le fila delle diverse realtà" che il cervello umano semplicemente non possiede. E' lì che ho capito che Dio ha un intelletto che noi non possiamo neppure immagginare!!!

    I click attivatori sono semplicissimi da trovare: fai un grosso debito e vedrai che il tuo cervello reagirà tenendoti sveglio tutte le notti dalla preoccupazione! ATTIVATO! Invecchierai prima, perderai peso, litigherai con tutti sulla base della semplice reazione del cervello che girerà come un dannato per trovare una "soluzione". Certo non è un'attivazione "positiva", ma alla natura non interessa, a lei interessa solo che tu sopravviva, anche stressato a morte, ma sopravviva (e ti riproduca). Il cervello è lì per farti vivere, non per farti raggiungere i tuoi obiettivi. Il cervello è lì per tenerti in vita. Anche se vorresti rilassarti.

    A proposito, hai pensato al fatto che mentre il tuo cervello ("reattore") sta magnificamente svolgendo il suo compito (sei vivo, in buona salute e stai per riprodurti) tu lo stai ostacolando magari stressandolo per fare cose che a lui non interessano affatto?

    Ovvero: difficoltà a trovare "stimoli" di cui parlavi, vuol dire che gli obiettivi che interessano "te", al tuo cervello reattore non interessano, lui il suo compito l'ha già svolto, e bene. Hai voglia di pompare stimoli, lui torna al suo livello di equilibrio. E' praticamente il contrario della "possessione": corpo e cervello stanno benissimo e sono in fondo appagati, lo "spirito cattivo" li tormenta per fargli fare certe cose (raggiungere obiettivi). Chiameremo lo "spirito cattivo"... "formicolio" (leggo dal tuo blog). Hai pensato che in fondo corpo e cervello potrebbero non appartenerti ma "tu" sei un ospite che magari li sta esasperando?

    Vado a leggermi il tuo nuovo post, ciao!!!

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  20. Se non ricordo male tuo papà ha anche realizzato una struttura sulla sabbia che sosteneva una casa e che a dispetto di tutto e tutti non è mai ceduta nel tempo. Ho la vaga sensazione che qualcuno, per anni , forse da sempre abbia condotto bene il gregge indirizzandolo e facendogli credere ciò che riteneva utile. Questo nel corso della storia ha limitato gli individui che si adattano per facilità alle regole che trovano sul loro cammino. I disadattati, quelli che non studiano, i matti con le idee strampalate nel nostro secolo si chiamano marconi,gate,jobs. Per me c'è molta più materia grigia attiva nelle persone che non accettano le regole passivamente e creano nuove sinapsi continuamente per fare le cose come la loro testa gli dice.
    Continua....

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  21. Sì, mio papa ha costruito una villetta, praticamente da solo (con un manovale e il progetto di un ingegnere che in realtà li aveva lì preconfezionati) in una zona in cui in teoria non sarebbe stato possibile costruire. La base della struttura è abbastanza mobile da far sì che eventuali smottamenti facciano muovere la base della struttura che si sarà spostata di un paio di centimetri, senza intaccare la struttura stessa (muri, etc...).

    Come ti dicevo, si è presentato un problema e sulla base del cervello e dell'esperienza, ha "reagito" trovando una soluzione. Poi però se gli chiedo qualcosa circa l'esposizione della casa che ho comprato non sa rispondermi. Non si è mai interessato, "posto il problema". Quindi in quel campo non ha sviluppato alcuna competenza. Abbiamo visitato a gennaio e ha solo detto: "Esposizione al sole? E a Milano dov'è il sole?".

    a proposito: Marconi nel costruire la radio ha utilizzato 17 brevetti di quel genio assoluto che fu Nikola Tesla. Se non l'avesse inventata forse era meglio, Tesla stava sperimentando una torre in grado di trasmettere onde radio, immagini, energie e tutto l'armamentario che conosciamo oggi. L'invenzione di Tesla avrebbe fatto progredire l'umanità ben oltre i confini della radio. Ma con l'invenzione di Marconi, che gli tagliò l'erba da sotto i piedi, il progetto, costosissimo, non venne più finanziato.

