Ci sono due modi per cambiare la nostra vita: uno è cambiare il nostro modo di vivere, la realtà che ci circonda; l'altro è intervenire su quel magico, microscopico, interruttore bioelettrico nascosto nei meandri della nostra mente, che cambia la realtà in un clic.


domenica 12 dicembre 2010

IL RAPPORTO - PARTE PRIMA




La verità pura e semplice è raramente pura e mai semplice.”

Oscar Wilde


La vita è rapporto. E' conoscenza, comunione, intimità, con ciò in cui siamo immersi, che ci circonda. Idee, pensieri, parole, corpi, comportamenti, emozioni, energie, elementi, aria, acqua, terra, cibo, tempo. In tutto ciò viviamo un rapporto.

Il rapporto è vita. Senza il rapporto non c'è vita, non può esserci. Non esiste niente che non viva in questo rapporto. Tutto è collegato. L'isolamento, nella realtà, non esiste.


Indagare il rapporto vuol dire comprendere la vita.


La vita è sempre un rapporto. Non si può esaminare alcun oggetto, pensiero, emozione, parola, corpo, senza considerare il rapporto che ad esso ci lega.

Comprendere la natura dei rapporti permette di comprendere la vita, che è rapporto. Senza indagare la natura del rapporto, qualsiasi tentativo di comprendere o dare un senso all'esistenza è vano. Due oggetti, elementi, atomi, cellule, persone, comportamenti, voci, possono instaurare tra loro moltitudini esponenziali di rapporti. Se indaghiamo solo i due oggetti, trascuriamo la parte più importante che non sono gli oggetti stessi, ma i rapporti che li coinvolgono. Il centro vero, utile, dell'indagine.

Non è il problema, ma il rapporto col problema. Non le persone, ma il rapporto con le persone. Non le parole, ma ciò che vi leggiamo dentro, il rapporto con esse. Non il denaro, ma il rapporto col denaro. Non il freddo, il cibo, la città, il traffico, ma gli incredibili rapporti che possono essere tessuti attorno a questi elementi. Rapporti fisici, materiali, psicologici, spirituali, energetici. Tutto trascurato perché ci concentriamo sui fatti specifici, sul risolvere, ottenere, evolvere, e non sul comprendere i rapporti che legano gli elementi.


Il rapporto, in realtà, è lo specchio in cui scopriamo noi stessi.


Comprendendo il rapporto possiamo conoscere noi stessi. Dal modo in cui viviamo il rapporto sapremo chi siamo. Dimenticando noi e analizzando il rapporto saranno evidenti le verità che non riusciamo a scorgere.

Al di fuori del rapporto noi non siamo. L'analisi del rapporto farà scorgere verità, in quanto noi siamo soltanto in relazione al rapporto. Fuori dal rapporto, semplicemente non siamo, non c'è niente, né può esserci.


Mentire io, mai, la verità è troppo divertente.”

Steven Spielberg


Guardando al rapporto vedremo noi stessi. E questo forse spaventa e induce a non farlo. Ma è l'unica verità. Riusciamo ad ingannarci solo rifiutando di analizzare il rapporto. O illudendoci che noi non siamo il rapporto, siamo oltre, siamo altro; indipendenti, superiori al rapporto, che esistiamo per noi stessi e non in relazione totale.

Ma questa è illusione. Essere è essere in relazione. Essere in relazione è l'esistenza. Non c'è esistenza se non nell'ambito del rapporto.

Rapporto con la terra che ci ospita, l'ossigeno respirato, la casa abitata, il corpo vissuto, i vestiti indossati; con il sole, la pioggia, il tempo, le stagioni, il freddo, il caldo, il piacere di vivere; con il mondo mentale e spirituale, verbale, le persone che incontriamo, i corpi toccati, i sentimenti sperimentati, le energie percepite senza conoscerne il nome né la natura. Tutto questo, se esistesse senza che noi ne avessimo rapporto, per noi non esisterebbe affatto. Per esistere deve esserci il rapporto. Esistiamo solo finché siamo nel rapporto.


La consapevolezza dell'essere può derivare solo dalla consapevolezza del rapporto.


Interagiamo ogni giorno con questi elementi in maniera continua, inconsapevole. L'inconsapevolezza in sé ci priva della conoscenza di ciò che siamo davvero. Le risposte cercate sono già disponibili ma non si trovano nell'oggetto, ma nel rapporto con l'oggetto, sentimento, pensiero, persona.

E così diventa difficile, perché se ci basta guardare l'oggetto per formulare un giudizio, fuorviante (bello, brutto, ricco, povero, caldo, freddo, felice, infelice, noioso, interessante, fantastico, tremendo...), è tutt'altra cosa analizzare il rapporto ricco che ci lega alla vita stessa nei suoi elementi, e scoprire cosa nasce da quel rapporto che può essere del tutto diverso dal risultato scontato che avevamo formulato sulla base del solo oggetto.

