La vita è quello che ti capita mentre stai facendo altri progetti.
John Lennon
Pensiamo che la felicità possa esistere anche per noi? Pensiamo di poterla raggiungere coi nostri sforzi? E come altrimenti? Arriverà da sola?
Felicità, gioia, appagamento del vivere si ottengono col desiderio di tali cose, e la relativa lotta? Lo desidero, combatto, ottengo? Magari non ottengo tutto ma buona parte sì? Oppure in misura inferiore, ma è sempre meglio di niente, meglio che lasciarsi andare e non ottenere nulla? Pensiamo questo?
Ma il desiderio di una vita felice cos'è, come si manifesta?
Forse col desiderio di una data persona, oggetto, esperienza? Ma ottenutala sono felice? Quanto sono felice, per quanto tempo? Per un po', per molto, niente? Avrò bisogno di altre esperienze per continuare ad essere felice? Aggiungerò altri desideri a desideri, lotte a lotte, sforzi a sforzi? So che non sarò felice ma farò questo passo perché devo fare un passo per volta? E' la risposta?
Forse è meglio non pensarci e agire per vedere se poi sono davvero felice? Io agisco, poi se va va, altrimenti mi rimetterò ad agire, e se ancora non va lo rifarò ancora, e ancora, e ancora... Lotterò. Non so se andrà bene, ma lotterò.
La gente cerca la felicità come un ubriaco cerca casa sua: non riesce a trovarla ma sa che esiste.
Voltaire
Soddisfa il desiderio e ne verranno altri. Soddisfalo e in breve proverai l'amaro gusto della routine, del vuoto, del gesto ormai privo di senso. Aggiungi altri desideri, ed altri ancora, insieme a sforzi incessanti per non perdere ciò che hai gustato.
Una scala che non porta da nessuna parte. Ma, dato che non porta da nessuna parte, qual'è la differenza tra chi sceglie di salirla e chi no? Uno dei due arriverà da qualche parte? Sarà felice al di là dell'apparenza di essere felice? Forse è felice chi più finge di essere felice?
Ma se è così non vale forse la pena, invece di soddisfarli, di controllare i desideri, sopprimerli addirittura? Ma non è lotta, sforzo costante anche questo? Conflitto, rimpianto, vuoto di “non essere”, non riuscire?
La nostra vita consiste in una serie di concessioni o rinunce ai desideri? E’ tutto qui? In entrambi i casi ciò può apportare felicità? Oggi, domani, un giorno, ciò apporterà felicità? Oppure siamo così disillusi da essere disposti a vivere senza felicità, sapendo che dobbiamo solo sforzarci, illuderci, di essere felici? E poi non pensarci o l'illusione crollerà. E noi non vogliamo che crolli, vogliamo che resti lì.
Strappa all'uomo comune le illusioni e con lo stesso colpo gli strappi anche la felicità.
Henrik Ibsen
Lottiamo con le nostre passioni, per soddisfarle o reprimerle. Sfuggiamo il senso di vuoto, di inutilità, di spreco delle nostre giornate, la mancanza di significato, la routine alienante. Ci affanniamo nella speranza di trovare felicità, un senso di pace, amore.
Ma possono queste cose nascere dal conflitto, dallo sforzo che mettiamo in essere? Che sia lotta per realizzare il desiderio o per rinunciarvi, cambia qualcosa? Non è sempre lotta con noi stessi e il mondo che ci circonda?
E perché mai lo sforzo dovrebbe portarti felicità?
Al prossimo post
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Mi hai depresso, speriamo che tu abbia una buona ricetta alla fine, o apro la finestra e mi butto!
RispondiEliminaIncrocio le dita anch'io, speriamo tu ci dia speranza alla fine, perchè così...! Ma ti sembra normale toglierci le illusioni?
RispondiEliminaCosì non ci lasci scampo: se faccio una cosa non porta da nessuna parte, se non la faccio idem... Come uscirai dalla gabbia in cui ti sei cacciato? Sono curiosa di saperlo. Cmq quello che scrivi è vero, ma cosa possiamo mai fare? A parte le tante parole voglio dire, c'è una risposta, una soluzione, o siamo destinati per sempre a vivacchiare meno che felici o proprio infelici??? Aspetto la conclusione del post. Ciao.
RispondiEliminaBella quella di Voltaire.
RispondiEliminaMa hai notato che tutto il post è praticamente un lunga domanda? L'hai fatto apposta o è uscita così?
RispondiElimina# Sandra:
RispondiEliminaE' uscito così. Ciao!
Eddai che fremo, dacci una speranza, scrivi!!! Il tuo blog è molto interessante, ma ci tieni col fiato sospeso e non va bene.............
RispondiEliminaAmmetto di non aver letto tutto, ma sul tema dello sforzo di vivere tornerò sicuramente a dire la mia. Questo post per dirti che sono tornata.
RispondiEliminanon e' la meta cio'e che ci rende felici, ma il viaggio stesso. Godetevi il presente. Siate felici. :)
RispondiElimina# Katia: hai perfettamente ragione, sai ho il blocco dello scrittore quando devo scrivere qualcosa di completamente mio. No, è una balla, scrivo come un treno in corsa, è che per adesso non ho proprio tempo, mi è venuta voglia di cercarmi una casa mia e ciò mi sottrae molto tempo;
RispondiElimina# Giulia: beh, ti ho già detto che mi mancavi... Spero che il tuo piccolo "sabbatico" ti abbia rigenerata. Hai affilato le armi?
# Sting: devo guardare meglio il tuo sito. La frase che hai inserito è molto bella. Per me è un punto di arrivo quotidiano. Se riesco a farlo (oggi guardare il viaggio e non la meta), ogni giorno mi viene da dire "Grazie". Sempre alle 12.00 perchè è il momento che ho scelto per fare il punto della mia situazione giornaliera. Ogni giorno. Aiuta molto. Mi fa capire a che punto sono, solo oggi. Benvenuto e buona serata.
Exodus, il tuo blog e' molto interessante, complimenti.
RispondiEliminaNon smettere di scrivere pensieri...ti tengo d'occhio ! eheh ;)
E' vero: "perchè mai lo sforzo dovrebbe portare felicità", a ben pensarci........
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