    Ebbene, Tesla diceva di ricevere le sue idee, non di crearle. Oddio, lui sosteneva di riceverle da Marte, quindi non era molto credibile. Tuttavia, riconosceva nella sua mente quella funzione "ricettiva/reattiva", non creativa. Era come se, postosi un problema, la sua mente elaborava più soluzioni di quante lui riuscisse ad utilizzarne. D'altro canto, dato che la sua testa andava per conto suo, era pieno di fobie, ossessioni, incapacità che gli impedirono sempre di condurre una vita "felice".

    Jobs poi, a parte la malattia che l'ha colpito, sarà l'uomo più infelice del mondo (sul serio, le sue biografie sono da depressione assoluta, io lo seguo sin dagli anni '80). E' come se il suo cervello fosse sintonizzato su di un unica onda, che poi sarebbe il marketing, il lancio di prodotti tecnologici o di intrattenimento. Gates è un po' un caso, abbastanza saggio da lasciare la Microsoft al momento giusto e forse godersi un po' la vita. Ma sono soprattutto carismatici uomini di marketing. E, dal punto di vista tecnologico, non sono per niente inventivi, infatti i loro standard Apple/Microsoft sono fatti per frenare la concorrenza che con prodotti come Linux, gli altri I-pad, etc... è molto più avanti. Non hanno praticamente inventato mai niente, ma utilizzato quello che già c'era (e in cui altri non credevano) per presentarlo in modo diverso, in cui l'estetica, la creazione mediateca dell'evento, il contratto giusto, il carisma della persona che fa la differenza, i generosi contributi a scuole ed università per utilizzare i loro prodotti, assicurano una posizione di leadership. E soprattutto, hanno fatto tesoro della regola d'oro del management: "per essere primi non occorre inventare a tutti i costi, ma tener lontani il secondo della lista". E' una buona strategia!

    Quello che realmente fa la differenza a mio avviso non è la materia grigia ma la capacità di sedurre un pubblico, l'essere attori, l'avere il giusto "physique du role" (far reagire in un certo modo la mente altrui insomma). D'altronde il nostro Paese ne è la dimostrazione vivente!!!

    Ciao!!!

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  22. Mi intrometto ...
    Secondo me meditare in sè e per sè come dice A.G. non porta a nulla.
    Intanto pensiamo a cosa significa meditare ...
    E poi aggiungerei che è indispensabile avere un "metodo" dice A.G., io direi più "una domanda" per cui meditare. Per me è stato importante avere anche una guida, che mi aiutasse a sgarbugliare pensieri attorcigliati, a mettere a fuoco il bandolo della matassa. Resta il fatto che fino a chè il cervello è attivo, e la persona non è pronta, quel click non si "trova".

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  23. # emanuela:


    Dobbiamo considerare, anche se sembra un'ovvietà, che la struttura proprio fisica dei cervelli è diversa. Ad esempio io sono un "destro dominante", 15% della popolazione mondiale (massimo 30%, ma non credo). Il restante 85% è "sinistro dominante". Ovvero un emisfero prevale sull'altro e il congegno funziona proprio in modo diverso. E' un po' come essere mancini o destrimani. I mancini con un mondo tagliato in un certo modo devono fare ogni cosa "al contrario", in modo innaturale, in quanto le porte, le forbici, dare la mano, tutto quanto è stato concepito per i destrimani che sono maggioranza. Stessa cosa per i "destri dominanti", molte cose mi sembra di farle al contrario. Quindi non può esserci una regola, i cervelli sono proprio costuiti in maniera diversa, hanno flussi diversi, reazioni diverse, solitudini diverse, etc... Se in una stanza ci sono dieci persone, solo una e mezza sarà destro dominante, e probabilmente si sarà adattata al flusso degli altri quindi avrà difficoltà ad essere sè stessa.

