Ci sono due modi per cambiare la nostra vita: uno è cambiare il nostro modo di vivere, la realtà che ci circonda; l'altro è intervenire su quel magico, microscopico, interruttore bioelettrico nascosto nei meandri della nostra mente, che cambia la realtà in un clic.


martedì 21 giugno 2011

LE MIE COLLEGHE




Dedicato a chi pensa di vivere nel peggior ambiente di lavoro possibile.


L’espressione più dolce delle mie colleghe è quella del pitbull.

L'incredibile Hulk quando perde il controllo si trasforma nelle mie colleghe.

Ho creduto per anni di soffrire le allucinazioni: invece no, è che dopo le 17.00 il trucco delle mie colleghe non tiene più.

Alle mie colleghe è apparso l'angelo Gabriele, le ha guardate e ha detto: “Merda, ho sbagliato…!”
  
Le mie colleghe mi hanno frustato con la corda della Veneziana... dopo aver constatato che era troppo corta per impiccarmici.
 
Alle mie colleghe daranno il premio nobel per la pace… dei sensi.

Nell’incubo sono su una scialuppa con le colleghe: mi butto tra gli squali per salvarmi.
 
Per avere energia infinita basta attaccare una dinamo alla lingua delle mie colleghe.

Nel mio ufficio ci sono armi di distruzione di massa. Viventi.
  
I teppisti che si imbatterono nelle mie colleghe consegnarono orologi e portafogli.

Il leone della Metro Goldwin Mayer ruggisce meno bene delle mie colleghe.

La mia collega ha frustato un vigile con le sue labbra siliconate.

A Guantanamo torturano i prigionieri proiettando le foto delle mie colleghe.

La mia collega è uscita dalla torta alla festa per il suo amico ma sono riusciti a ricacciarla dentro.

La natura offre i mezzi per sopravvivere: i mariti delle mie colleghe sono sordi.
  
I Cinema fanno entrare gratis le mie colleghe perché col solo film horror non spaventi più nessuno.

Dopo aver rovinato due paia di forbici il parrucchiere ha sistemato i capelli delle mie colleghe con il tranciacavi da giardino.

Catturate dai Talebani, torturarono le mie colleghe affinché tacessero.

“Stanco di vivere?”: cartello che accoglie i visitatori nell’ufficio delle mie colleghe.

Il battito d'ali di una farfalla in Cina causa un tornado in Florida, dopo anni. Uno starnuto delle mie colleghe pure, dopo pochi minuti.

Ho messo le foto delle colleghe nella busta detrazioni del 730 e mi hanno rimborsato 50.000 €.

L'uomo Ragno è super perché morso da un ragno radioativo… Il quale era normale prima di essere morso dalle mie colleghe.

Ogni tanto le mie colleghe cercano di uscire dalla cripta e di comportarsi come se fossero vive.

Le mie colleghe hanno iniziato la dieta quando le loro Geox sono morte soffocate.

Col fondotinta delle mie colleghe posso stuccare le pareti di casa.
 
Cosa Nostra paga il pizzo alle mie colleghe.

E' il terremoto o le mie colleghe che fanno le scale?
  
A mensa il piatto non piacque alle mie colleghe. Dissero: “lo finiamo…?”. Non era riferito al piatto, fecero fuori il cuoco.
 
Il problema nel mio ufficio non è quello di esasperare gli animi, ma di resuscitarli.

Il mio ufficio e il Cimitero Monumentale hanno la stessa architettura.
  
Prima che vi si bagnassero le mie colleghe il mar morto era vivo.

Le mie colleghe sono precoci da sempre: dieci minuti dopo la nascita erano già infuriate.

La crema antirughe delle mie colleghe è testata sui rinoceronti.
  
Neanche l’oppio rende le mie colleghe sopportabili.

La sala rianimazione dell’ospedale ha ospiti più vispi delle mie colleghe.
  
Non c'e' niente nelle mie colleghe che non si possa curare con una motosega affilata.

Nel contratto di lavoro delle mie colleghe è incluso il 41 bis, carcere duro.

Le mie colleghe mi mettono di buon umore: le guardo e mi viene da ridere.

