Ci sono due modi per cambiare la nostra vita: uno è cambiare il nostro modo di vivere, la realtà che ci circonda; l'altro è intervenire su quel magico, microscopico, interruttore bioelettrico nascosto nei meandri della nostra mente, che cambia la realtà in un clic.


mercoledì 8 settembre 2010

VIVERE SENZA SFORZO - PARTE PRIMA


La vita è sforzo. Volontà applicata all’esistenza. E' così?

La nostra vita sociale, economica, (cosiddetta) spirituale, consiste in una serie di azioni per produrre risultati. Senza risultati ha senso la nostra azione? Fosse anche il concederci riposo, ma l'azione deve avere un risultato. E' così?

E riteniamo che in ciò il nostro impegno, il nostro sforzo sia indispensabile, essenziale. Quante azioni concepiamo senza che la volontà sia indirizzata al raggiungere un fine? Senza “sforzo”? Molte, poche, nessuna? Forse ormai tutta la nostra vita è uno sforzo?

Ci spinge il desiderio di conseguire un risultato, di essere, diventare, ottenere?

Se non ci impegniamo in qualcosa temiamo di ristagnare?

Abbiamo un’idea del fine che ci sforziamo di raggiungere e lo sforzo applicato diventa una costante della nostra vita.

Vogliamo trasformare, correggerci, migliorare, diventare, ottenere, compiamo sforzi, siamo abituati agli sforzi, viviamo di sforzi, ci sentiremmo perduti se non compissimo sforzi, anche vani e velleitari, ma dobbiamo provare e riprovare, e se non riusciamo tentare ancora e ancora.

Tale strategia è intelligente, efficace? Oppure è un frutto del proprio ego, ma nulla più?

Lo sforzo è necessario? Parlo dello sforzo psicologico, la tensione costante, quotidiana, non dell’energia impressa, ad esempio, per alzare un peso o controllare il volante di un auto. Parlo della tensione mentale, l’attenzione incessante, la “motivazione”.

Attraverso lo sforzo si realizza la felicità, la pace? Allora chi compie più sforzi dovrebbe essere più felice? Più sforzi, più felicità e più pace. Oppure è il contrario? Più sforzi più infelicità? Oppure esiste una via di mezzo, di volta in volta decidiamo noi dove termina lo sforzo? Ma decidiamo davvero?

Abbiamo appena detto che la vita è sforzo, attenzione verso un risultato. Se tutta la vita è finalizzata ad un qualche obiettivo dell'azione ciò vuol dire che in realtà non sappiamo fermare lo sforzo. Sappiamo solo variare l'obiettivo dello sforzo, ma in realtà sarà sempre presente. Quindi non sappiamo fermarci. Non siamo in equilibrio in quanto l'obiettivo, qualunque esso sia, sarà sempre lì, in quell'attimo infinitesimale, al centro della nostra mente. 

Allora siamo sempre sotto sforzo. Così si realizza più felicità e pace? Vogliamo provare a fare ancora più sforzi per vedere se diventiamo più felici? Forse non ci crediamo eppure continuiamo a sforzarci. Perché?


Si fa l'abitudine a tutto, anche al continuo peggioramento di ciò che già era ai limiti della sopportazione.

J. M. Coetzee


Generando più sforzi non genereremo forse maggiori conflitti, confusione, infelicità?

Sforzandosi la felicità arriverà mai?

Ma senza sforzo potremo mai essere felici?


Al prossimo post

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4 commenti:

  1. Ecco, mi hai rovinato la giornata! Aspetto le risposte allora. Ciao, Elisa.

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  2. "Potremo mai essere felici" in ogni caso? Se mi dai la risposta a questo ti spedisco un assegno per posta!

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  3. Come per i post precedenti vedo che hai deciso di intraprendere un discorso ampio e mi sta bene, solo cerca di non far passare troppo tempo tra un post e l'altro altrimenti perdo il filo!

    Il tuo blog inizia ad assumere un contorno sempre più definito, come se tu avessi operato una scelta, vero?

    Ciao.

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  4. Credo che si possa dire che nessuno di noi ha soluzioni per il problema della fatica di vivere. E mi piacerebbe proprio averne. Sono tanto stancaaaaaaaaa!

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