    Solo per dire che un'attività come la meditazione risente molto dal modo in cui siamo costruiti dentro. Io per esempio non ho alcuna difficoltà a meditare, ma non devo provare a farlo. Mi è successo anche stamani di sentire scattare un clic dentro mentre guidavo. E' un cambiamento improvviso in cui senza capire perchè, d'improvviso, sei felice. Sarà frutto di pensieri coltivati, sarà che sono proprio così, non lo so. Ma accade. E le soluzioni! Una volta in un centro commerciale di un supermercato, alle 21.00, ho elaborato un processo di controllo che mi ha permesso negli ultimi cinque anni di spassarmela sul lavoro. Mi sono fermato per due ore, ho disegnato gli schizzi e su quello, prima che il click si esaurisse ho costruito tutto.

    Da bambino invece avevo i clic di tristezza, improvvisamente mi intristivo. Li sentivo che erano arrivati. Mi batteva il cuore all'impazzata. Negli ultimi anni sono clic di felicità, per fortuna. La tristezza invece la sento arrivare, si preannuncia, etc...

    La luce solare per me è un formidabile attivatore: senza un motivo particolare la giornata mi sembra perfetta. D'inverno, senza un motivo particolare, la vita mi sembra tanto triste. Il mio corpo risponde a ciò in cui è immerso, c'è poco da fare.

    Senza parlare della mia formula meditativa per ecellenza: scrivere. Scrivere è la mia gioia perfetta. A mano, con la tastiera, non ha importanza. Potrei farlo per ore. No, a volte lo faccio per ore!

    Ecco, meditare è la mia felicità perfetta. Una volta lì, non cerchi niente, il problema è che non vuoi più smettere (e magari devi ancora cucinare, sparecchiare, andare al lavoro, guidare...!).

    Nella mia esperienza non devo cercare il clic, ma lasciarmi trovare. E sapeste come insegue! Potreste dire che io sono diverso, ma in fondo, "diversi", non lo siamo tutti?

    Ciao!

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  24. "Quello che realmente fa la differenza a mio avviso non è la materia grigia ma la capacità di sedurre un pubblico, l'essere attori, l'avere il giusto "physique du role" (far reagire in un certo modo la mente altrui insomma). D'altronde il nostro Paese ne è la dimostrazione vivente!"

    Correggo: in questo paese per sedurre ci vuole il physique du Rolex, è assodato.

    Quanta vita in questo blog! Scrivere ore al computer sulla vita, è vivere anche questo: in fin dei conti respiri, puoi bere, mangiare, leggere, guardare programmi, trombare davanti ad un Pc; ma siamo sicuri che sia vita? Ci sto anch'io davanti ad un monitor, ma ho una certezza: non è assolutamente vivere, questo. Saputello, dacci lumi sul tuo concetto del vivere: i tuoi seguaci attendono con ansia, sbrodolandosi al suono (?) delle tue teorie campate in aria.

    Clicca qui, clicca là, da qualche parte si arriverà. Ha ha.

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  25. # Anonimo:

    la vita o ce l'hai dentro o non ce l'hai.

    Se ce l'hai stai bene ovunque, se non ce l'hai stai male ovunque. Se la cerchi ove non c'è niente, non la trovi mai. Se la cerchi dove c'è, vivi e te ne freghi dell'opinione degli altri. Anzi, ad un certo punto l'opinione degli altri, su di te, ti annoia. Questo perchè non c'è niente da aggiungere a ciò che già hai, puoi solo condividere.

    E non t'importa ciò che fanno gli altri, non li giudichi, non li condanni, non li invidi, al massimo selezioni le persone veramente "vive" (che quindi ti "fanno vivere"), e stai lontano dagli altri "finto-vive", che ti fanno perdere vita.


    "Ho cercato pace ovunque, senza trovarla mai tranne che in un angolo con un libro"

    Tommaso da Kempis

    "Prigioniero in catene, vivo per Cristo"

    San Paolo

    "Ho visto tutte le cose che si fanno sotto il sole ed ecco tutto è vanità ed inseguire il vento"

    Quohelet (Ecclesiaste) 1, 14"

    La vita è breve, non importa ciò che fai, è breve e porta in un posto solo, se uno scopre come gli piace viverla, se è felice così, ha già capito.