L’esposizione alle mie colleghe causa mutazioni, si diventa scemi.
  
Le mie colleghe mi accusano di scarsa collaborazione quando non resto fermo mentre mi boxano.
  
Il Centro Studi Preistorici chiama spesso le mie colleghe per le visite di controllo.
 
Risvegliati dalla magia, gli zombie arrivarono da Haiti, videro le mie colleghe ed esclamarono: “Sorelle, anche Voi qui?”

Lo sceicco ha mostrato ha offerto un lavoro alle mie colleghe, buttafuori nell’harem.

Come tintura per i capelli le mie colleghe usano la vernice per l’edilizia.

Le mie colleghe sono euro zero, non catalizzate e possono uscire solo con la tessera ecopass.

Tanto sono incazzate le mie colleghe, che quando camminano per l’ufficio le scarpe gli sprizzano scintille.

Da giovani, nell’antica India, le mie colleghe erano monache di clausura e nel tempo libero hanno scritto il Kamasutra, per disperazione.

E se paracadutassimo le mie colleghe in Barein?

L’azienda ha detto che se uccido una collega chiudono un occhio, per due mi danno un premio.

Il 30% di quello che dicono le mie colleghe è comprensibile.

Al beauty center per truccare il viso alle mie colleghe chiamano il panettiere.

Le mie colleghe sono OGM.

Corre voce che le mie colleghe siano state fotografate dallo yeti.
  
I guerriglieri colombiani rapirono le mie colleghe, poi pagarono un riscatto per poterle restituire.

Le mie colleghe non hanno mai simulato l’orgasmo. I mariti sì.

Dopo anni di esposizione alle mie colleghe sono certo di essere sterile.

Non credo alla sfiga ma le antenate delle mie colleghe erano imbarcate sul Titanic.

Si diventa uomini solo dopo aver passato sei mesi con le mie colleghe.

Anche le Vs. colleghe si acconciano i capelli col fertilizzante?

Amo le mie colleghe come le zanzare. In fede, RAID.
 
Le mie colleghe le definisco cordialmente: “la Mandria Assassina”.

La mia collega canta ogni giorno “quante cose che non sai di me…”. Mi tocca rispondere, cantando: “E non potrebbe fottermene di meno…”

Dalle pupille dilatate e dallo sguardo affamato delle colleghe il lunedì mattina capisco come non è andato il sesso nel week end.

Le mie colleghe vogliono andare al circo. Secondo me la gente potrebbe venire a vederle anche qui.

Per addormentarmi la sera non conto più le pecore, ripenso ai discorsi delle mie colleghe…

Grazie alle acconciature delle mie colleghe, lo stereo prende anche Radio Taiwan.

Il trattamento antirughe delle mie colleghe consiste in una mano di stucco.
 
Il povero cane passava tranquillo per i fatti suoi quando le mie colleghe l’hanno azzannato.

Le mie colleghe si sono vaccinate ma è morto il vaccino.
 
Mi guardò, languida, e disse: “Prendimi un te alla macchinetta!”. Sedotto, ammaliato, risposi: “Crepa!”

Tutti nella vita sono dott. Jekyll e, a momenti, Mr. Hyde. Le mie colleghe solo Hyde.
  
Posso scaricare le colleghe dalle tasse?

Le donne nascono per dare la vita, le colleghe per succhiartela via.

Le mie colleghe hanno partecipato a tutte le puntate di Quark sui fossili.

Sono al museo delle cere o le mie colleghe si truccano?

I cavalieri antichi per amore di una damigella uccidevano i draghi. Quando hanno conosciuto le antenate delle mie colleghe hanno smesso.
 
Ore 9.00: versi terrificanti, atroci, disumani! E' il risveglio di Nosferatu o le colleghe che sbadigliano?

Il pappagallo delle mie colleghe ammazza gli altri uccelli ripetendo i discorsi sentiti: gli fa esplodere il cervello.
 
Al check up il medico mi ha trovato tracce di neuroni sopravvissuti all’esposizione alle colleghe.
 
Tuthankamen portava meno gioielli delle mie colleghe, e anche adesso ha un aspetto più florido.