Tendiamo a semplificare guardando solo l'oggetto e non il rapporto. Ma semplificando perdiamo, ci inganniamo, precludiamo.


La società acquista nuove arti e perde vecchi istinti.”

Ralph Waldo Emerson


Un giudizio sull'oggetto, bello, può in realtà aver generato un rapporto con esso noioso. Un giudizio desiderabile, può creare un rapporto con l'oggetto squallido. Giudizio banale, rapporto divertente. Giudizio fallito, rapporto tenero. E così via. Il rapporto, ricco, è molto più importante dell'oggetto, in fondo povero, limitato, finito.

Otterremmo le risposte che cerchiamo, la comprensione, se solo avessimo comprensione del rapporto. Se cercassimo noi stessi all'interno del rapporto. Indagare i fatti senza indagare il rapporto è inutile. Agire sull'oggetto senza considerare il rapporto è futile.


Agendo sulla natura del rapporto si agisce sulla realtà delle cose, senza modificare le cose.


E' più utile agire sul rapporto che agire sugli oggetti, persone, parole, comportamenti, pensieri, emozioni, elementi. Ciò che non va non sono gli accadimenti (comunque limitati), ma il rapporto che abbiamo con essi (ricchissimo e variegato). Spesso non sono i pensieri, ma il rapporto che ci lega. Non le emozioni, ma il rapporto con le emozioni. Non le parole, ma il rapporto con esse, il significato che gli diamo.


I fatti non possono essere modificati, il rapporto con i fatti si.


Lasciando inalterati i fatti, non provando a cambiarli né influenzarli, ma modificando il nostro rapporto con il fatto stesso, noi decidiamo della nostra vita, acquisiamo potere, libertà.

La mancata comprensione del rapporto causa conflitto, disemotività, chiusura mentale e spirituale. Ignorare il rapporto ci condanna a vivere nel mondo che non è. Nell'illusione. La sofferenza. L'isolamento.


Illusione è ignorare il rapporto. Sofferenza è ignorare il rapporto.

Comprendere il rapporto ci consente di agire subito sulla nostra vita.

Perché non comprendiamo il rapporto?


Al prossimo post



L’unica cosa che fa certa gente è invecchiare.”

Ed Howe


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14 commenti:

  1. Bello!.... un pò come decidere di vedere un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
    La scelta è tua!
    Sai la massima di Henry Ford, mi sembra azzeccata quando afferma “che tu pensi di poter fare una cosa, o che tu pensi di non poterla fare, avrai comunque ragione”.
    Live simply take it easy
    Alberto

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  2. # Alberto:

    per me è un po' più complesso di così... nel senso che credo la verità sia una, le alternative sono solo illusioni. Diciamo che non posso decidere quale verità debba essere quella vera, anche se posso credere a ciò che voglio, anche decidere di illudermi.

    Ma la verità non è ciò che accade, è l'effetto che ciò che accade ha su di me. Posso perdere un congiunto ed essere felice (eredità). Tutti penseranno che la verità è il mio dolore, ma in realtà quella sarà un'illusione. E, magari, se non fingo e sono un po' gaio, si penserà che io stia in realtà cercando di illudermi e schiacciare il dolore.

    La realtà sarà l'inverso, io sarò gaio sul serio, ma tutti penseranno che è quella l'illusione!

    Altro caso: mi licenziano, sono felice di lasciare un posto che mi divorava la vita, ma tutti penseranno che sto solo cercando di superare il momento con il patetico contentino che il "posto tanto non mi piaceva".

    Ma la realtà è la mia. Quella degli altri sarà illusione. Per un motivo: altri guardano l'oggetto (licenziamento = cosa brutta), io vivo il rapporto con un lavoro che mi uccide. E il Rapporto (impiego = morte; sono libero) prevale sempre sull'Oggetto (licenziamento).

    E così via, spero di non essere eccessivamente complicato.

    Ciao!

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  3. Non sei complicato, se posso permettermi.....
    Shit Happen, dice una famosa massima recitata nel film di Forrest Gump.
    La vita capita... e la realtà è la tua.
    Dare troppo spessore alle considerazioni di altri è contro producente e rischia di farti vivere con qualche rimorso o qualche conflitto.
    La semplicità volontaria del pensiero discorsivo è un buon aiuto per trovare il proprio equilibrio!
    Scappo che mi aspettano in coda in tangenziale...HA ha
    Buona giornata
    Alberto
    Live simply take it easy

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  4. Tu scrivi: "Al di fuori del rapporto noi non siamo. L'analisi del rapporto farà scorgere verità, in quanto noi siamo soltanto in relazione al rapporto. Fuori dal rapporto, semplicemente non siamo, non c'è niente, né può esserci."
    Non penso di essere d'accordo con te, ma forse non riesco a capire bene cosa intendi per RAPPORTO.