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  26. Dimenticavo: non scrivo al PC, ma su una risma di carta. Passo ore a sentire il movimento della mano che preme la penna ad inchiostro liquido sul foglio. E cerco anche di scrivere in bella grafia in quanto per me è una forma d'arte. Poi in dieci minuti trascrivo.

    Per quanto riguarda il video: non ho neppure la TV, il PC sta acceso per lavoro e ieri ho fatto due ore di bicicletta, c'era un timido sole!

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  27. Ma no, non mi dire?! Che profondità, finiamo tutti in profondità, cioè sotterrati. Ma sì, la vita non è altro che cambiare altitudine: cammini al livello del terreno, voli alto col pensiero e poi finisci sottoterra. Gli altio e bassi rappresentano proprio il nostro destino. La felicità è vivere in montagna, lì sei molto in alto: se poi hai la grappa Bocchino a disposizione, anche se non sei proprio felice, te ne dimentichi con qualche bicchierino. Eh quel saggio uomo di Mike Bongiorno l'aveva capito. Allegria!

    S.S.

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  28. Kahlil Gibran, parlaci del tuo concetto di condivisione: mi incuriosisce parecchio. Grazie.

    Sempre io.

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  29. Caruccio, ti sarò molto grata se mi spiegherai come fai a sapere che sei destro dominante: ti fai la Tac tutti i giorni? Io non so quale parte del cervello mi governa, ma ho pure un altro problema: ho gli occhi chiari! Qualche anno fa, ho scoperto che la differenza di vedute tra i popoli mediterranei e quelli nordici non ha a che fare con banalità come la cultura: c'entra il colore degli occhi! Io sono circondata da gente con gli occhi scuri: che i miei problemi di socializzazione dipendano da quello? Eh, mancano le teorie sulla razza ariana e siamo a posto.

    Ciao, caruccio: attendo sbavando un tuo cenno di riscontro.

    S.S. (oddio!)

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  30. #Exodus
    #Emanuela
    La capacità di entrare in trance o meditare è fondamentale.
    Sei già a metà dell'opera se ci riesci, la metodologia o la domanda sono soggettive o circostanziali... a seconda delle necessità.
    Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate del lavoro di Richard Bandler.... se vi capitasse mai per le mani un suo libro.
    Ciao
    Alberto

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  31. # Alberto:

    Bandler è semplicemente un folle. Non dico che le sue tecniche non funzionino, ma portano dove hanno portato lui: alla dissociazione, al consumo di coca, al non sapere più chi sei perchè ti sei riprogrammato troppe volte, qual'è il tuo passato visto che a secondo dell'interlocutore lo reinventi.

    Devo avere da qualche parte l'articolo che tratta del suo coinvolgimento in un caso di omicidio: una casa chiusa, un ragazza morta, due uomini dentro, Bandler e un altro. Nessuno dichiarato colpevole in quanto nessuno può dire con certezza chi sia stato ad ucciderla, visto che i due uomini si accusano a vicenda. Non è tanto l'evento che stupisce quanto l'atmosfera di delirio che pervade tutto, la ricostruzione da parte della polizia di tre persone in preda a follia.

    Ho poi scoperto perchè nella PNL si fa tanto uso di "processi imitativi" rispetto all'interlocutore, da dove nasce questa tecnica: da ragazzo Bandler aveva una vera ossessione per le imitazioni, realizzava veri spettacolini imitando la gente. E' poi diventata una tecnica seguita da molti. Mah...

    C'è anche questo link del CESAP - centro studi sugli abusi degli studi psicologici:

    http://www.cesap.net/forum/viewtopic.php?f=15&t=184

    A me piacerebbe ci fosse la DEPROGRAMMAZIONE.

    Vado, si brucia la torta in forno!

    Ciao!

    RispondiElimina
  32. Grazie di aver risposto alle mie domande.

    P.S. Ero ironica, ovviamente. Mi sa che non ci arrivavi, altrimenti.

    S.S.