Il ranocchio ha rinunciato a ridiventare principe pur di non essere baciato dalle mie colleghe.

Abbiamo le iene in ufficio o sono le colleghe che ridono?

Un dialogo disteso con le mie colleghe inizia così: “ti avviso, stronzo…”

Ho trovato il modo di ottimizzare i tempi di lavoro in team con le colleghe: le faccio fuori.
  
Le mie colleghe si amano come gli Highlander: alla fine ne resterà soltanto una.
 
Le mie colleghe hanno superato la data di scadenza.

Il principe che incontrò le mie colleghe da azzurro che era sbiancò.
 
Il Windows delle mie colleghe si è suicidato.

A metà pomeriggio la mia collega era sfinita ma un attacco di odio l’ha rianimata.

La voce registrata delle mie colleghe è brevettabile come antifurto.

Le mie colleghe sono state promosse seguito minaccia di strip tease.


Prima che vi sbattessero le mie colleghe la torre di Pisa era dritta.

Le mie colleghe sono classificate Maschi Alfa.

Le mie colleghe mi accusano di non rispettare la LORO dieta.

La linea genetica recente delle mie colleghe include diverse tribù di oranghi.

Le mie colleghe risolvono i dissidi con tornei di braccio di ferro.

Le mie colleghe masticano regolarmente tabacco.

Il dietista delle mie colleghe è in terapia per recuperare l’autostima,

L’Azienda è stata costretta a richiedere il porto d’armi per la lingua delle mie colleghe.
 

Le mie colleghe sono invidiose di qualunque cosa respiri.

Non ho parlato con le mie colleghe per tre mesi: non volevo interromperle.

Gli abbracci delle mie colleghe ricordano le strette del Grizzly.

Dio perdona, le colleghe uccidono.


-

22 commenti:

  1. Devi farlo leggere alle tue colleghe per fugare ogni dubbio :-D

    RispondiElimina
  2. Vivaddio!!! Le vorrei conoscere ... :-D

    RispondiElimina
  3. ...Exo ma dove lavori? Con chi hai a che fare ogni giorno...mamma mia, ma è un incubo! E' stato un crescendo di improperi, dall'espressione da pitbull, alla trasformazione in Hyde, passando per la masticazione del tabacco, per finire con le strette del grizzly...le hai massacrate ste donne. Loro sanno che hai un blog?

    RispondiElimina
  4. # Tiziana:

    Anni fa una ha chiesto il mio licenziamento durante una riunione di ufficio perché mandavo regolarmente in giro in azienda le cose che stai leggendo. Considera che è una lotta all'ultimo sangue in quanto se fosse per loro io non sarei a lavorare in quel posto. Dato che lavoro per un'Agenzia che mi affitta da molti anni a quell'Azienda, un precario insomma, non ho molti diritti, tranne quello di rispondere al fuoco facendole fuori sistematicamente. Allora non mi fecero niente perchè il mio capo riceveva regolarmente le mail di sputtanamento e rideva più di tutti.

    Come si dice: "La vita è una tempesta, ma prenderlo nel c. è un lampo!".

    In quell'azienda c'è una forte presenza demoniaca femminile e molti maschi sono saltati, non senza aver fatto causa all'Azienda, infatti l'Azienda stessa ha pagato per evitare un processo. Io non ho questi diritti, tranne quello di massacrarle per non essere massacrato. Tanto ci provano in tutti i modi a sabotare il mio lavoro. Uno dei motivi, infatti, per cui sono ancora lì credo sia perchè ho dimostrato di non farmi intimidire e di raddoppiare la potenza di fuoco, senza creare problemi alla direzione stessa. Renditi conto che una simile congrega di streghe non è un bene per l'Azienda. Se hai letto il libro "Il metodo antistronzi" di Sutton saprai perchè gente così è un problema. Praticamente non si riesce più a lavorare in quelle condizioni, il sistema è paralizzato. Quando hanno trovato me hanno deciso di tenermi perchè ero in grado di mandarle in quel posto senza disturbare il clima aziendale.