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  5. Per Emanuela:

    Se respiri sei in rapporto con l'ossigeno che ti permette di vivere. Se ti alimenti sei in rapporto col cibo altrimenti ti estingui. Se cammini sei a contatto con la terra. Se pensi sei in rapporto con i tuoi pensieri. Se ami o odi lo sei con le tue emozioni.

    C'è qualcosa con cui non sei in rapporto, che non è rapporto? Esiste un'Entità distaccata da tutte le altre che è indipendente? Cos'è? Un corpo? No, abbiamo detto che un corpo è per forza in rapporto. Una cellula? Proprio no, sono tutte in contatto per creare il corpo. Un pensiero, un io nascosto che non ha rapporti col corpo o con la mente, con la luce, col buio con niente e vive fuori dal rapporto? Un atomo, un elettrone che non conosce protoni nè elettroni? Esiste questo?

    Allora, esiste qualcosa che non è il rapporto? E se è così, se siamo interamente rapporto, è possibile agire unicamente sul rapporto per agire sulla propria vita?

    Se non sentiamo il rapporto è perchè non c'è o perchè dentro di noi ci siamo isolati? Perchè? Quando abbiamo smesso di vivere il Rapporto? Di certo siamo nati in rapporto, almeno con il corpo e la mente di una madre. Abbiamo cercato di ricreare il rapporto nell'allattamento, nell'intimità. quando è nata la divisione, l'isolamento?

    E alla fine, soprattutto: conoscere il rapporto, mi permette di cambiare tutto agendo su di esso? Non su di me, ma sul rapporto con me stessa; non sul mio corpo, ma sul rapporto che ci lega; non sul mio carattere, ma sul rapporto con esso; non sui miei figli, ma sul rapporto coi miei figli; non su mio marito, ma sul rapporto con mio marito; i suoceri idem; non sul lavoro, ma sul rapporto con il lavoro. Posso cambiare tutto senza toccare niente? se tutto è rapporto, posso cambiare tutto "in un clic" agendo sul rapporto invece di passare anni a cercare di sopportare/cambiare/tollerare/crescere/evolvere?

    Pant, pant, pant... Va bene così' Emanuela? :-)

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  6. E' bello seguirti EXO. Anche se dici cose del tutto nuove, occorre leggere più volte, ma bravo, continua così e non ti fermare.

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  7. Dimenticavo:

    è più importante ciò che siamo o il rapporto con ciò che siamo? Ciò che abbiamo o il rapporto con ciò che amiamo? Il nostro compagno o il rapporto con il nostro compagno?

    Sono forse la stessa cosa? Se fosse così vorrebbe dire che un rapporto non può mai cambiare, dato che l'oggetto rimane costante dovrebbe rimanere costante anche il rapporto. In realtà, forse, i rapporti si evolvono, i cervelli formulano pensieri diversi, hanno un rapporto con la realtà diversa nel tempo, forse tutto è mutamento, quindi il rapporto è distinto dall'oggetto.

    Se cambiasse il nostro mondo, tutto, ma il rapporto rimanesse immutato, magari triste, grigio, bisognoso, saremmo felici?

    E se cambiasse il rapporto? Se vedessimo cose nuove in un mondo che sembrava vecchio, saremmo sorpresi?

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  8. Mi chiedo allora perchè la saggezza arrivi sempre dall'isolamento e non dal rapporto con questa infinità di elementi. Mi affatica inoltre pensare a tutti i rapporti possibili che legano la mia vita con tutto ciò che mi circonda.
    Con questo non voglio dire che non trovo esatte molte tue affermazioni (in verità le condivido), ma mi capita ultimamente di riflettere su un concetto importante e non trascurabile: quello che comunemente chiamiamo "rapporto" è in realtà un ritorno alla consapevolezza che siamo parte di un insieme. Il nostro problema (nostro come esseri umani) è che non facciamo altro che ritagliarci spazi individuali in cui il resto che è FUORI di noi possa entrare o meno in rapporto CON noi. Ma il resto vive tranquillamente i suoi rapporti, con o senza la nostra ingombrante presenza. E noi siamo parte di un unico grande insieme, solo che ci riteniamo troppo pensatori e troppo importanti per mescolarci a cotanta folla.

    ...Sono andata fuori tema?

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  9. # Giulia, Cucciola, :-(

    non sei andata fuori tema, ma hai rilevato la trama delle prossime puntate, ecchec..zz!!!

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  10. Bellissimo post EXO, complimenti, sei sempre molto acuto e fai riflettere. Un abbraccio. Marie

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  11. ahahahaha!!! Non era mia intenzione Exodus!
    Dai su, allora sputa fuori la seconda parte, così ne discutiamo!!

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  12. Grazie Exodus, la considero una lezione privata di recupero :D ... adesso posso dire che condivido quello che hai scritto!

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  13. Aspetto il seguito......

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