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  33. #Exodus mi sembrava strano che non avessi niente da dire su Bandler, ma non capisco una cosa.
    Tutte le persone di cui abbiamo parlato Tesla, Jobs and company, non dico che abbiano raggiunto la felicità o chissà quale realizzazione per la quale io provi invidia. Però tutti hanno fatto qualcosa che può tornare utile a me. "Preferisco unire i puntini realizzando la figura che ho in mente piuttosto che seguire lo schema prefissato delle parole crociate".
    Alberto
    Live simply

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  34. No, Bandler per me è un indemoniato.

    Però, ad esempio su Antony robbins non ho niente da dire, magari perchè non lo conosco bene. Eppure ha studiato da Bandler!:-).

    Tesla per me è un genio, e genio e follia vanno a braccetto!

    Adesso ti dirò una cosa che magari ti farà sorridere: io lavoro da sei anni prezzo un'azienda grazie ad una legge varata dal governo Berlusconi, e osteggiata ferocemente da tutta la sinistra e i sindacati. Allo stesso modo, quando anni fa ho comprato il mio portatile, più di sei anni fa, uso tutto fino all'osso, grazie sempre ad un incentivo Berlusconiano ho avuto una riduzione di 250 € credo. E' stato molto utile a me, eccome.

    Vedi, io credo in Dio, credo che gli uomini siano... pasta nelle sue mani? Devo dire grazie a Lui, che fa muovere le cose come dice Lui e gli uomini come dice Lui. Non devo dire grazie agli uomini: ciò che hanno fatto non l'hanno fatto per me, non sanno chi sono, non gli importa di me (ne a me di loro per la verità). Ciò che accade, accade perchè Dio lo vuole. Se qualcosa è utile a me, è perchè Dio lo vuole. Immagina, quando fino a dieci anni fa votavo, votavo sempre per partiti avversi all'attuale Premier. Non ho mai ottenuto nulla, anzi, hanno cercato di sopprimere tutte le leggi che mi facevano lavorare.

    Grazie al supercattivo Silvio, sono sei anni che me la passo bene, e se potessi "mettere una firma", rimarrei così, non voglio affatto "progredire", così sto d'incanto. Mentre chi i miei diritti doveva proteggerli, la sinistra moralmente superiore, se n'è sempre fregata. (Così come i verdi se ne fregano dell'ambiente). Ero anche iscritto al sindacato prima di comprendere che razza di posto zeppo di ignoranti fosse: venditori di tessere.

    (continua)

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  35. Spero di aver fatto comprendere il mio pensiero circa l'essere "utile a me", magari Bandler potrebbe essere per te ciò che Berlusconi è stato per me, un incredibile colpo di fortuna, una benedizione direi, senza quella legge sarei ancora nei meandri della legge Treu (legge di sinistra sul precariato e il lavoro interinale). Anzi, se vogliamo prendere l'ultima frase tua, che credo sia di Steve Jobs, il nostro attuale Premier ha letteralmente sconvolto il disegno e l'ha ricucito a sua immagine e somiglianza, altro che Bandler! :-).

    non vuole però dire che gli darò il voto, anche perchè non voto, ne lo appoggerò mai in alcuna cosa. Dio usa gli uomini. Anche me.

    ti dirò poi una cosa che fa di me un "vecchio": gli uomini, qualcunque uomo, mi annoiano. Bene o male sono tutti uguali. Campano un po' e poi muoiono, e non vogliono morire. Si, faranno anche cose meravigliose (diciamo così, a me non interessano tanto) ma alla fine, scava scava, sono poca cosa. Gesù invece mi entusiasma. E' uno con due palle così, ha offerto soluzioni a cui nessuno aveva pensato, controsensi che avrebbero fatto impazzire chiunque, li ha risolti offrendo risposte. Tutti avevano domande da porre alla vita, tutti i grandi saggi dell'umanità sono arrivati con domande, lui è l'unico arrivato con risposte e nessuna domanda. Ecco, io mi ci perdo in Lui, mi entusiasma. Mi sveglio e penso che c'è Lui e trovo interesse nella giornata. Ora immaggina se mi sveglio e penso a Jobs, Gates, Richard Branson, e altri... Ma io divento scemo!