    E' una guerra, occorre scegliere le armi giuste e non tirarsi indietro. E rimanere calmi. La vita intera è una guerra. Infatti credo di essere un costo maggiorato per l'Azienda in quanto pagano anche l'Agenzia da molti anni, ma evidentemente ne vale la pena, gli ho sistemato molti casini che le psicopatiche avevano creato e mantenuto nel tempo. Inoltre gli altri uffici fanno il tifo per me, anche se non lo dicono.

    Come disse Rosoarch nel fumetto "Watchmen", mentre stava chiuso con pericolosi criminali e psicopatici in galera:

    "Non capite? Non sono io chiuso qui dentro con voi. Siete Voi chiusi qui dentro con me".

    La vita è una guerra Tiziana, e gli uomini sono bestie, ci si può illudere, ma alla fine è così. Come gli animali, se uno è debole gli altri lo mangiano perchè è la loro natura. Se gli molli qualche zampata gli fai passare la voglia. Tutti devono sapere che se ti attaccano si beccano una zampata che fa male, per esperienza ti dico che non ci provano più. Ma se gli permetti di ferirti senza reagire, povera te.

    Guarda Gesù: morì per gli altri, disse porgi l'altra guancia e tutto... ma non rinunciò mai a mandare a fare in quel posto tutti i farisei, non chiese mai scusa, neanche li salutava per strada, non cag... il sommo sacerdote, non disse mai "ho sbagliato" e disse chiaramente che sarebbero andati tutti all'inferno se non riconoscevano Lui come loro dio. Morì per loro ma dimostrò un disprezzo per la loro pomposità che scatenò tutto il loro odio. In ogni momento, si ritenne superiore a loro, anche se accettò di abbassarsi per adempiere un missione.

    Ecco, per me quella è la strada giusta, fare come Gesù. Ti assicuro che studiando il suo comportamento si imparano tecniche di guerra psicologica devastante, d'altronde nessuno riuscì a metterlo sotto. PErò frustare i mercanti non sarebbe poi male...

    Dimenticavo: proprio per la natura umana, peggio tratti quelle stronze infami meglio loro trattano te. Cosa ci vuoi fare, l'uomo è fatto così.

    RispondiElimina
  5. # Mark:

    ti ho risposto nel commento a Tiziana, gliene ho rifilato ogni giorno uno col contagocce senza nascondermi.

    Ha riso tutta l'Azienda tranne loro. Poi il mio capo m'ha fatto smettere, ma credo di aver veicolato un buon messaggio, del tipo "io sono qui e ora che minchia c'è?".

    Però credo che nella vita sia utile presentarsi, mi sono presentato.

    RispondiElimina
  6. # Tiziana:

    scusa ho letto nel tuo commento "è un incubo", ma no, tutta la vita è così, qualunque relazione abbastanza competitiva, ma in generale, ogni cosa è lotta, ma noi siamo costruiti (anche) per quello. Lottando per noi stessi non andiamo contro natura. Lo facciamo se non lottiamo. E' che spesso edulcoriamo la pillola e cerchiamo di "andare d'accordo". Poi mal di testa un po' sordi, difficoltà di digestione, ansia, certe paure, e tutto l'armamentario. Qeullo è l'inferno. Io non ne soffro perchè non è la guerra a far ammalare, ma il rifiutare di combatterla, il soffocare sè stessi.

    Si pensa sia meglio così, ma guarda, prima o poi il conto da pagare arriva sempre, oltre a quello che si sta già pagando in senso di umiliazione naturalmente.

    Ripeto: non è la guerra il problema, ma l'aver paura di combatterla. Non avere il coraggio di fare certe cose che vanno fatte. Certo non dico di far fuori chiunque ti giri intorno, ma ripeto, se non ti fai rispettare tu, nessuno lo farà per te. E cmq io sono un bastardo nato, anche se solo con chi vuole evidentemente fott...mi.

    Ciao!

    RispondiElimina
  7. Exodus cavolo ma stai messo proprio male! I colleghi come sono?
    Possibile che le tue colleghe non abbiano niente di buono?

    RispondiElimina
  8. Ciao I'm,

    dai Vs. commenti comincio a sentirmi davvero un marziano. Se non avessi avuto diverse esperienze in molte aziende e non avessi letto molti testi in merito ("Cattivi capi, cattivi colleghi", "Il metodo antistronzi", "Come evitare di darsi la zappa sui piedi al lavoro", etc...) penserei sul serio di essere un caso un po' particolare.

    Ma il fatto stesso che inventino parole tipo mobbing, molestie sessuali e non, che ci siano così tanto ore di lavoro perse ogni anno per stress, etc... mi fa pensare che non sono poi così fuori dal mondo. Tra l'altro non soffro di stress da lavoro, penso perchè non mi tengo le cose dentro.

    I miei colleghi sono gente rifiutata da altri uffici e confluita in un altro posto. La creme insomma. Adesso non posso dilungarmi, ma è la tipica dinamica di accaparramento del territorio (limitato), di stratificazione sociale all'interno del territorio, etc... Cose normali insomma, le fanno anche le scimmie. Ogni mattina devi andare nel campo di concentramento, svolgere un lavoro che non comprendi accanto a persone che non hai scelto e cercare di sbolognare al tuo vicino il tuo lavoro. Sei un numero, giustamente, anche se ti credi un premio nobel diverso dal resto dell'umanità. Ti lamenti per quello che non hai, disprezzi chi ha di meno con la semplice indifferenza. Questo è il quadro. La positività emerge prepotente, si capisce.

    Il fatto è che a me il lavoro piace. Mi diverte. E chi sta all'inferno non sopporta che qualcun altro ne stia fuori. Tutto qui. Si vuole che gli altri soffrano le stesse cose che soffriamo noi. Non si accetta che tu stia lì in galera e uno ti stia vicino da uomo libero. Da fastidio, peggio di una mosca che ti si posa sul naso.

    Come ho già detto tante volte, poi, le donne si piantano reciprocamente i coltelli nella schiena con una grazia e nonchalance che noi uomini ignoriamo. La stretta del Grizzly non è altro che l'abbraccio affettuoso dopo aver tagliato il vestito su misura. Una roba dell'altro mondo.

    Mah... io sarò messo pure male, ma non mi ammalo mai, vado al lavoro con tranquillità, e anche se sono un precario non ho mai cercato altri lavori. Mi pagano, sono apprezzato, mi basta. A quello "messi bene" non voglio assomigliare, la loro routine fa proprio schifo, non fanno che lamentarsi del lavoro e dei colleghi, alle spalle però.

    Cmq per me è una fortuna avere gente simile: se fossero in gamba l'Azienda non spenderebbe tutti quei soldi per tenermi lì a riparare i casini che creano, è il cielo che li manda!!!! Questo risponde alla domanda "cos'hanno di buono".

    Ma poi mi chiedo: se sono messo male io, e non voglio affatto cambiare lavoro, come mai la rete è piena di gente che non ce la fa più a sopportare il posto di lavoro? Che vogliono cambiare il mondo, l'ambiente, la politica, il governo, l'economia, l'etica, la propria famiglia, tutto insomma, mentre che cambi o non cambi a me non importa niente, anzi se le cose rimangono così è meglio perchè andrebbero solo a peggiorare. Se fossero messi tutti "male" come me, ringrazierebbero ogni giorno Dio per "quel" lavoro, "quelle" persone (come faccio io): li massacri ma non fa niente, è normale, l'uomo è "homo omini lupi", c'è poco da fare, basta leggere i testi sacri di qualunque religione per averne conferma, migliaia di anni di esperienze per concordare sul quel tipo di esperienza. Non è affatto stressante comportarsi secondo natura. E' terribile invece l'ipocrisia di dire "io non sono così, così sono gli altri".

    RispondiElimina
  9. Caspita..sembra la descrizione delle mie ex coinquiline!!!

    RispondiElimina
  10. # Artemisia:

    averle a casa è molto peggio che ritrovarle al lavoro, meno male che sono ex!