    Forse è questo alla fine, nella mia esperienza, se tu incontri Gesù, gli uomini è difficile che possano impressionarti, coinvolgerti, li scopri subito cosa sono in realtà, poca cosa, mendicanti. Ci ridi su, li prendi in giro, capisci che girano in tondo cercando la vita e la vita non ce l'hanno, vai cercando qua e la' ma stringi stringi non c'è niente, non possono darti niente, anche Jobs, non può aiutare sè stesso nella malattia, Bandler peserà un quintale e non riesce a disintossicarsi, Buffet che è l'uomo più ricco del mondo e pieno di intelligenza e di arguzia è vedovo e vecchio, e così via. Se io cerco gli uomini, sono finito, come loro. Io voglio Gesù che regala la vita eterna (qui ed ora). Mi dispiace, temo di non essere un buon interlocutore nella tua ricerca.

    Ciao!

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  36. Non è vero, questi commenti sono utili.
    Veramente la frase è mia, m'è venuta questa sera quando ti scrivevo.
    Comunque se tu sei un figlio di Gesù , tu discendi da lui, tu sei un pò lui.
    Se non sbaglio nel buddismo immaginare se stessi incarnati nel Buddha , è allo stesso tempo blasfemo e auspicabile. Credo ci siano correnti differenti di pensiero ma non trovo sbagliato il concetto. Come puoi pensare di aspirare a diventare Buddha (realizzarti) se non riesci neanche a immaginarti nei panni di un Buddha.
    Sono curioso, scusa se approfitto, cosa ne sai di David Icke e delle sue teorie?
    Ciao
    Alberto

    RispondiElimina
  37. # Alberto:

    La frase che hai citato è il filo conduttore di Steve Jobs quando gli hanno consegnato la Laurea ad Honorem non so dove. Una persona che ha assistito mi ha detto che gli si sono rizzate le carni. Ha presentato tutta la sua parabola esistenziale come un "unire i punti", ovvero formare il disegno sulla base delle diverse esperienze che sembravano lontanissime tra loro. E' partito dalla sua adozione, alla Apple, ai successi, le sconfitte, le rinascite, il tumore. Jobs è un capo carismatico, di quelli che conviene seguire, ma a distanza, perchè anche lui è lunatico. Un aneddoto curioso è che gira per gli uffici e se incontra qualcuno che non è in grado di spiegargli plausibilmente che tipo di contributo sta dando alla apple lo licenzia su due piedi. O meglio, gli fanno trovare un cartone sulla scrivania, "raccogli le tue cose e vattene". Questo è Jobs, prendere o lasciare. Non fa per me.

    Per ciò che riguarda la fede, non confondere Gesù con Buddha, non c'entrano niente uno con l'altro. Uno ha detto di essere figlio di Dio e UNO col padre, l'altro no. Uno porta risposte, l'altro ha buone domande. Uno indica sè stesso come l'unica via, Buddha non lo fa. Uno dice "seguite me, siate come me", l'altro non può dire una cosa del genere, e non credo abbia detto "siate come me".

    Non c'entrano niente l'uno con l'altro. Per me è chiaro che non devo essere come Buddha, non mi interessa essere (soltanto) in pace e rilassato, unito col cosmo e tutto il resto. Io voglio la vita eterna, adesso, in questa vita e nell'altra. Naturalmente non ce l'ho col Buddha. Per poi l'essere come Cristo, quella è una Grazia, ma se ti aspetti di farlo coi tuoi sforzi stai fresco. San Pietro non c'è riuscito, idem tutti gli altri che avevano conosciuto Gesù, men che meno San Paolo. Com'è, come non è alla fine sono morti tutti martiri per Lui. Com'è possibile? Semplice, si sono lasciati guidare invece di voler essere loro a guidare. Hanno avuto fiducia, fede. Si sono lasciati andare. Spero di aver risposto.

    David Icke dice che Bush è un rettile tipo visitor che mangia non ricordo se bambini o sangue umano, così come tutti i potenti del mondo. Però molti apprezzano le sue teorie ne parlano molto bene e dicono che è documentatissimo. Ora non so se è proprio convinto dei visitors, oppure se fa il matto per poter scrivere libri di denuncia invocando l'infermità mentale se si spinge troppo oltre. Non so dirlo. Ciao, buona serata.