    RispondiElimina
  11. Wow Exo, non so se sei tu o sono io ad essere un caso particolare ma per mia fortuna il 99% dei miei colleghi/e non sono affatto cosi'!! I capi possono pure essere stro..i ma non siamo mai arrivati a questi livelli!
    Comunque sono d'accordo, se ti pestano i piedi devi farti rispettare. :)
    Sul fatto che sia pieno di gente che vuole cambiare lavoro non e' mica per colpa dei colleghi... tu sei fortunato perche' il lavoro che fai ti piace ecco tutto. :)

    RispondiElimina
  12. # Sab:

    ti rispondo usando le tue stesse parole: "La vita puoi accettarla o rifiutarla, ecco tutto". Non credere che dipenda tanto dall'esterno quanto "dall'interno" di noi stessi. Ma ci vogliono anni di lavoro, io ho iniziato a 16 anni e ne ho 41. Se passi 26 anni a cercare di amare le cose senza cambiarle finisci con l'amarle davvero, ecco tutto.

    Stai seguendo un percorso di pensiero comune, ma con cui puoi dire tutto e il contrario di tutto. Dire: sei fortunato, ecco tutto, ti piace il tuo lavoro, spiega tutto (scorciatoia mentale, utile per non farsi domande e non stressarsi la mente) e allo stesso tempo banalizza tutto (non offre soluzioni, se non ti piace una cosa cambiala). Il problema è che il pensiero poi si trova davanti ad un impasse logica (non mi piace il mio lavoro, il posto in cui vivo, etc, ecco tutto) a cui la mente non trova soluzione, tranne che cercare di cambiare il mondo circostante. E se non ci riesci, la mente gira a vuoto.

    E' normale, perchè partendo dal presupposto "ti piace il tuo lavoro, ecco tutto" hai trovato una spiegazione rapida, ma su questa spiegazione non puoi costruirci nulla.

    (Io vado d'accordissimo con i miei capi. Uno dei motivi di gelosia nei miei confronti è proprio quello!. In azienda ci sono duecento persone, quelle che tengo alla garga sono circa sette in tutto.)

    Ciao Sab

    EXO

    RispondiElimina
  13. "La vita è una guerra Tiziana, e gli uomini sono bestie, ci si può illudere, ma alla fine è così. Come gli animali, se uno è debole gli altri lo mangiano perchè è la loro natura. Se gli molli qualche zampata gli fai passare la voglia. Tutti devono sapere che se ti attaccano si beccano una zampata che fa male, per esperienza ti dico che non ci provano più. Ma se gli permetti di ferirti senza reagire, povera te"
    Che l'uomo sia la bestia più feroce e più crudele della terra non ci sono dubbi.
    Io non voglio assomigliare a quelle bestie. Quando lavoravo (ora sono ai domiciliari forzati -causa fallimento della ditta-) alcune mie colleghe erano tremende, ma mai quanto gli uomini sanno ferire profondamente una donna. Con l'arrivo di nuove figure che dovevano risolvere i problemi aziendali, arrivò invece una persona orribile, dove l'essere umano che interagisce, che si confronta, che usa l'intelligenza, non era nient'altro che una mera fantasia. Ricordo con amarezza quell'ultimo periodo di desolante tristezza. L'azienda fallì, io ero libera.
    Vedi Exo posso capire in parte quanto esprimi.
    Il tuo punto di riferimento (Gesù) può aiutarti a comprendere forse alcuni punti, io non ho nemmeno quello. Eppure sono una persona molto positiva, aperta, disponibile e non capisco certe posizioni. Buona giornata e grazie per queste riflessioni.

    RispondiElimina
  14. # Tiziana:

    "Eppure sono una persona molto positiva, aperta, disponibile e non capisco certe posizioni".

    Secondo me il problema non è capirle. Capirle è semplicissimo alla luce delle Sacre Scritture, ma anche di tutta la letteratura mondiale antica e moderna, religiosa e non: l'uomo è una bestia.

    Il problema è un altro, ed è quello centrale nella vita di ogni uomo: ACCETTARE. Accettare ciò che vedi, la realtà insomma, incluso che l'uomo è una belva, con sprazzi di divinità, ma sempre una bestia. Spiegare è semplice, è ACCETTARLO che è difficile. Quando hai ACCETTATO ciò che è, il pensiero ha termine, il conflitto termina. La confusione, il dubbio, il dilemma svanisce. Sei entrato nella realtà, uscendo dall'illusione.

    RispondiElimina
  15. Hai ragione bisogna arrivare all'accettazione di questa dimensione e non è facile credo, perché prima bisogna individuare, identificare, riconoscere il nocciolo e solo allora si rivelerà la giusta strada.

    RispondiElimina
  16. A volte capita anche il contrario: hai un "lampo di illuminazione" ed entri in quella realtà di chiarezza ed accettazione. Per il resto dell'esistenza alcuni cercano di rientrarci in quella accettazione.

    RispondiElimina
  17. "Se passi 26 anni a cercare di amare le cose senza cambiarle finisci con l'amarle davvero, ecco tutto." Beh ma perchè dovrei passare anni a imparare ad amare una cosa a forza, se ne posso trovare un'altra che mi piace? E perchè parti dal presupposto che la mente non possa trovare una soluzione al problema (nell'esempio, il lavoro che non piace)?

    Non sono d'accordo sul fatto che bisogna accettare tutto. Alcune cose, come ad esempio il lavoro, si possono cambiare se se ne sente la necessità.
    Ragionando come fai tu, avrei dovuto tenermi il mio primo ragazzo, con cui non stavo bene, e imparare ad amarlo. Invece sono rimasta praticamente sempre single, tranne per brevi periodi, fino a che alla veneranda età di 34 anni ho incontrato la persona giusta e ci siamo riconosciuti al volo. Certo che non ero felice di essere single, ma non mi sono mai accontentata di avere un ragazzo qualsiasi per non stare sola.

    Il mio ragionamento non é "se non ti piace una cosa cambiala", ma è "se non ti piace una cosa lasciala", che mi sembra ben diverso. Non voglio cambiare la realtà ma trovare quella parte di realtà adatta a me.
    Non sto parlando di natura dell'uomo e di altre cose filosofiche, ma di scelte concrete nella vita di una persona: lavoro, affetti...

    RispondiElimina
  18. # Sab:

    se c'è uno pragmatico quello credo di essere io.

    Accettare le cose è una scelta che uno può decidere di compiere o non compiere. Ed è una scelta che non compie quasi nessuno, tutti lottano. Quindi la tua è una posizione molto condivisa, niente di strano. Il problema è che in realtà, è una posizione quella sì filosofica: tutti dicono di voler cambiare, ma pochi lo fanno. Poi ne parlano soltanto, per anni, bloccati, incapaci. A livello personale, politico, economico, familiare, tutti dicono cambiare, cambiare, ma la paura li attanaglia. Magari ci si buttasse, anche a costo di farsi male, ma nessuno lo fa. Alla fine quasi tutti rimangono sospesi, nel limbo, parlano, scrivono, pubblicano, chiacchierano. E' questo il cambiamento? Ah, ah, ah... Alla fine, ho cambiato più cose io accettando la realtà che tutti quelli che mi stavano intorno e chiacchieravano sempre di cambiamenti. Alla fine, ho disegnato anni fa quella che sarebbe stata la loro vita e non ho MAI, dico MAI, sbagliato. Non era difficile, bastava usare il buon senso. Era ovvio prevedere che tal persona avrebbe cercato partner fino a sposarsi, che talaltra non l'avrebbe sopportata nessuna e se l'avessero fatto si sarebbero lasciati, che quello non sarebbe mai uscito dal paesello e avrebbe fatto la fame, che quella donna avrebbe scelto la moglie del proprio figlio, etc...

    E sai una cosa: tutti, negli anni, erano convinti di scegliere. Hanno seguito un copione con la puntualità di un orologio. Alla fine, hanno ACCETTATO le cose com'era prevedibile, solo che non sanno di averlo fatto. Anche adesso continuo questo gioco con le persone che mi stanno accanto è quasi sempre, per non dire sempre proprio, azzecco. Perchè? PErchè, alla fine, tutti parlano di "sfidare la vita" ma nessuno lo fa. E se lo fanno, io già so chi ha le caratteristiche per realizzare un sogno e chi è completamente privo di capacità, non è difficile, anzi, vale la regola dei selezionatori del personale: quello che uno ha fatto in passato lo farà anche in futuro. Se superi i trent'anni in un modo, non sperare di cabiare personalità in seguito, quella sei tu, siamo noi. E' facile prevedere. Non posso sapere ciò che accadrà ad una persona, ma come reagirà sì. E la reazione è ciò che conta, la scelta.