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  38. Ho provato a spegnere il pensiero...ho fallito...
    non riuscendo a creare pensieri positivi, cercavo di spegnerli...
    non si può...
    i pensieri nascono liberi...a volte influenzati dagli eventi esterni...
    altre, spontanei...mentre il vuoto attorno a me, permette loro di emergere puliti...
    il mio pensiero nasce da tutto ciò che mi sfiora...
    allontanare le fonti negative per far nascere i pensieri positivi..
    ma essi, agiscono per conto loro...
    non li posso spegnere...posso ignorarli...
    ma non eliminarli...
    e poi penso...che io penso troppo...
    che il pensiero, a volte limita il resto del corpo, nelle percezioni, nelle sensazioni...
    ed essendo parte del corpo, cercare di collegare entrambi per godere dei piaceri che ad esso sono collegati...
    il pensiero vigile non mi concede l'opportunità di assaporare il momento...ma, allo stesso tempo si fà vigile custode degli eventi, preservandomi da esperienze negative...
    tutto ciò è in parte buona cosa...ma , preclude la possibilità di conoscere e confrontarsi...ragione ed emozione...è difficile farle convivere nello stesso momento

    sereno divenire Exodus..
    un sorriso..
    dandelìon

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  39. Ciao Dandelion,

    la serie l'imbroglio consta di più parti, poi ne riparlo in tanti altri punti di che cos'è questo "pensiero" e in futuro ci tornerò sopra.

    Però, come ho scritto nei miei ultimi post, non è tanto sviscerare il pensiero che serve, ma un'azione del tipo "meditare sul niente", ovvero "uscire dal circolo del pensiero", che non ci appartiene, per il semplice motivo che non possiamo spegnerlo. E se non possiamo fermare l'autobus, siamo sicuri di essere noi il conducente? Oppure siamo il passeggero convinto di essere il guidatore?

    Ciao.

    RispondiElimina
  40. Per una persona come me, che teme la perdita del controllo, più di tutto il resto...spero di non essere semplicemente il passeggero...
    altrimenti sarebbe solo un esistere e non un Vivere...e non mi ritengo materiale...
    solamente amo avere il totale controllo di me...da qui, presumo...se sono padrona del mio pensiero...lo sono anche del mio divenire...
    posso anche essere passeggero per un tratto di strada, ma con la libertà di scegliere quando scendere...
    grazie Exodus..
    un sorriso..
    dandelìon

    RispondiElimina
  41. Sei sicura che ci siano davvero momenti in cui un "io" cosciente assume il controllo del corpo?

    Un "io" non condizionato, libero, puro?

    Sei sicura che "vivere" voglia dire essere conducente e non passeggero? In fondo siamo installati su di una palla di materia che viaggia nello spazio che si espande, in un corpo che ci limita, con soli cinque limitatissimi sensi che ci permettono di percepire solo ombre di realtà, che a noi sembrano tutto ma sono frammenti infinitesimali di ciò che un semplice strumento di laboratorio rileva.

    Sei sicura che "vivere" voglia dire "dirigersi"?

    RispondiElimina
  42. ..."posso essere passeggero" per un tratto di strada...e da quel frammento di percorso acquisire...
    ma questo frammento non deve limitare il mio pensiero...il mio desiderio di movimento..
    i cinque limitatissimi sensi, mi permettono di percepire e d assorbire, sensazioni che entrano nell'Animo e nella "memoria"...
    ed io così rivedo il mio percorso...ne assimilo esperienze ed Emozioni...
    ombre di realtà...se con questo intendi la società che mi circonda, preferisco ignorarne l'aspetto materiale e raccogliere, selezionando ciò che mi può insegnare da ciò che è futile...

    "dirigersi"...penso che ci sia un percorso da compiere, al quale non ci possiamo sottrarre...
    possiamo scegliere come condurre il nostro divenire (influenzati da altre persone che si avvicendano al nostro cammino)...
    in viaggio....così mi vedo.
    Sereno divenire Exodus..
    un sorriso..
    dandelìon

    RispondiElimina

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