    Neanch'io sono d'accordo sul fatto che bisogna accettare tutto, ma pochi hanno le capacità per cambiare la struttura della propria vita, ma soprattutto pochi vogliono farlo davvero. Si rischia molto e nessuno vuole precipitare. Si parla molto ma nessuno vuole muoversi.

    E cmq, io sto bene così per adesso, ho una vita sola e poi il proseguo sarà diversa. Questa breve introduzione, questo viaggio in questa terra, voglio viverla piacevolmente, per quanto possibile lascio dubbi e casini agli altri. Se glieli tolgo a cosa penseranno tutto il giorno?

    A proposito: quando ho detto che amare è un lavoro, quello che cerco di compiere da quando avevo 16 anni, ti assicuro che è molto ben remunerato! Sai che vuol dire amare le cose che ti circondano, i tuoi gesti, la tua routine, così com'è? Vai di qua, vai di là, non c'è niente di più bello dell'essere innamorati.

    Ciao e buonanotte, vai a letto che tu sei una di quelle che dorme poco! Io mi sono fatto 96 minuti di siesta nel pomeriggio!!!!!

    RispondiElimina
  19. Ah, c'è qualcuno che è messo peggio di em allora.
    LaStancaSylvie

    RispondiElimina
  20. Adesso sparo una delle mie solite bastardate Sylvie:

    non ci crederai ma leggendo il tuo blog, che è molto divertente, trovo una persona fortunata. Dico sul serio, per quanto paradossale possa sembrarti, per quanto ti sembri irreale, sei molto, molto, molto fortunata.

    Girando in rete mi sono accorto di una cosa strana: i fortunati si lamentano, gli sfortunati veri (persone con handicapp, fisicamente limitate, con bisogni estremi, persone che hanno perso tutto, denaro, i loro cari...)... ringraziano. Pregano, chiedono preghiere. La pagina facebook di Radiomaria mi presenta uno spaccato enorme di umanità silenziosa che ringrazia in continuazione.

    Credo che nella vita occorra fare una scelta di campo, decidere a chi credere, Qual'è la realtà vera, in alternativa la meno finta. Occorre decidere se credere alla parte che si lamenta (mondo ingiusto da rifiutare, da cambiare, da denunciare) o a quella che ringrazia (mondo ingiusto da accettare, da amare per quello che è), o ad altre ancora. Il risultato è questo:


    Se hai già scelto la tua via non dovresti più cercare altrove

    Hagakure, libro 1, passo 140


    Quando hai trovato "quel" mondo, scelto il tuo, non credi più al mondo che ti descrivono gli altri.

    Io non credo al tuo, però è così divertente leggerti :-). E in realtà mi consola: comprendo come la felicità non consista nel desiderare una posizione e un tipo di vita che tutti in fondo troverebbero desiderabile. Anzi, è meglio non desiderarla! :-)

    Ciao.

    RispondiElimina
  21. ....a me due tipe così hanno fatto saltare il posto..ed il bello è che ero la loro responsabile ....hanno combinato prove contro di me ed io sono rimasta fuori come una scema!!!!
    Bravo 6 1 grande.
    ciao Diamante

    RispondiElimina
  22. # Diamante:

    tanti anni fa in Francia a me è successo lo stesso. Ero giovane e convinto che il mondo fosse popolato da gente che vuole collaborare.

    Due anni fa invece è saltato da noi un dipendente per una spiata delle colleghe. Andava a braccetto con loro poi gli hanno assestato un fendente. E zum. Se le conosci le eviti. Niente politically correct, o le ammazzi o loro ammazzano te, e con somma soddisfazione. "Ammazzarle" nel senso di stare alla larga ed evitare ogni possibile contatto, far capire che la confidenza è sgradita, non altro. Anche perchè portano talmente sfiga che anche solo pensare alle loro malefatte causa incidenti stradali!

    Ciao!

    (Ti capisco benissimo, credimi!)

    RispondiElimina

Lettori fissi

Powered by Blogger.